Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

1813
grandi ricami d'oro e d'argento, sfolgoranti un lusso di piviali, e lui che nella sua semplicità è tanto
grande!
Col nostro colonnello ha scambiato parecchie parole, forse saprò in prosieguo quello che gli ha
detto l'Imperatore. La rivista prosegue fino a Pirna con il medesimo ordine come ha principiato.
Verso le 11.15 ant. cominciamo a scorgere in gran lontananza sulla via di Pirna un certo movimento e
tosto ci viene confirmato di bocca in bocca il ritorno dell'Imperatore col re Federico Augusto di
Sassonia.
Il cielo è stato terso fino dal primo mattino, ed anche il sole splendidissimo ha voluto concorrere a
sì grandiosa rivista. Suonano le musiche d'ogni singolo reggimento ed i stendardi si abbassano al
passaggio dei sovrani.
Il vecchio re di Sassonia cavalca alla sinistra dell'Imperatore e poscia viene il seguito d'ambo i
monarchi, seguito da cinque berline della casa reale di Sassonia, seguite alla loro volta dalla
cavalleria di circa 2.500 cavalieri ben montati ed ottimamente equipaggiati.
Dopo segue la guardia d'onore imperiale formata da due reggimenti, montata ed equipaggiata
con ricchissime uniformi rabescate con ricami a foglie dorate che fiammeggiano ai raggi del sole. Il
mio capitano mi ha fatto conoscere che queste uniformi ricchissime e brillanti vennero ideate
dall'Imperatore nel gennaio ultimo e ne fece esporre quattro modelli al pubblico in Parigi in belle
vetrine, onde attirare a sè la gioventù dell'aristocrazia, dalla quale ha sperato avere parecchi
reggimenti, che come ben conoscete, hanno a loro carico l'arredamento e l'equipaggiamento
completo.
Dopo il loro passaggio è incominciato quello della cavalleria leggiera, indi la nostra pesante
ecc. La fiumana del popolo è cresciuta immensamente, perché attirata per il grande avvenimento
da tutti i paesi vicini.
La gran rivista col passaggio dei sovrani è durata circa cinque ore; siamo ritornati al nostro
bivacco verso un'ora dopo mezzogiorno e tosto è stato servito il rancio.
Nel corso della serata col mio capitano e parecchi uffiziali mi son recato nella città, la quale è
stata illuminata sfarzosamente dal corpo municipale di Dresda. Qui ho conosciuto molte cose
riguardanti la giornata d'oggi: In Pirna l'Imperatore Napoleone trovò il re di Sassonia che lo
attendeva a piedi circondato dalla sua corte; egli tosto smontò di sella e si abbracciarono
parecchie volte tra loro. L'Imperatore accompagnò il re al real palazzo, dove rimase seco lui a
pranzo, indi si ritirò al palazzo Marcolini, situato fuori della città e messo nel centro di un gran parco
presso il prato d’Osterwise, poco lungi dal villaggio Strehlen, dove ora è accampata la maggior
parte della guardia imperiale.
La suddetta guardia da se sola forma un corpo d'armata. Mi soggiunse il mio capitano: Il duca
del Friuli Maresciallo Duroc, ha il titolo di Generale Maggiore. Il duca della Dalmazia Maresciallo
Soult comanda l’infanteria della vecchia guardia ed i soldati della marina. Il duca d’Istria
Maresciallo Bessières è al comando della cavalleria. Il duca di Treviso Maresciallo Mortier
comanda la giovine guardia. Il generale Lorbier è addetto alla direzione del parco dell'artiglieria di
oltre 200 cannoni e l'artiglieria della guardia è sotto gli ordini del generale Dulauloy.
Dopo aver cenato col mio capitano Sig. Montaine in una delle birrerie di Dresda, ci siamo avviati
al nostro campo. Egli è un uomo molto affabile e cortese, ben fatto di persona, ma un poco
attempatuccio; ha combattuto in diverse battaglie sotto il nostro re Murat, ed ora nel gennaio ultimo
è ritornato dalla Spagna dove può dirsi aver fatta carriera. Attualmente fa parte del terzo
reggimento corazzieri 6° squadrone, al quale ora mi trovo aggregato col mio drappello. Mi ha
detto pure che il presente gran corpo di cavalleria è composto per la maggior parte di francesi,
d’una divisione del Regno d'Italia venuta cinque giorni dietro, e d’una brigata vestfaliana e badese.
13 13 maggio. maggio. maggio. Neudorf Neudorf. Neudorf Questa mattina, mentre batteva la sveglia alle 5 ant., sognavo. Mi son levato
agitatissimo, uscendo dalla mia tenda dopo tutti i segnali battuti, cioè: l’abbeveraggio, la profenda
e il governo dei cavalli. Durante la notte ho dormito, secondo il solito, avviluppato nel mio mantello
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