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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Seconda parte<br />

Dopo una decina <strong>di</strong> minuti ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>rigersi alla nostra volta il re; il nostro colonnello or<strong>di</strong>na <strong>di</strong><br />

sguainare le sciabole, ed egli va all’incontro <strong>di</strong> S.M.; le trombette suonano una marcia. Noi siamo<br />

tutti bene allineati in doppia fila ed ogni uffiziale è al posto segnato. A 4 passi dal re tutti gli uffiziali<br />

salutano a loro volta con la sciabola e similmente fanno gli stendar<strong>di</strong> alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> otto passi,<br />

abbassando l’asta al livello del cavallo.<br />

Il re poscia passa a revistare le sue truppe l’un dopo l’altra, e verso le ore 10 viene a piazzarsi in<br />

un largo stabilito, avendo alla sua sinistra il principe reale Luigi, ed a 10 passi in<strong>di</strong>etro i suoi generali<br />

con lo stato maggiore.<br />

Tosto ci viene l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> sfilare al trotto in colonna per quattro, stando alla nostra testa il<br />

colonnello, marciando <strong>di</strong>eci passi innanzi le 12 trombette con il loro briga<strong>di</strong>ere, e a quattro passi<br />

dopo del colonnello i due capi squadroni; come siamo alla presenza del re, sfiliamo con lo sguardo<br />

rivolto al suo lato ed i stendar<strong>di</strong> si abbassano in segno <strong>di</strong> saluto.<br />

Le trombette dopo il loro sfilamento passano sulla destra del corpo in movimento continuando a<br />

suonare la marcia fino al suo termine <strong>di</strong> fronte al re e poscia ci raggiungono in un altro punto<br />

stabilito.<br />

Dopo il generale sfilamento le truppe si <strong>di</strong>spongono in marcia entrando in città, ed al nostro corpo<br />

viene accordato l’onore <strong>di</strong> seguire il re fino al real palazzo.<br />

Nel corso della serata c’è stata una grande illuminazione delle vie principali, l’affluenza del<br />

pubblico è stata immensa, tutte le birrerie affollatissime più del consueto. Le famiglie al completo<br />

prendono posto nelle birrerie ingollando quanta più birra possono. La vita in questa città è a buon<br />

mercato, quasi come quella <strong>di</strong> Napoli, ed il popolo, a quel che pare, è molto tranquillo ed ha solo<br />

<strong>di</strong> comune col nostro quello esclusivo uso <strong>di</strong> mangiare e bere fuori <strong>di</strong> casa.<br />

Le donne sono abbastanza belle, molto colorite tendendo moltissimo al biondo. Qui godono la<br />

massima libertà, e pare che nulla sia oggetto <strong>di</strong> critica in tale loro comportamento, e credo essere<br />

cosa facile fare delle conoscenze. Per noi non ci sarebbero ostacoli, se conoscessimo un pochino il<br />

loro i<strong>di</strong>oma. Le donne qui conservano un certo aspetto <strong>di</strong> malinconia e <strong>di</strong> bonarietà e non mi danno<br />

quell’aria <strong>di</strong> furberia che veggo impressa nelle donne napolitane e francesi. Ritornando ad uscire<br />

dopo l’appello serale dalla nostra caserma, mi sono incontrato col capitano bavarese Sig.<br />

Wredesch, il quale, scortoci, si è avvicinato ed abbiamo proseguito insieme verso piazza reale,<br />

dove ancora ci era del movimento. Per via ci siamo imbattuti in un gruppo <strong>di</strong> belle donne, che dalle<br />

loro apparenze erano <strong>di</strong> grado signorile, le quali dopo aver scambiato col capitano un animato<br />

<strong>di</strong>scorso, non cessavano <strong>di</strong> guardarmi spesso con quegli occhi cerulei e malinconici; ho tosto intuito<br />

che favellassero <strong>di</strong> me. Appena allontanate ho fatto notare al capitano il dolce comportamento <strong>di</strong><br />

quelle dame, e così egli mi ha risposto:<br />

“Le bavaresi in generale, e massimamente quelle <strong>di</strong> Monaco, non sono per nulla astute e<br />

calcolatrici come le francesi. Le nostre donne conservano nel loro comportamento un senso <strong>di</strong><br />

sguardo melanconico che le rende, come avete potuto osservare, più care. Esse son fornite <strong>di</strong> bella<br />

carnagione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>screta taglia e ben coperte <strong>di</strong> carne, solo manca loro un po’ <strong>di</strong> brio, essendo nelle<br />

movenze un poco pesanti, al contrario delle francesi. Queste son fatte per la famiglia e piace loro<br />

tutto quello che nota affetto; quelle altre poi cercano con tutte le arti della seduzione <strong>di</strong><br />

accalappiare l’uomo; le nostre infine piacciono <strong>di</strong> più per la loro semplicità”.<br />

“Sig. capitano, conoscete molto bene le donne francesi”.<br />

“Si, tenente, perché ho passato in Francia i migliori anni della mia vita, militando in quei luoghi<br />

per contratto stabilito con la Francia e la Confederazione del Reno, perciò ogni confederato deve<br />

dare alla suddetta un contingente secondo la sua potenzialità militare.<br />

Il 2° reggimento artiglieria montata, <strong>di</strong> cui facevo parte anch’io, ebbe la sorte <strong>di</strong> partire per la<br />

Francia, e sono da parecchi mesi ritornato per <strong>di</strong>ritto e con l’avanzamento <strong>di</strong> un grado”.<br />

17 17 agosto agosto. agosto Nel corso della mattinata è giunto il nostro generale in capo Sig. Destrées con lo stato<br />

maggiore, e forse domani sapremo il risultato della nostra partenza.<br />

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