Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

Prima parte
28 28 luglio luglio. luglio Noi siamo quasi sempre inerti, poco ci muoviamo, lo stretto è solcato continuamente dal
naviglio anglo-siculo dell’ammiraglio Martin, giorno e notte.
Dalla marina dipenderà il tutto, non abbiamo altro che cannoniere e navi da trasporto, la nostra
piccola flottiglia di navi da guerra, come sapete, il 4 maggio fu quasi resa inservibile nel
combattimento contro quel grosso fregatone inglese!
Ora, secondo che mi assicurano, si cerca passare lo stretto con vento propizio e di notte,
eludendo per quanto sarà possibile la flotta inglese; ma tutto sommato poi si potranno mantenere le
comunicazioni fra il continente e la Sicilia? Credo, secondo il parere di molti competenti, che questa
impresa è abbastanza spinosa e difficile.
29 29 luglio luglio. luglio Il nostro re è pieno d’entusiasmo per simile impresa e guarda con grande ansia la vicina
isola, credendo forse in cuor suo che quegli isolani lo aspettano a braccia aperte. Per la cavalleria
non ci sarà imbarco, e pare che facciano atto di sola e semplice presenza; meglio sarebbe stato se
ci avessero lasciato a Napoli, restata quasi sguarnita di truppa e facile ad essere assalita dagli
anglo-siculi.
30 30 luglio luglio. luglio Mi si dice da persona degna di fede che i francesi sono contrari a questa spedizione, per
l’impossibilità d’attuazione, perché si manca di buona flotta, di cui si ha a preferenza bisogno.
I nostri vascelli, come più su ho detto, sono in arsenale per essere riparati e messi in assetto di
guerra; i servizi della marina, abbenchè lussuosamente pagati, vengono eseguiti meschinamente
dalla compagnia Caffettieri appaltatrice; il costruttore Morin è un pigro e va col posa piano anche
nel raddobbare le poche cannoniere; pare infine che anche il Sig. Vacchellis, ordinatore militare,
non sia una buona lana!
31 31 luglio luglio. luglio Oggi al campo è successo un fatto abbastanza serio che forse porterà tristi conseguenze,
come in poche parole dirò.
Venuto il generale Manhès, reduce dagli Abruzzi, prese alloggio nella tenda del marchese di
Rochambeau, capo squadrone ed aiutante del re, che per mansioni affidategli era fuori. Tornato il
Rochambeau, giovine di gran coraggio, e trovata occupata la sua tenda dal generale Manhès, ne
gittò fuori tutti gli effetti e riprese posto lui.
Ritornato il generale, non volle farsi scudo del suo alto grado contro l’insolente insulto patito, ma
si affidò a quei mezzi che la cavalleria accorda a persone civili. Essendovi molta sproporzione
d’età, lo scontro è stato stabilito alla pistola, ed a condizione che uno degli avversari restasse sul
terreno.
Qui per i viveri si sta male, dovendo venire da lontano, e il più delle volte predati dagl’inglesi; sul
luogo si difetta di tutto, molte volte si ricorre alla riserva del biscotto.
1 1 agosto agosto. agosto Quest’oggi la squadra dell’ammiraglio inglese Martin ci ha regalato diverse bordate, a
cui ha risposto con molto slancio la nostra batteria della riva, e diverse palle nemiche son cadute
oltre la tenda reale, senza però recare minima offesa né danni.
2 2 2 agosto agosto. agosto Questa mattina si sono battuti alla pistola il generale Manhès e il capo squadrone
Rochambeau, come dicono, buon tiratore di pistola.
Il duello ha avuto luogo poco lungi dal campo, in un luogo appartato, ed è stato permesso
assistere anche a molti ufficiali, non escluso io; ed ora ve ne descrivo sommariamente lo scontro.
Per rendere possibile la parità fra gli avversari, i padrini hanno stabilito che i duellanti
camminassero l’un contro l’altro, ma che non facessero uso dell’arma che alla distanza di sei passi,
distanza marcata da due spade conficcate nel terreno, ed è stato pure stabilito fra le parti che
anche arrivati sulla linea delle spade, gli avversari potessero oltrepassare tale confine e scaricare le
loro armi a proprio piacimento.
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