Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

Seconda parte
comando del conte Witgenstein. Si vuole che le due prime armate abbiano effettuato la loro
congiunzione.
9 9 ottobre ottobre. ottobre Continuano sempre in tutte le ore del giorno truppe in movimento sulla nostra via,
essendo ieri per il grande afflusso successa una strozzatura nei movimenti, e per conseguenza le
infanterie furono costrette bivaccarsi lungo la via.
Ieri giunse l'Imperatore Napoleone a Wurzen col corpo della sua guardia, dove ha stabilito il
suo quartier-generale: l'abbiamo saputo da staffette da poco arrivate.
Nel pomeriggio correva voce che ci fosse stata una gran mischia tra il corpo del Maresciallo
d’Augereau, forte di 12.000 uomini, ed un corpo austriaco, il quale voleva chiudergli il passo;
d’Augereau lo ha assalito battendolo, e gli austriaci, secondo il loro costume, si sono tosto eclissati.
10 10 ottobre ottobre. ottobre Questa mattina alle 6 ant. ci siamo messi in marcia facendo rotta per Mockau-
Eilenburg, ed in questo primo luogo abbiamo trovato il corpo di cavalleria della guardia imperiale
sotto gli ordini del Maresciallo Lefebvre-Desmonettes con la brigata di Pirè e quella di Vallin,
restando tutti sotto gli ordini del supremo comandante generale Latour-Maubourg. Dopo una
piccola sosta tutti abbiamo ripreso la marcia per diverse vie alla volta della cittadina di Eilenburg.
Spesso lungo la nostra marcia abbiamo trovato qualche piccolo elemento dell’inimico che tosto è
sparito come fulmine.
Verso le 10 siamo arrivati presso Eilenburg, bivaccando sulle rive della Mulda, e qui subito
abbiamo saputo trovarsi l'Imperatore col suo quartier-generale in città.
11 11 11 ottobre. ottobre. Bivacco Bivacco Bivacco di di Eilenburg Eilenburg. Eilenburg Eilenburg S.M. l’Imperatore alle 6 ant. è passato tra le nostre linee. Noi
l'abbiamo ricevuto al suo passaggio schierati in colonna per squadrone al grido di “viva
l'Imperatore!” Napoleone cavalcava secondo il solito una ventina di passi innanzi, coperto da un
pesante cappotto grigio e seguito da uno sciame di alti graduati che formavano il suo grosso statomaggiore.
Egli col cappotto quasi calato su gli occhi incedeva maestosamente attraverso tutte le
truppe che l’acclamavano festosamente, proseguendo la via per Deuben. Oltre al suo grande stato
maggiore, veniva scortato da otto squadroni, quattro di guardie d'onore e quattro di diversi
reggimenti della guardia imperiale a cavallo. Indi una quantità di vetture, carri di bagagli ecc., ed
altre truppe della guardia al seguito. In questa pianura si vuole che siano ammassati parecchi corpi
d'armata francesi, per un complessivo numero di oltre 120.000 uomini.
Nel corso del meriggio ho fatto conoscenza occasionale con un tenente dei granatieri a cavallo,
della guardia imperiale.
Tutti questi reggimenti che formano il detto corpo della guardia, sono montati ed equipaggiati
con molto sfarzo, ma quello che maggiormente mi ha fatto sensazione è stato il reggimento dei
granatieri a cavallo: bei pezzi di giovani, della più alta taglia, e ciò che li fa spiccare di più dando
loro un'aria marziale, sono i grandi berrettoni pelosi e gli alti stivali alla scudiera. Questo giovane
tenente, dal portamento fino e cortese, mi ha comunicato le seguenti notizie.
Gli ho domandato: “Vi siete trovato in qualche fatto d'arme?”
“Si, collega; il giorno 28 settembre il generale Lefebvre col corpo della cavalleria della guardia
e con alcuni reggimenti d'infanteria anche sotto i suoi ordini, volle ostacolare il passaggio ad un
corpo di prussiani e russi che dalla Boemia volevano passare in Sassonia presso la città di
Allemburg. Sul principio del combattimento a noi pareva volgere la vittoria: ma sopraggiunti per
pura combinazione rinforzi i quali battevano la medesima rotta, Lefebvre fu costretto di piegare con
perdite di un migliaio d'uomini fatti prigionieri, tra la cavalleria e l'infanteria, compresi anche un
colonnello ed una trentina d’uffiziali, senza contare i feriti e i morti che lasciammo sul campo
d'azione. Il nostro corpo sarebbe rimasto decimato, se non ci fosse stata una fortunata
combinazione”.
“E quale, amico mio?”
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