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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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1808<br />

gruppi <strong>di</strong> gendarmi a cavallo ed a pie<strong>di</strong> fanno lettura in tutte le vie, piazze e viuzze del decreto<br />

della proclamazione del re <strong>Murat</strong>.<br />

3 3 3 settembre settembre. settembre Ieri mattina verso le 5 ant. partirono la rimanenza degli equipaggi del re <strong>Giuseppe</strong>,<br />

che trasportavano, secondo che mi fu detto, i suoi tesori d'arte trovati qui ed immense argenterie,<br />

composti in quattro cassoni, ognuno tirato da sei robusti cavalli. Dicono i francesi che al re<br />

<strong>Giuseppe</strong>, uomo <strong>di</strong> lettere e non <strong>di</strong> spada, succede un altro che ha fama <strong>di</strong> un gran guerriero, bello<br />

al pari <strong>di</strong> un arcangelo.<br />

Ho saputo che si riunì il consiglio <strong>dei</strong> ministri il giorno 31 dello scorso mese e proclamò l'ab<strong>di</strong>cazione<br />

<strong>di</strong> re <strong>Giuseppe</strong> e la proclamazione <strong>di</strong> re Gioacchino <strong>Murat</strong> al trono <strong>di</strong> Napoli. Poscia fu formata la<br />

commissione per andare ad incontrare per via il nuovo re, e tosto partirono il ministro marchese<br />

Dragonetti ed il consigliere <strong>di</strong> Stato Giacomo Granito più la nobiltà rappresentata dal duca <strong>di</strong><br />

Terranova, principe <strong>di</strong> Belvedere, e dal principe Strongoli, ed altri.<br />

6 6 settembre settembre. settembre Questa mattina, all’alba tutti i forti della città han fatto fuochi <strong>di</strong> salve per il prossimo<br />

arrivo del nostro nuovo re. Ho saputo che a Torino si trattenne parecchi giorni, ospite <strong>di</strong> suo cognato<br />

D. Camillo Borghese, ed il giorno 31 agosto partì alla volta <strong>dei</strong> suoi Stati <strong>di</strong>rettamente. Giunse alle<br />

ore 4 pom. del 5 corrente a Portello, primo paese del suo regno, ed ivi erano ad attenderlo il<br />

generale Reynier, Valentin ed il sindaco <strong>di</strong> Fon<strong>di</strong>. Quivi sostò qualche ora, ed in suo onore vi erano<br />

stati costruiti parecchi archi <strong>di</strong> trionfo. Giunse verso il tramonto a Castellone e cercò fare parecchie<br />

ore <strong>di</strong> sonno, perché ne aveva gran bisogno, avendo viaggiato notte e giorno continuatamene.<br />

7 7 settembr settembre. settembr settembr I preparativi per accogliere degnamente il sovrano sono completamente terminati<br />

durante la notte. Il re è partito da Castellone <strong>di</strong> buon mattino, fermandosi qualche ora a Gaeta,<br />

scortato dalle guar<strong>di</strong>e provinciali che lo seguono fin da Portello alla capitale. Facilmente sarà fra<br />

noi nelle ore del pomeriggio, essendo arrivato a Caserta alle ore 9 antimeri<strong>di</strong>ane.<br />

8 8 settembre settembre. settembre Il re giunse ieri alle ore 5 pom. preceduto ad intervalli da quattro staffette.<br />

La città pare trasformata; sono stati eretti archi <strong>di</strong> trionfo, trofei, iscrizioni, statue ecc. Il largo del<br />

Mercatello e dello Spirito Santo si è ripulito completamente, mandando via la compagnia<br />

cavallerizza al largo del Castelnuovo. In questo largo v’è piazzata una statua equestre <strong>di</strong><br />

Napoleone; al largo del real palazzo fra bei trofei trovasi innalzata la statua <strong>di</strong> Carolina nostra<br />

regina sotto forma <strong>di</strong> Giunone; all'ingresso <strong>di</strong> via Foria vi è piazzato un grande arco <strong>di</strong> trionfo e<br />

similmente un altro all'imbocco <strong>di</strong> via Toledo presso le fosse del grano. Molti reggimenti a pie<strong>di</strong> e a<br />

cavallo si trovano schierati lungo la via da Caserta a Napoli durante il passaggio del re.<br />

Tutti i corpi <strong>di</strong> cavalleria e d’infanteria, alle ore 2.40 incominciarono a piazzarsi lungo le vie ai<br />

loro posti assegnati, dal real palazzo fino all'estremità <strong>di</strong> via Foria, come più innanzi <strong>di</strong>rò.<br />

Il reggimento 9° cavalleggieri della guar<strong>di</strong>a reale ed il nostro corpo <strong>dei</strong> Veliti fummo ad<br />

attendere il re fuori Napoli, poco lungi da S. Giovannello. Arrivò l'ultima staffetta, la quale<br />

precedeva il re <strong>di</strong> un 20 minuti; tosto ci venne l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> metterci in due file, lasciando tutto il largo<br />

possibile nella strada.<br />

Arrivò il re con carrozza tirata da sei cavalli, con scorta d’uffiziali del 28° dragoni <strong>di</strong> sede ad<br />

Aversa.<br />

Appena smontò il re, il generale Perignon presentò con gran rispetto le chiavi della capitale, e<br />

subito inforcato un bel cavallo morello, si arrivò per la città; la Corte, i ministri, i generali, gli<br />

uffiziali, noi tutti gridammo: viva il re! Apriva il corteo uno squadrone <strong>di</strong> cavalleggieri; a 20 passi <strong>di</strong><br />

lontananza veniva il re, seguito dai generali a 10 passi dal sovrano; dopo i cavalleggieri i veliti e le<br />

carrozze <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnitari, ed altro resto <strong>di</strong> cavalleria. Fummo col re al serraglio alle ore 5.20 pom. circa;<br />

alle ore 5.40 allo Spirito Santo; qui venne ricevuto alla porta della chiesa dal Grande Elemosiniere<br />

<strong>di</strong> palazzo car<strong>di</strong>nal Firrao con paludamenti sacri e baldacchino; ivi fu cantato il Te Deum.<br />

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