Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

1809
A tutto questo gran frastuono di cannonate, il popolo accorse in fretta alla riviera di Chiaja; non
mancò anche la regina coi figli in carrozza scoperta sulla graziosa riviera, dove maggiormente il
popolino ed i signori vennero assiepandosi come se fosse una giornata di festa. Sulle alture
numerosissimo popolo s’accalcava per osservare questo combattimento che si vedeva benissimo ad
occhio nudo.
I nostri due bastimenti napolitani erano già nel mezzo della rada, quando io giunsi alla riviera di
Chiaja con altri miei camerati. Vidi i due legni sapientemente evoluzionare con arte, rispondendo
sempre con tutto il vigore al fuoco nemico, e abbenchè fossero ridotti a miserevole stato, pur
tuttavia si attivavano alla meglio, ora coi cannoni di poppa, ora con qualche sapiente bordata,
cercando sostenersi contro la forza preponderante nemica.
Il vento per maggior cordoglio cessò quasi del tutto, ed allora credetti i due poveri navigli
perduti; il nemico cercò avvicinarsi quasi a tiro di spingarda facendo fuoco, e intimò la resa. Tutti
palpitavano per quei poveri bastimenti, quando la compagnia dei marinari della guardia reale, di
loro esclusiva iniziativa, ed a quanto dissero, incoraggiati dal re, che trovavasi sugli spalti del
castello dell’Uovo, ottennero di montare sopra due lance. Armati di soli fucili, volarono contro il
nemico e facendo parecchie scariche di fucileria, presero a rimorchio le due infelici navi e le
tirarono sotto la protezione del castello. Così dopo quattro lunghe ore di accanito e disuguale e
combattimento, potettero salvarsi con grande onore.
Come vennero ad ormeggiarsi in porto la fregata Cerere e la corvetta Fama in pessimo stato,
rotti gli alberi, lacere e crivellate le vele, gravi squarciature di legname di bordo, il popolo accolse
a quegli eroi con grandi applausi e grida di evviva. Tosto si recò il re, e constatò di persona che di
quelle belle navi non rimaneva altro a bordo che un confuso disordine di frantumi di tavole, velami
d’alberi, sartie, cannoni smontati, morti, mutilati eccetera.
4 4 luglio luglio. luglio La flotta anglo-sicula rimane nella medesima posizione quasi in modo di sfida.
Il Corriere questa mattina fa la minuziosa e dettagliata descrizione della fazione guerresca di
tutto quello che in breve ho riferito, coll'aggiungere che il comandante Bausan è stato nominato
Barone con 10.000 franchi di pensione e col grado di capitano di vascello; Carafa capitano di
fregata, Caracciolo, Antonimi, Roberti, e Carducci sono stati avanzati di un grado, colla
decorazione delle due Sicilie.
5 5 luglio luglio. luglio Ieri capitolò il forte d’Ischia dopo diversi giorni d'accanita lotta, ma più per mancanza di
munizioni e viveri; dovette arrendersi con i militari onori. Il prode generale Agostino Colonna con
tutto il presidio furono menati prigionieri a Messina.
14 14 luglio luglio. luglio Trovandosi nella capitale una gran quantità di malviventi e spie borboniche, la polizia ha
fatto affiggere un manifesto a tutti i larghi della città, col quale fa conoscere che ogni persona deve
munirsi d'una carta di sicurezza personale, i forestieri ed i regnicoli che non abbiano fatto tre anni di
residenza nella capitale e regno, hanno l'obbligo di presentarsi al commissariato del quartiere ove
si trova installati, fra le 24 ore. Sono eccettuati da tale obbligo i soli militari.
15 15 luglio luglio. luglio Il Corriere questa mattina porta la notizia che giunsero in Roma, la mattina del 6 corrente,
gli 800 soldati d’infanteria, partiti il 22 passato giugno, al comando del generale principe Pignatelli
di Cerchiara. Poi vi è questa gran notizia che copio come si trova:
“Oltre la mezzanotte del giorno 6 corrente, il generale di gendarmeria Sig. Radet, venuto da
parecchi giorni prima da Firenze con un buon numero di gendarmi scelti, penetrò nel Quirinale con
50 uomini al comando del colonnello Siry, per mezzo d’una scalata. Dopo che disperse quella
poca gente che si trovava nel cortile, ed infrante diverse porte chiuse, penetrò nella sala del trono
alla presenza del Pontefice, il quale trovavasi circondato da due cardinali e da moltissimi famigliari
e guardie svizzere che non fecero alcuna resistenza.
55