Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

1814
18 18 giugno giugno. giugno Nel corso della serata mi son recato dal duca Leto, dal quale ho saputo che il Ministro
della Guerra e Marina ha preso in considerazione il mio esposto e a tempo opportuno sarò
appagato.
20 20 giugno giugno. giugno Nella capitale corrono tante voci curiose e strane, venute secondo molti da fogli
parigini, i quali fanno conoscere essere gli alleati in pieno accordo di restituire al re Ferdinando il
Regno di Napoli e dare al nostro re l’isola di Sardegna in compenso della cessione, e il re degli
Stati Sardi compensarlo col Genovesato, che verrebbe incorporato al Piemonte. Credo però che
siano ciarle messe in giro dai borboniani, perché io non ho letto nessuno di questi fogli.
23 23 giugno giugno. giugno Quest'oggi la principessa Paolina Borghese è passata dalla residenza della Favorita
alla sontuosa villa del principe Torella, genero del fu ministro Saliceti che l'acquistò nel 1807,
secondo che mi è stato riferito. Questa bella villa, molto spaziosa, si estende sulla collina del
Vomero lungo il pendio meridionale, da dove si scorge un delizioso panorama.
25 25 giugno giugno. giugno È già da un pezzo che fervono i lavori di restauro al teatro di S. Carlo; ma si vuole che
non saranno terminati per la fine del mese, come era stato stabilito, e perciò ora si allestisce
provvisoriamente il teatro del Fondo.
Nella capitale circolano sempre le medesime ciarle, né mancano fogli italiani e forestieri che non
diano l'imbeccata sul Regno di Napoli che sarà restituito a re Ferdinando di Borbone, e a
Gioacchino la Sardegna.
Tutti i giorni arrivano forestieri nella città da tutte le parti d'Europa, massimamente dallo Stato
Britannico, che sono ammiratori tanto del Vesuvio che delle antichità.
2 2 2 luglio luglio. luglio Verso sera sono stato dal duca per sapere se ci fossero notizie che mi riguardassero; ma ho
notato che tuttora è buio pesto. Egli, tra le tante cose sagge riferitemi, mi ha fatto leggere un foglio
milanese, il quale a grossi caratteri riporta il pomposo proclama emanato dal generale Bellegarde
a quelle popolazioni. Dopo terminata la lettura così ha conchiuso il duca: “Con questi pomposi
proclami credono portare per il naso le popolazioni; s’ingannano di certo questi signori. Essi
ricordano molto bene il 1789, e sappiano che ogni rivoluzione magari soffocata è una conquista
che demolisce sempre qualche cosa; da quell'epoca abbiamo modificato parecchie opinioni e
giudizi; si ricordi l'imperatore d'Austria che oggi è stata la caduta di Napoleone, forse domani sarà
la sua o di chi per lui!”
Ecco il proclama:
“Noi Enrico Conte di Bellegarde Ciambellano e Consigliere intimo di Stato di S.M. Imperiale e
Reale Apostolica, Commendatore dell’Ordine di Maria Teresa, Gran Croce di Leopoldo,
Colonnello proprietario dei Cavalleggieri, Maresciallo, Presidente del consiglio Aulico di Guerra, e
comandante in capo dell'esercito d'Italia. La pace segnata a Parigi il 30 maggio p.p. ha fissato su
basi stabili e sicure la tranquillità ed il destino dell'Europa.
La sorte di questi paesi fu del pari determinata: Popoli della Lombardia, del Mantovano, del
Bresciano, del Bergamasco, e Cremasco, un felice destino vi attende, le vostre province sono
definitivamente aggregate all'Impero d'Austria. Voi resterete tutti uniti ed egualmente protetti sotto
lo scettro dell’Augustissimo Imperatore e Re Francesco. Padre adorato dei suoi sudditi Sovrano
desiderosissimo di quegli Stati che hanno la bella sorte d'essere soggetti.
Dopo d’aver con le sue armi gloriose composta la più grande impresa, Egli si restituisce tra le
benedizioni dei popoli alla sua capitale, dove le prime e particolari sue cure e sollecitudini saranno
dirette a dare alle vostre province una forma soddisfacente e costante ed un'organizzazione che
varrà ad assicurare la vostra futura felicità.
Ci affrettiamo di rendere noti ai popoli delle dette province questi graziosi sentimenti della
Maestà Sua, e restiamo persuasi che il vostro spirito esulterà per un'opera sì fortunata e
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