Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

Prima parte
Siamo nella gran sala illuminata da 25 finestre, incrostata di marmi con fregi rari. Al primo riposo
la scala si divide in due braccia, e la medesima si compone di cento gradini, di 18 piedi di
lunghezza ciascuno, tutti di un sol pezzo di marmo di Trapani.
Le tre nobili statue emblematiche: la Verità nel centro, la Maestà Regia e il Merito, ai lati
decrano le nicchie della prima scala, con due leoni laterali, e l’atrio superiore dove ci conduce
questa scala rappresenta un ettagono, circondato da 24 colonne di un sol pezzo di marmo giallo,
estratto da Apricena presso il Gargano.
Per quattro porte si ha l’ingresso ai reali appartamenti. Di fronte è la cappella, sulla dritta
l’appartamento reale. La cappella è ricca di pitture e di marmi, decorata da un bel portico
sostenuto da un basamento alto 24 palmi, su cui s’innalzano 16 colonne di marmo verde di Sicilia.
Dal lato che guarda il sud passiamo al grande appartamento del re, che gira dal lato
occidentale. Questo è l’appartamento più bello, da cui a colpo d’occhio si scopre il mare, il piano
di Capua e S. Elmo di Napoli. Qui comincia un lusso interminabile di marmi, di colonne, di statue, di
dipinti, a fresco e sopra tela, di volte dorate, d’arabeschi, d’armi, di candelabri in cristalli, di
specchi, di arazzi, di gabinetti, e sono stanze vastissime, sale immense...
L’appartamento della regina si trova dal lato nord, girando per l’ovest. Il resto del grande
edifizio è distribuito per i principi e le principesse reali.
Tutte le camere sono a volta e maestrevolmente fatte; dall’appartamento del re si passa a quello
della regina per una galleria lunga 38 piedi, larga 42 ed alta 52, veramente grandiosa.. Mi dice il
segretario che appena una metà del palazzo è decorata ed abitata dal re, dalla regina e dal
seguito, l’altra è del tutto ancor nuda. Tutto l’edifizio è composto di 5 piani abitabili, cioè il pian
terreno, l’ammezzato, il piano nobile, il secondo piano, e l’attico disposto sul fregio, dove può
alloggiare la corte del servitorame, dei cortigiani.
L’officine, le cucine e le cantine si trovano sotto il pian terreno; queste cercherò vederle un’altra
giornata, come anche il teatrino, che mi dice il segretario essere molto bello.
Siamo già alle ore 2 pom. circa, il tenente mi fa chiamare per il nostro piccolo desinare, al quale
facciamo molto onore.
Lungo la giornata arrivano gran quantità di carri, carrozze di servitorame della Corte, cortigiani,
dignitari, tutti con la loro rispettiva servitù. Si è già sicuri che il re sarà qui alle ore 10 di domani,
secondo quello che si dice dai nuovi arrivati.
19 19 novembre novembre. novembre Alle ore 9 ant. siamo pronti per la venuta del re. Il segretario viene ad avvisarci
che una staffetta è già arrivata e che una scorta di 25 uomini vada ad incontrare il re.
Il tenente Denantes ordina alla rimanenza delle guardie di schierarsi ai loro posti; i due
reggimenti di cavalleria e infanteria si schierano lungo il percorso del re. Tutto è pronto, i cortigiani,
le dame, sono al loro posto, tutti i picchetti armati sono già dalla mattina stabiliti.
Noi tutti in alta tenuta di parata siamo con 15 guardie schierati sotto la statua d’Ercole di fronte al
gran scalone, le altre 15 con un maresciallo sono negli appartamenti reali al posto loro assegnato.
Precede la carrozza reale la nostra guardia.
Arriva il re con berlina tirata da sei cavalli, io l’osservo per un momento dal portone centrale,
seguito da oltre una quindicina di vetture reali. Tutti siamo al posto; il re dà il braccio alla regina,
poscia seguono gran numero di cortigiani, generali e grandi dame, e nella gran piazza odo il suono
della Fanfara della cavalleria francese.
Ora palazzo rele alloggia tanta gente, quanta ne possa avere un buon villaggio.
Nella serata verso le ore 7 pom., mentre stavamo col capitano nel gran salone delle guardie,
venne l’ordine del duca Cassano Serra, gran cacciatore del re, per mezzo del conte Balza, tenente
di caccia, che l’indomani restasse alla cura del capitano di ridurre il servizio ad una decina di
uomini nell’interno del palazzo, nei punti dove il prefetto delle reggia crederebbe più opportuno.
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