Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

1813
quel che si dice, sono gravi, avendo solo nel nostro campo lasciato oltre 1.000 morti e circa 400
prigionieri. Nel mio squadrone abbiamo avuto quattro feriti e due morti da colpi di artiglieria.
Tutti si sono comportati valorosamente come vecchi soldati, e fra questi devo notare con orgoglio
anche i miei commilitoni napolitani, che hanno menato sciabolate forse con maggior vigore dei
francesi.
Uno solo di essi ha riportato una leggerissima ferita di baionetta alla coscia, tanto da poter
similmente nel corso del dimani rimanere a cavallo, essendo una semplice scalfitura.
Noi siamo rimasti bivaccati sul campo di battaglia, molto fangoso e disagevole; durante la
serata una gran quantità di carri ci ha fornito di foraggiamento per i cavalli.
Domani mattina similmente sarà distribuito ai soldati il pane anche per due giorni, onde trovarsi
ogni reggimento disposto a prendere la marcia in tutti i momenti, senza stare ad attendere il
rifornimento viveri con i carri.
Discorrendo col mio capitano dei fatti svoltisi lungo la giornata, egli così si è spiegato: “Di soli
prigionieri ne abbiamo fatti oltre 2.000, tra russi, prussiani ed austriaci, senza contare i morti che
sorpassano di gran lunga il paio di migliaia, non essendo ancora accertato il loro numero dal
riparto dei sepoltori che si è messo all'opera. Da rapporto che abbiamo comunicato al colonnello, il
nostro reggimento ha avuto 23 feriti e 7 morti. Ora, come tu vedi, le mie previsioni si vanno
avverando in nostro favore, avendo combattuto nella giornata d'oggi 120.000 francesi contro
200.000 alleati, e spero che la giornata di domani, che sarà decisiva, ribadirà il mio asserto”.
“Dunque, capitano, per domani vittoria certa?”
“Sicuramente; l'indice dei fatti l’ha dimostrato oggi, essendosi tutti battuti da leoni, infanteria e
cavalleria, senza dire che queste truppe hanno percorso ben quaranta leghe a marcia forzata in
solo quattro giorni stanchi, e fiacchi si sono battuti divinamente. Ora, secondo me, gli austriaci,
dopo quelle sonore batoste ricevute oggi, son sicuro che faranno senno a ritirarsi, perché, come sai,
il successo d’una battaglia è di capitale importanza, e spesse volte è causa di far crollare troni,
frantumare regni rendendo orgogliosi i soldati della vittoria”.
Il cielo si è coperto di neri nuvoloni con spessi bagliori di lampi dalla parte del Nord. Dopo aver
vergato gli avvenimenti della giornata, ho divorato un poco di formaggio e pane, e mi sono
addormentato su alcuni rottami di tavole.
27 27 agosto. agosto. Bivacco Bivacco Bivacco di di Friedrichstadt
Friedrichstadt. Friedrichstadt Mentre dormiva saporitamente sotto un carro austriaco mezzo
sconquassato, è battuta la sveglia verso le 3.40 ant. Mi son levato tutto indolenzito dal cattivo
giaciglio della notte. Il cielo è coperto di densi nuvoloni e comincia leggermente a piovigginare.
Durante la notte ci sono stati grandi movimenti di truppe d’infanteria francese alle nostre spalle, per
trovarsi a punta d’alba al posto assegnato.
Alle 5 precise ci siamo messi in marcia con una pioggiolina molto insistente, tanto che il mio
mantello è subito inzuppato. Il cielo si è fatto chiaro, ma di color plumbeo per la forte nebbia che
regna, nulla si vede a trenta passi di lontananza.
La divisione del generale Teste questa notte ha funzionato da punta avanzata, trovandosi tra noi
e le colline dove ieri si rifugiarono i bravi militi dell'armata austriaca, la quale è sotto gli ordini del
generale in capo Schwarzemberg, e si vuole che il maggior contingente degli alleati sia l’austriaco.
La divisione del generale Teste è andata a stabilirsi presso il villaggio di Plauen; noi abbiamo
ripreso la marcia in senso retroguardo passando per il villaggio di Prietznitz, ed abbiamo fatto un
giro abbastanza vizioso per sbucare sulla strada di Freyberg. Lungo la nostra marcia ha piovuto
continuamente, non lasciandoci un pollice d’asciutto.
Il nostro re Murat che dirige il nostro movimento è fra noi dall'inizio. Verso le 10.30 ant.siamo al
punto stabilito, sotto una dirotta pioggia, onde minacciare l'ala sinistra austriaca, la quale tanto per
la nebbia fitta e pioggia non si è accorta per nulla del nostro aggiramento. In lontananza si ode il
cupo rombo delle artiglieria di centinaia di cannoni messi in azione da qualche ora prima.
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