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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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1811<br />

Il giorno 14 corrente furono <strong>di</strong>ramati una gran quantità <strong>di</strong> inviti per assistere al varo della fregata<br />

Carolina, stabilito per il giorno 16 alle ore 6 pom. Fin dalle ore 4 il popolo era assiepato nella<br />

darsena, invadendo anche magazzini dell'arsenale.<br />

Tutti gl’invitati presero posto sul gran terrazzo che guarda la darsena: la Corte, le dame <strong>di</strong><br />

palazzo ecc. Il corpo <strong>di</strong>plomatico e tutti degli esteri <strong>di</strong> grado <strong>di</strong>stintio presero posto sulle loggie del<br />

Castelnuovo. Appena arrivato il re, la regina, ed i principi, tutto era pronto, ed alle ore 6 pom.<br />

precise fu varata felicemente la fregata Carolina. Le truppe <strong>di</strong> marina erano dalle 4 sotto le armi; al<br />

largo in linea erano <strong>di</strong>sposte le cannoniere e le golette, più fuori la Fama e il brick Calabrese.<br />

Dopo il varo, un grido <strong>di</strong> gioia si levò da tutti i petti, salutando la nuova nave, similmente fecero<br />

salve <strong>di</strong> giubilo tutte le artiglierie <strong>dei</strong> legni presenti. Dopo questa bella cerimonie, vi fu gran pranzo<br />

a Corte con largo invito anche agli alti gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> marina.<br />

Ma a questa bella festa seguì il giorno dopo, cioè 17 corrente, un decreto non degno del re,<br />

perchè francese ed uomo <strong>di</strong> cuore; credo che sia stato subillato da rettili infami borboniani, che lo<br />

circondano per perderlo sicuramente”.<br />

“Ma <strong>di</strong> che si trattò, baronessa?”<br />

“Leggete”: “Decretiamo che tutti gli esteri che occupano impieghi civili e militari <strong>di</strong> qualunque<br />

specie nel nostro regno, dovranno a’ termine dell’articolo II e III del titolo IX della costituzione<br />

presentare la loro <strong>di</strong>manda <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza, da questo giorno al primo del prossimo agosto. Quegli<br />

tra essi che non avranno a ciò sod<strong>di</strong>sfatto, verranno riputati d'aver volontariamente rinunziato a tali<br />

impieghi.”<br />

Napoli, li 14 giugno 1811<br />

Gioacchino<br />

“Caro tenente, per fare tutto ciò il nostro re doveva fare da sé la conquista del regno <strong>di</strong> Napoli,<br />

non averlo in dono dall'imperatore cognato”.<br />

“Giusto, giusto, baronessa” e baciandole la mano mi ritirai, perché l'ora era già tarda.<br />

Con passo celere mi recai al caffè <strong>di</strong> Villa Reale, dove mi attendeva zio Giovanni, il quale seduto<br />

ad un tavolo chiacchierava con un signore attempatuccio. Nell'uscire c'incontrammo con D. Luigi La<br />

Greca, a cui <strong>di</strong>e<strong>di</strong> una lettera, e nel medesimo tempo presentai mio zio.<br />

9 9 luglio luglio. luglio Ieri sera fui dalla baronessa Exelmans, e dopo averle baciato con trasporto la bella<br />

manina, sedetti nel solito posto.<br />

Ella mi fece conoscere che il decreto per la citta<strong>di</strong>nanza napolitana agli esteri impiegati civili e<br />

militari assolutamente obbligatorio, non mira ad altro scopo da parte del re che a sottrarre<br />

all'imperatore cognato quanti francesi può far suoi. Questo è un bel gioco a doppio effetto:<br />

contenta i napolitani e <strong>di</strong>stacca da Napoleone i francesi impiegati, sui quali non potrà avere più<br />

dominio. Mio marito mi <strong>di</strong>sse che i generali La Marque e Partounneaux ricusano <strong>di</strong> voler servire più il<br />

re, perchè questi non desidera <strong>di</strong>pendere dall’imperatore Napoleone.<br />

Viene la cameriera e ci porta per entrambi la solita tazza del profumato cioccolatte. Io per mia<br />

delicatezza non ho voluto domandare alla baronessa come la pensasse il barone.<br />

È già tar<strong>di</strong>, lei si leva in pie<strong>di</strong>, ed io baciandole la mano mi ritiro, <strong>di</strong>rigendomi al caffè <strong>di</strong> Villa<br />

Reale, dove si trova mio zio Giovanni, il quale ormai non ha più bisogno <strong>di</strong> me, perché lì ha<br />

contratto una gran quantità d'amicizie.<br />

16 16 luglio luglio. luglio Ieri mattina l'or<strong>di</strong>ne del giorno ci ha fatto conosce che S. M. con decreto del 9 corrente ha<br />

nominato a tenente generale Aymé, comandante della prima <strong>di</strong>visione militare e capo dello Stato<br />

maggiore generale.<br />

Zio Giovanni è fuori dalla mattina alla sera per la città; si ritira all'ora del pranzo in casa.<br />

Oggi verso le ore 6.40 circa due granatieri passando innanzi al palazzo della prefettura<br />

cominciarono a burlare la sentinella ivi <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a, del 5° <strong>di</strong> linea, che sono <strong>di</strong> bassa statura come<br />

tutti gli altri reggimenti <strong>di</strong> linea, e per vezzo <strong>di</strong>spregiativo li chiamano mezze pugnette, o anche<br />

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