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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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figlia, le quali si sono buttate al collo piangenti, e poco dopo è venuto il Sig. Paolo che mi ha<br />

baciato ripetutamente. Si è parlato <strong>di</strong> tante cose inerenti alla sfortunata campagna voluta<br />

ardentemente dal re; poi si è toccato il tema della regina, <strong>di</strong> Macdonald, <strong>di</strong> Carascosa e del<br />

famoso trattato dell'armistizio stipulato ieri!<br />

Dopo pranzo ho chiesto il permesso <strong>di</strong> potermi recare alla mia abitazione per cambiare la<br />

biancheria e fare un pochino <strong>di</strong> riposo. La mia padrona <strong>di</strong> casa mi ha ricevuto con gran giubilo,<br />

vedendomi ritornato sano e salvo, e poscia mi son messo a letto, avendo bisogno <strong>di</strong> riposare.<br />

Verso le 5 pom. sono uscito <strong>di</strong> casa in abito borghese, per ogni buon fine, e poscia mi son recato<br />

a salutare il duca, passando quin<strong>di</strong> al secondo piano dal Sig. Paolo, trattenendomi in casa fino ad<br />

ora tarda della sera.<br />

22 22 maggio. maggio. Giusta la promessa fatta ier sera alla cara Amalia, alle ore 8 ant. ero già da lei; il Sig.<br />

Paolo è sempre in casa per tema d’incorrere in qualche cattiva sorpresa per la via, essendo stati<br />

malmenati ed uccisi dai borboniani nei trambusti successi nei giorni passati parecchi francesi.<br />

Egli, abbenchè non esca <strong>di</strong> casa, è al corrente <strong>di</strong> tutti gli avvenimenti che succedono<br />

giornalmente. Dopo un poco, passato con lui nel salone, ov’era pure la bella figliuola, così mi ha<br />

favellato: “Come sai, gli avanzi dell’armata napolitana sono stati incolonnati per Salerno con tutta<br />

l'uffizialità rispettiva in virtù del famoso trattato patteggiato con gli austriaci ed inglesi, fino a nuovo<br />

or<strong>di</strong>ne. Certamente subito saranno rimpatriati i francesi, come egualmente quelli appartenenti al<br />

regno d'Italia o <strong>di</strong> altro estero stato. Amico mio, le sciagure della nostra armata le conosco bene<br />

come le sai tu; ma però voglio metterti al corrente del come si sono svolte le nostre faccende qui.<br />

Il giorno 13 corrente veniva rinforzata la flotta navale inglese, la quale, senza nota alcuna, prese<br />

atteggiamento minaccioso <strong>di</strong> volere <strong>di</strong>struggere la bella capitale.<br />

Poscia, verso mezzogiorno, il comandante della flotta, Campbell spedì a terra un suo<br />

parlamentario alla regina, facendole noto che desiderava imme<strong>di</strong>atamente essere messo in<br />

possesso <strong>dei</strong> due vascelli napolitani, il “Capri” ed il “Gioacchino” e <strong>di</strong> tutti gli attrezzi <strong>di</strong> marina che<br />

si trovavano nei reali arsenali. Tosto si tenne un consiglio, il quale fece conoscere alla regina che<br />

l'ingiunzione fatta dagli inglesi era temeraria; che essi non si sarebbero avvicinati <strong>di</strong> certo, perché<br />

sarebbero stati offesi doppiamente dalle batterie della costa, e che il re ancora aveva un esercito in<br />

linea.<br />

Ma le opinioni degli intervenuti furono <strong>di</strong>verse e i più propendevano per la pace, ed allora la<br />

regina reggente or<strong>di</strong>nò che si trattasse col Commodoro inglese. La regina spedì quale<br />

ambasciatore con pieni poteri il principe <strong>di</strong> Cariati per l'esecuzione dell'accordo. Nei patti conclusi<br />

col Commodoro Campbell fu anche quello <strong>di</strong> consegnare al medesimo i due vascelli con tutti i<br />

materiali esistenti nei regi depositi. In<strong>di</strong> venne stabilito che la regina reggente con la famiglia e<br />

personale addetto e le relative robe avrebbero avuto subito imbarco sopra un vascello della flotta<br />

inglese.<br />

Il giorno 20 giunsero nella nostra rada altre navi da guerra coll’Ammiraglio in capo Lord<br />

Exmouth, il quale, richiamato a bordo il principe Cariati, fece noto al medesimo che restavano fermi<br />

tutti quegli accor<strong>di</strong> che si erano stabiliti, aggiungendo che la regina con i figli si mettevano sotto la<br />

protezione dell'imperatore d'Austria, e si accordava anche il permesso che potessero seguirla<br />

anche i ministri, il conte Zurlo, il conte Agar <strong>di</strong> Mosbourg ed i generali Macdonald e Livron,<br />

mettendo a sua <strong>di</strong>sposizione un vascello inglese, che subito li avrebbe trasportati a Trieste.<br />

Il giorno dopo uscì un manifesto a stampa della regina, facendo noto alla popolazione che lei<br />

lasciava il titolo <strong>di</strong> reggente e la capitale per andarsi a riparare sulla flotta inglese. Verso le 10 ant.<br />

uscì dalla reggia una carrozza <strong>di</strong> gala a sei cavalli, con la regina, tranquilla e serena, ed a piccolo<br />

trotto si <strong>di</strong>resse al molo, destando nella popolazione un senso d'ammirazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>spiacere.<br />

Il Commodoro inglese la ricevette col massimo rispetto nel suo vascello Tremandaux, rendendole<br />

tutti gli umori dovuti alla <strong>di</strong>gnità sovrana”.<br />

“Sig. Paolo, ed il re?”<br />

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