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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Terza parte<br />

L'Austria attualmente in Italia ha circa 50.000 uomini tedeschi bene <strong>di</strong>sciplinati ed agguerriti, le<br />

poche truppe dell'ex Regno d'Italia furono poco tempo dopo spe<strong>di</strong>te in Austria, perchè non si era<br />

sicuri della loro fedeltà”.<br />

Io gli ho domandato come aveva fatto per conoscere così bene queste cose, ed egli mi ha<br />

soggiunto che in casa <strong>di</strong> un suo fratello maggiore era stato ospitato fino a pochi giorni <strong>di</strong>etro il<br />

colonnello austriaco Gavenda qui <strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o, e da costui avevano apprese tante cose al riguardo.<br />

Infine ha conchiuso con queste testuali parole: “La guerra intrapresa dal re <strong>Murat</strong> è giusta e<br />

santa, ma come si possono fidare gl’italiani della riuscita? Il re si fida dell'Inghilterra, governo leale<br />

e liberale, che applau<strong>di</strong>rà al suo operato. Se proprio lei fu la vera causa della <strong>di</strong>struzione<br />

dell'impero napoleonico, come mai potrebbe scindersi dai suoi collegati, ora che maggiormente<br />

bisogno ci è della loro compattezza? Non so capire come il re Gioacchino si sia deciso da solo a<br />

combattere l'Austria, sguarnendo il suo reame della sua armata, quando, da un momento all'altro,<br />

ad un solo cenno dell'Austria potrebbe piombare uno sbarco <strong>di</strong> anglo-siculi sulle spiagge del suo<br />

Stato, e con l'aiuto <strong>dei</strong> borboniani portare alla catastrofe il bel reame <strong>di</strong> Napoli.<br />

Certamente il magnanimo re <strong>Murat</strong> è stato mal consigliato, forse dai più fi<strong>di</strong> consiglieri della sua<br />

corte, onde perderlo, facendo costoro in<strong>di</strong>rettamente gli interessi dell'Austria”. (Parole savie e<br />

giuste!).<br />

Dopo poche altre parole ho dovuto licenziarmi, dovendo proseguire l'appello serale della mia<br />

compagnia. Giungendo alla caserma il maggiore Russo mi ha consegnato un proclama del re da<br />

leggersi ai soldati dopo l'appello serale, il che viene eseguito dal mio tenente Colabella.<br />

“Soldati<br />

il grido <strong>di</strong> guerra risuona <strong>di</strong> bel nuovo tra Noi, la voce dell'onore e della gloria ci chiama a<br />

combattere. Corriamo dunque alle armi ad affrontare il perfido nemico che ha violata la fede sacra<br />

<strong>dei</strong> trattati.<br />

L'Austria aveva desiderata, provocata la nostra Alleanza tanto necessaria al successo delle sue<br />

armi in Italia, e non sì tosto ha creduto <strong>di</strong> poter impunemente <strong>di</strong>menticare la nostra cooperazione e i<br />

nostri <strong>di</strong>ritti alla esecuzione <strong>dei</strong> trattati garentiti dalle più solenni premesse, ch’essa rivolge da<br />

forsennata le sue armi che Noi soli sostenemmo qui a un anno col nostro sangue sulle rive della<br />

Secchia e dell’Eridano.<br />

Soldati! Noi pugneremo in questi stessi campi che furono non guari testimoni del nostro valore.<br />

Noi purgheremo della presenza <strong>dei</strong> nostri nemici quelle stesse province, le quali <strong>di</strong>venute prezzo<br />

<strong>dei</strong> vostri trionfi da voi conceduti all’Austria in pegno <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni da essa non adempiute e<br />

taglieggiate dalle leggi imperiose della forza dacché le abbandonaste, chiamano ad alta voce le<br />

vostre armi ven<strong>di</strong>catrici del nome italiano per liberarle una volta dall’inique e detestato austriaco<br />

giogo.<br />

Sotto le vostre insegne, nelle quali campeggiano i nomi d'onore e <strong>di</strong> fedeltà senza macchia,<br />

uniscansi gli animi italiani bollenti <strong>di</strong> generosità liberale e frementi <strong>di</strong> leggere in quelle <strong>dei</strong> vostri<br />

nemici i nomi <strong>di</strong> mala fede e <strong>di</strong> perfi<strong>di</strong>a. E qual mai causa più santa trattasi della nostra? Noi<br />

combatteremo per la libertà, per l'in<strong>di</strong>pendenza della patria, pel trionfo <strong>dei</strong> principi liberali messi in<br />

bando dai vostri nemici, e per la gloria militare, prima sorgente della forza e della grandezza delle<br />

Nazioni. Sia dunque per Noi grido solo <strong>di</strong> guerra nel fragor delle armi ed in mezzo ai pericoli:<br />

In<strong>di</strong>pendenza della patria!”<br />

Rimini, li 30 marzo 1815<br />

firmato Gioacchino Napoleone<br />

Capo <strong>di</strong> Stato-Maggiore Generale Millet <strong>di</strong> Villenuove<br />

Ritornato al mio alloggio, dopo aver dato la buona sera al Sig. Gambutti, ho dato mano a<br />

scrivere le lunghe note della giornata.<br />

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