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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Seconda parte<br />

Parecchi hanno avuto l'estremità del naso gelato, ed altri le falangi chi delle mani, chi <strong>dei</strong> pie<strong>di</strong> e<br />

chi <strong>di</strong> tutti e due, e sarebbe doloroso se io volessi segnare su questo tablettes tutti i poveri infelici<br />

che ora gemono nei propri dolori. Solo segno la fortunata venuta verso le ore 2 pom. del reparto<br />

ambulanza con i rispettivi carri, come Dio volle accompagnarli dai cerusici, tanto delle guar<strong>di</strong>e<br />

d'onore, che <strong>dei</strong> Veliti. Costoro questa mattina hanno dovuto darsi molto da fare nelle operazioni<br />

d’amputazioni dell'estremità congelate, perché tosto <strong>di</strong>venute cancrenose.<br />

Il generale Florestano Pepe, secondo che mi <strong>di</strong>cono, ha avuto parecchie falangi delle mani e <strong>dei</strong><br />

pie<strong>di</strong> congelate e similmente mi viene assicurato tanto del colonnello principe <strong>di</strong> Campana che del<br />

duca <strong>di</strong> Roccaromana, né vi parlo poi <strong>di</strong> uffiziali e militi, <strong>di</strong> cui ognuno su per giù ha ricevuto il triste<br />

ricordo.<br />

Questa mattina mi son fatto osservare dall'aiutante maggiore cerusico Sig. Pionati, il quale mi ha<br />

riscontrato congelata la prima falange del <strong>di</strong>to pollice del piede destro e tosto mi ha raccomandato<br />

la necessità dell'amputazione, che ho dovuto subire con stoica rassegnazione.<br />

Egli mi ha fatto conoscere che per la via trovarono parecchi cadaveri tanto <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>e d'onore<br />

che <strong>di</strong> veliti e cavalli, che facevano pietà ed orrore a vederli. In<strong>di</strong> così ha proseguito: “Nel villaggio<br />

<strong>di</strong> Rakoynie, che si trova circa a cinque miglia da Wilna, abbiamo trovato parecchi militi delle due<br />

armi, fra i quali il sotto-tenente Pagano del 2° squadrone 6° compagnia <strong>dei</strong> veliti, che ho dovuto<br />

fare adagiare sul carro ambulanza, come quasi tutti gli altri non forniti <strong>di</strong> cavalli.<br />

Dei nostri tre<strong>di</strong>ci periti dell'altro ieri quattro ne morirono, come ve<strong>di</strong> da questa nota: Sig.<br />

Genovesi, maresciallo d'alloggio del 2° squadrone 1° compagnia <strong>dei</strong> Veliti; Urbani e Vionati del 2°<br />

squadrone 5° compagnia <strong>dei</strong> Veliti, e la guar<strong>di</strong>a d'onore Corner del 3° squadrone 7° compagnia.<br />

Tutti questi <strong>di</strong>sgraziati erano in gravi con<strong>di</strong>zioni fin da quando vennero raccolti feriti sul campo;<br />

tre ne morirono prima della nostra partenza da Oszmiana ed il quarto per la via”.<br />

Dopo poche altre parole si è licenziato raccomandandomi il perfetto riposo.<br />

Ripensando fra me essere in mezzo a tante sventure e sì lontano dalla patria mia, posso<br />

chiamarmi relativamente fortunato per aver presso <strong>di</strong> me il palafreniere ed ancor vivo il mio buon<br />

cavallo, quando ora i miei colleghi ne sono privi.<br />

Il colonnello questa mattina ha emanato l'or<strong>di</strong>ne che alle ore 6 <strong>di</strong> sera tutti i capitani delle<br />

rispettive compagnie chiamassero l'appello per tener calcolo della gran quantità <strong>di</strong> graduati e militi<br />

mancanti, da essere segnati e tosto trasmessi al colonnello.<br />

Verso sera ho riveduto il capitano Piccolellis che funzionò da vetturino sulla slitta <strong>di</strong> Napoleone.<br />

Egli mi ha fatto conoscere che l'Imperatore era accompagnato dal fido Maresciallo dell'Impero<br />

Duroc, e nell'altra slitta trovavansi il Marchese <strong>di</strong> Calaincourt, il Conte Lobau, il generale Duca<br />

Lefebvre-Desmouettes e il Conte Wonsowitch in qualità d’interprete, e verso le ore 10 ant. <strong>di</strong> ieri,<br />

dopo un breve riposo, abbenché il termometro segnasse oltre 27 gra<strong>di</strong> sotto zero, si <strong>di</strong>resse alla<br />

volta della Francia scortato da un battaglione <strong>di</strong> cavalleria della <strong>di</strong>visione Loison.<br />

Il capitano si è trattenuto presso <strong>di</strong> me fino allora dell'appello e ho dovuto accompagnarlo al<br />

doloroso ufficio assai a malincuore, facendo forza a me stesso e alquanto zoppicando.<br />

All'ora stabilita le trombette hanno dato il segnale dell'appello e dopo <strong>di</strong>eci minuti è stato dato<br />

principio.<br />

Segno su questo <strong>di</strong>ario il luttoso avvenimento, per volontà <strong>di</strong> un despota e do principio con la 2°<br />

compagnia del 2° squadrone, che sarebbe la mia, e così <strong>di</strong> mano in mano farò per tutte le altre,<br />

affranto dal crepacuore.<br />

Il capitano Ottavio Piccolellis alle ore 6.10 pom. ha chiamato l'appello, e non hanno risposto 41<br />

militi. Finito l'appello, molte guar<strong>di</strong>e appena si reggevano in pie<strong>di</strong> e <strong>di</strong>versi avevano le lacrime agli<br />

occhi. Il capitano, anche lui come tutti noi commosso, mi <strong>di</strong>sse: “Tenente, dov’è più quella<br />

compagnia modello che era l’ammirazione <strong>di</strong> chi la vedeva? è sparita, non resta altro <strong>di</strong> essa.........<br />

che pochi spettri!” e stringendomi la mano mi lasciò.<br />

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