Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

Seconda parte
sul duro suolo. Una serie di sogni mi hanno tenuto occupato durante la notte, e parevami il tutto
rivolgersi a mio danno. Ricordo l'ultimo: mi pareva di trovarmi alla testa della mia compagnia
caricando un reggimento d’infanteria prussiana e facendo parte dello squadrone di corazzieri che
trovavasi distaccato dal reggimento, con cavalli spossati. Mi vedeva quasi circondato dall’inimico
che ci chiedeva la resa, e vedeva il mio capitano cadere con altri miei commilitoni; io mi levava
sulle staffe e gridava: avanti, viva l'Imperatore! grido ripetuto dai corazzieri, segnale dell'ultima
carica per attraversare le file tedesche, quando....ho ascoltato battere la sveglia. Benché non
creda nei sogni, tuttavia sono un fatalista convinto. Accada quello che vuole, ma per ora non
abbandono l’armata!
Dopo pochi minuti è venuto il capitano, facendomi conoscere che il colonnello desiderava
parlarmi alle ore 7 precise.
“Sig. capitano, potreste dirmi che desidera egli?”
“Amico mio, credo cose inerenti al servizio, sarò anche io con voi”.
“Va benissimo, allora ci rivedremo nel tempo prefisso”.
Egli tosto è andato via, ed io prima che scoccassero le 7 sono già presso la tenda del colonnello.
Vedo un gruppo di capitani, tra i quali il mio e ciò mi conforta. Il capitano scorgendomi s’avvicina, e
mentre scambiamo qualche parola, esce il colonnello che ci fa un cenno d’avvicinarci e così dice:
“L’Imperatore, vedendo il vostro drappello con uniformi diverse e sgualcite, ed il vostro ancora
diverso da loro, gli fece senso! domandandomi se fossero polacchi. Dopo che S.M. fu alla
conoscenza dell'essere vostro mi ordinò che tosto provvedessi al rifornimento di uniformi e calzature
ai militi dal deposito di rifornimento, e che ai due uffiziali fossero nel più breve tempo necessario
confezionate”.
“Sig. Colonnello, non abbiamo mezzi, tanto io che il sotto-tenente, di poterci rifornire a proprie
spese”.
“Questo si sa, il vostro capitano ha l'incarico di pensare momentaneamente a tutto con la cassa
del reggimento”.
In questo affare il capitano si è fatto di fuoco: ci siamo recati in Dresda col sotto-tenente Tocco, e
nello spazio di 48 ore le due uniformi con tutto l'occorrente saranno pronte.
Nel gran corpo di cavalleria vi sono quattro reggimenti di corazzieri; il 1° e il 2° sono forniti di
corazze che non sono né più né meno che una fina lamiera d'acciaio brunito che serra il petto,
arnese più di figura che di difesa. Le due corazze le avremo nel corso della giornata del dimani,
fatte da buoni artefici su misura. Nel nostro reggimento sono forniti della medesima per ora
esclusivamente l’uffizialità; e per il rifornimento della truppa si stanno confezionando.
14 14 maggio. maggio. Questa mattina non ho mancato passare dal sarto ove ho misurato l'uniforme, che mi va
bene, e la corazza l’avrò in giornata.
Il capitano mi ha detto che il 12 corrente ci fu un gran combattimento sostenuto dal corpo
d'armata del duca di Taranto maresciallo Macdonald, presso la piccola città di Bischoffswerda, la
quale è rimasta incendiata dai russi costretti allo sloggiamento, mettendosi in ritirata.
Tutte le mie guardie nel corso della giornata sono state vestite con l’uniforme di corazzieri.
15 15 maggio. maggio. Nel corso della notte vi è stato un forte temporale, e questa mattina cielo alquanto
variabile.
Una porzione dell’armata francese è sulla via di Bautzen, dove si dice che si trovano russi e
prussiani bene accampati in mezzo a fortissime posizioni e circondati da oltre 300 fortini e lunette.
Dopo mezzogiorno ho ricevuto tutto l'occorrente personale, e l’ho tosto indossato alla presenza
del mio capitano, il quale mi ha fatto dei complimenti in qualità di tenente dei corazzieri. Benché il
tutto sia stato fatto in fretta e furia, ho ricevuto ottimo panno per l'uniforme, è molto bene
confezionata. La corazza essendo stata fatta su misura, mi va a pennello.
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