Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

Seconda parte
Mentre si sta nell'attesa di sì grande avvenimento, noi già siamo schierati presso la porta della
città; molti generale con il conte Lauriston arrivano, mentre udiamo in gran lontananza il rombo del
cannone con grande insistenza. Vedo il mio oriuolo che segna le ore 11.10 e nessuno sa spiegare
questo continuato cannoneggiamento. Tosto vengono spedite quattro guardie con il mio sottotenente
alla volta di Lutzen, con ordine di conoscere il tutto.
Verso le 11.40 è arrivata la prima staffetta, un uffiziale d'ordinanza dell'Imperatore, per il conte
Lauriston, con ordine di rimanere in Lipsia con la sua armata, perché tutti gli altri corpi avevano
ricevuto l'ordine di ripiegarsi verso Lutzen dove si udiva il cannoneggiamento ostinato.
Qui abbiamo conosciuto che le grandi masse di truppe del generale Wittgenstein avevano
abbandonato la città da qualche giorno, restando il solo corpo del presidio di 5.000 uomini al
comando del generale Kleist, il quale dopo breve ed accanita resistenza, si è dovuto eclissare,
abbandonando lestamente la città per tema d'essere preso in trappola.
Il cannoneggiamento continua con maggiore insistenza, e da un'altra staffetta giunta dal
quartier- generale dell'Imperatore conosciamo che la grande battaglia è impegnata ad una lega di
lontananza al sud di Lutzen presso Kaya ed altri villaggi prossimi a cinque leghe di distanza da qui.
Di più è venuto l'ordine d'allestimento di quanti più letti si possono per il ricovero dei poveri feriti,
tanto negli spedali che in altri luoghi pubblici ecc.
Due delle mie guardie sono ritornate, facendoci conoscere: che l'Imperatore veniva a questa
volta in compagnia del prode generale Ney, quando udirono il rombo del cannone; il Ney tosto
abbandonò l'Imperatore e come un fulmine raggiunse le sue cinque divisioni che già avevano
ingaggiata la battaglia; e per la via hanno trovato il principe Eugenio che a marcia forzata si
riportava sul luogo della battaglia. La sola quarta divisione si è bivaccata nelle piazze della città, le
altre tre sono accampate fuori dell'abitato e nei sobborghi.
Il generale Lauriston ha preso alloggio con diversi generali e parte dello stato-maggiore nel
bellissimo castello chiamato Plessemburg, dove anche noi con tutti i cavalli siamo stati allogati ed il
resto al palazzo di città.
Comincia ad annottare ed il rombo del cannone prosiegue insistentemente; io con diversi uffiziali
dello stato-maggiore siamo a desinare in una trattoria presso il castello, ed all'uscita con mia gran
meraviglia vedo ben illuminata la città da grandi e spessi lampioni, molto meglio di Berlino. Le
truppe bivaccate nelle piazze hanno acceso dei grandi fuochi, spettacolo curioso e bello.
Nel castello corre voce che la fortuna delle armi volga dalla parte dei francesi, ma la battaglia è
sanguinosissima; si dice che siano tra russi e prussiani un centinaio di mila uomini, ed altri e tanti
francesi, che si accaniscono orribilmente nella conquista di parecchi villaggi perduti e ripresi. La
presa di Lipsia è stata cosa di poche ore; le nostre perdite sono state di 189 morti e 405 feriti; e
degli avversari 248 morti, 386 prigionieri e molti feriti gravi.
Mentre vergo questi pochi righi sugli avvenimenti della giornata (sono le ore 11.15 pom.), vedo
ritornare il mio sotto-tenente Tocco, reduce dal quartiere generale dell'Imperatore; dopo aver
consegnato dei dispacci al conte Lauriston, si è recato tosto da me. Egli appena arrivato mi ha fatto
conoscere che la battaglia è stata accanitissima, ma che la vittoria è nelle mani dei francesi, ed i
russi e i prussiani sono già in ritirata sulla via di Dresda. Ora vado a dormire molto più tranquillo,
con la speranza che dietro questa gran battaglia ci sarà certamente la pace, ed io m’auguro presto
segnarla su questo piccolo tablettes.
3 3 maggio. maggio. Lipsia Lipsia. Lipsia Verso le ore 6 ant. mi son levato per stare pronto a qualunque ordine, e tosto ho
cercato conoscere i dettagli della vittoriosa battaglia di ieri. Ma le voci che corrono sono diverse:
chi dice l’inimico aver perduto sul campo un circa 30.000 uomini tra morti e feriti, e tra questi molti
principi e generali; altri dicono distrutto completamente un corpo d'armata prussiano e parte di uno
russo: tutto ciò mi fa desistere dal prendere tali voci in considerazione, ed aspettare la venuta del
bollettino che sarà in giornata, ed intanto per il momento do un breve giro per la città.
196