Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

1814
1815
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1 1 gennaio gennaio. gennaio . Aversa Aversa. Aversa
Entriamo nel novello anno, torbido e oscuro, e forse gravido di tristi avvenimenti,
come viene sussurrato da molta gente esperta.
Il famoso congresso di Vienna continua a funzionare (e chissà per quanto tempo ancora) per
stabilire il futuro equilibrio politico dell'Europa. Secondo che si dice, pare che il ministro
plenipotenziario francese, duca di Talleyrand, sia un acerrimo nemico del nostro re, e vuole
assolutamente che il regno di Napoli sia integralmente e senza nessuna restrizione restituito al
legittimo sovrano Ferdinando di Sicilia, salvo un compenso in altro luogo al re Murat. Ma però tutte
queste ciarle sono sempre messe in giro da chi ha interesse di farne propaganda; solo è certo che il
congresso finora nulla ha deciso al riguardo.
Molti volontari giungono alla capitale dagli altri Stati italiani, forse infastiditi o perseguitati dai
governi locali. Il re di buon grado li accetta e l'incorpora nella sua armata.
7 7 gennaio gennaio. gennaio Alle 11 ant. sono stato chiamato dal maggiore Celentano, il quale mi ha fatto conoscere
che mi è stato accordato un breve congedo di trenta giorni, il massimo che si possa concedere,
giusta l'ultima disposizione entrata in vigore con il primo dell'anno. Essendo a mia conoscenza detta
disposizione, l’ho accettato; sempre meglio di nulla, servirà a rinfrancarmi un pochino. Il maggiore
mi ha fatto noto che da domani, giorno 8, era in congedo fino al 6 febbraio prossimo.
8 8 gennaio. gennaio. Aversa Aversa. Aversa Questa mattina, verso le 11 ant., dopo aver dato la debita consegna della
compagnia al mio tenente, ed assestato il tutto inerente al servizio, con cielo disposto alla pioggia
mi son trasferito alla capitale in vettura privata. Ivi cercherò passare tranquillamente il mio meschino
congedo, non essendovi riuscito, come era mio ardente desiderio, trasferirmi al mio paese, per la
brevità del tempo concesso.
9 9 gennaio. gennaio. Napoli. Napoli. Ieri sera incontrai D. Luigi La Greca verso le 4 pom., e mi obbligò seguirlo al
caffè di Gallo o di Parigi, che trovasi al largo di Palazzo, complimentandomi una tazza di caffè.
Poscia, vedendo che s’annottava, mi ha detto: “Capitano, non ritorni questa sera in Aversa?”
“No, perché sono in congedo per 30 giorni”.
“Dunque vai a Polignano?”
“No, caro D. Luigi; questo era il mio divisamento, ma per la brevità del tempo preferisco restare
qui”.
“Certamente, perché, tra andata e ritorno, ti resterebbero da sei a sette giorni al paese, perciò
non vale la pena di muoverti”.
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