Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

Seconda parte
In questo piccolo paesetto manca il tutto e non offre nessuna comodità e per maggior disgrazia
la stanzetta da lui occupata è abbastanza piccola e si lamenta continuamente di mancargli l'aria...
24 24 febbraio. febbraio. KKöpenick
K penick penick. penick Durante la notte ho vegliato al capezzale del mio superiore, il quale mi
stringeva continuamente la mano in segno di gratitudine. Emette spesso, dietro qualche urto di
tosse, della bava sanguigna, e mi stringe il cuore nel vederlo ridotto in sì misero stato. Verso le ore 8
ant. è venuto il cerusico maggiore, il quale si è trattenuto un pochino di più facendo parecchie
osservazioni sul ferito, e mi ha confermato nell'accomiatarsi il prognostico del giorno innanzi. Mi ha
fatto conoscere che prima di venire era morto il capo squadrone Morieni Giuseppe dell’armata
d'Italia ed era un reduce di Mosca: abbenchè malandato in salute, non volle abbandonare lo
Stato-maggiore del principe, e questa mattina alle ore 7 è morto di febbre putrida, morbo molto
contagioso, che aveva acquisito a Posen. Dopo poco è venuto il sotto-tenente Tocco, ed io ho
cercato un pochino riposare ad un angolo della meschina stanzetta.
Sotto il mezzogiorno sono uscito un poco per desinare, ed ho conosciuta una brutta notizia. Il 4°
reggimento cacciatori a cavallo italiano forte di 800 uomini, con provenienza da Milano, venne ieri
attaccato in marcia presso Francfort mentre era in rotta per Berlino per riunirsi alla divisione
assegnata. Il numero dei cosacchi a cavallo era più che il doppio; abbenchè si fossero difesi come
leoni, pur tuttavia furono sbaragliati e quasi due terzi distrutti. Questa notizia è arrivata con staffetta
speciale alle ore 10.20 ant.
Ora il nostro corpo d'armata, secondo che mi è stato assicurato, raggiunge i 30.000 uomini
d’infanteria con 80 pezzi di cannone e con appena 2.000 uomini di cavalleria.
25 25 25 febbraio. febbraio. febbraio. Questa notte il capo squadrone l’ha passata quasi come il giorno innanzi, ma ci sono
pochissime speranze di guarigione, come mi ha fatto comprendere il cerusico. Egli mi guarda con
dolce affetto e spera di risanare, secondo che gli ha lasciato comprendere il cerusico, ma teme che
io presto lo abbandoni. Ho dovuto confortarlo al riguardo facendogli comprendere che qui resta
stabilito il quartier generale del principe e vi resteremo fino a quando verranno i grandi rinforzi dalla
Francia con l'imperatore Napoleone ecc....
Oggi è l'ultimo giovedì di carnevale....Oh Napoli!.... Napoli! Oh dolci ricordi degli anni
passati!... Beati coloro che ora si trovano in quel lembo di paradiso!
26 26 febbraio. febbraio. Durante la notte passata son rimasto al capezzale del mio superiore col sotto-tenente,
ed ho riposato un pochino a sbalzi.
Verso le ore 6 ant. il collega mi ha chiamato, ed ho notato col mio massimo dolore già in agonia
il capo squadrone: egli pare che mi abbia riconosciuto, ha cercato di voler parlare, ma non ha
potuto articolare parola, mi ha stretto la mano la quale era umida e gelida, e dopo parecchi sussulti
e stiracchiamenti, ha dato l'anima a Dio!
Tosto ho mandato l'avviso col mio sotto-tenente al comando, dell'avvenuto decesso, e verso le
ore 8 ant. è venuto il cerusico maggiore, che non ha fatto altro che constatare l'avvenuto decesso.
Alle ore 10 ant. è stato trasportato dalle nostre guardie al piccolo cimitero del paese, dove ora
dorme in pace.
Dopo il seppellimento del mio superiore, l'unico suo ricordo è ora il suo cavallo, buonissima
bestia, regalatogli dal principe Eugenio.
27 27 febbraio. febbraio. Oggi ultimo sabato di carnevale! Non so darmi pace per la perdita dolorosa del mio
povero capo squadrone, e mi sento veramente sfiduciato orribilmente.
Per domani è stata stabilita la nostra partenza, con rotta per Potsdan-Brandeburg: cioè i 45
uffiziali del Regno d'Italia che ora sono ridotti a 42, 9 uffiziali francesi, nonché noi, assottigliati al n.
di 44, per essere, secondo che si dice, incorporati a nuovi reggimenti di cavalleria di coscritti reduci
dalla Francia. Il quartier generale del principe Eugenio rimane per qualche giorno ancora qui, forse
in seguito passerà altrove per ragioni strategiche.
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