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<strong>JPMorgan</strong> <strong>Funds</strong><br />

Relazione dei Gestori degli Investimenti<br />

Per l’esercizio finanziario conclusosi il 30 giugno 2011<br />

Analisi del mercato<br />

I mercati azionari globali hanno fatto registrare forti rialzi nel corso dei 12 mesi fino alla fine di giugno 2011, periodo in cui l'MSCI World Index ha guadagnato<br />

il 10,8% in termini euro in un contesto di notevole crescita degli utili aziendali (fonte: FactSet).<br />

Per contro, gli investitori in titoli di stato hanno subito perdite in termini di euro e il <strong>JPMorgan</strong> Global Bond Index ha subito una perdita del 6,9% in termini di<br />

euro. I rendimenti sono stati negativi nel periodo a causa delle condizioni ambientali sfavorevoli per i bond determinate dalla debole ripresa, crescenti<br />

pressioni inflazionistiche e aspettative di incremento dei tassi di interesse nei mercati dei paesi industrializzati.<br />

I mercati obbligazionari sono stati, inoltre, colpiti dalle continue preoccupazioni per il debito sovrano dei paesi di Eurolandia. Nei paesi periferici di Eurolandia, il<br />

<strong>JPMorgan</strong> Ireland Index è calato del 22,9% e il <strong>JPMorgan</strong> Portugal Index ha perso il 21,5% poiché entrambi i paesi hanno dovuto ricorrere al salvataggio da parte<br />

dell'Unione Europea (UE) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) durante il periodo. Anche i mercati nei principali paesi europei hanno subito ripercussioni con<br />

una perdita di 1,0% del <strong>JPMorgan</strong> Germany Index e un calo dello 0,4% di <strong>JPMorgan</strong> France Index (fonte per gli indici dei titoli di stato: J.P. Morgan).<br />

Il periodo in esame era iniziato bene per i mercati azionari con una stagione di cospicui utili aziendali nel secondo trimestre del 2010. Tuttavia il sentimento<br />

positivo dei mercati era scemato rapidamente nel corso dell'estate con il progressivo diffondersi di incertezze sulle prospettive macroeconomiche eun<br />

atteggiamento attendistico degli investitori per vedere se le banche centrali avrebbero introdotte ulteriori misure di stimolo.<br />

Con la ripresa economica negli Stati Uniti ancora evidentemente fragile, Ben Bernanke, presidente della US Federal Reserve (la "Fed"), aveva parlato della<br />

necessità di una seconda fase di alleggerimento quantitativo (QE2). A settembre e ottobre i mercati si sono ripresi, poiché gli investitori hanno modificato le<br />

proprie priorità di investimento a favore dei titoli azionari in previsione del QE2. Il 3 novembre la Fed ha annunciato un pacchetto di acquisto di asset<br />

superiore alle aspettative e pari a 600 miliardi di USD, che è stato accolto favorevolmente dal mercato.<br />

La ripresa dei mercati azionari mondiali è venuta meno verso la fine di novembre quando le preoccupazioni relative al debito sovrano dei paesi di Eurolandia<br />

e al tasso di inflazione in Cina hanno ulteriormente minato la fiducia degli investitori. Il salvataggio dell'economia irlandese da parte dell'UE e del FMI ha<br />

attenuato i timori aiutando i mercati mondiali a ritrovare un impulso al rialzo verso la fine del 2010. Il sentimento è stato ulteriormente rafforzato nei primi<br />

mesi del 2011 dai robusti indicatori economici principali provenienti dai paesi industrializzati e, generalmente, dai buoni risultati di utili aziendali per il<br />

quarto trimestre del 2010.<br />

L'instabilità geopolitica in Nord Africa e in Medio Oriente è venuta alla ribalta a febbraio con lo scatenarsi di proteste politiche in Tunisia e in Egitto. A marzo,<br />

la violenza è peggiorata e i disordini civili si sono propagati a Bahrein e Libia, con conseguenti interruzioni della produzione petrolifera che hanno<br />

determinato un netto aumento dei prezzi del petrolio. Gli investitori in titoli obbligazionari dei paesi industrializzati hanno temuto che l'aumento dei prezzi<br />

del petrolio avrebbe contribuito a far lievitare ulteriormente le pressioni inflazionistiche già esistenti, provocando un rialzo anticipato dei tassi di interesse<br />

rispetto alle previsioni.<br />

In Europa, ad Aprile la Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interesse di 0,25%, portandoli a 1,25%, nel tentativo di riportare l'inflazione al di sotto<br />

del suo target del 2% - diventando così la prima banca centrale di un importante mercato industrializzato ad adottare un simile provvedimento. Nei mercati<br />

emergenti, anche le banche centrali di Brasile, Corea, India e Thailandia hanno aumentato i loro tassi di interesse chiave, nel corso del periodo in esame, nel<br />

tentativo di combattere l'aumento dei prezzi. Tuttavia, nonostante un'impennata dell'inflazione, la Banca d'Inghilterra e la Federal Reserve statunitense<br />

hanno mantenuto i tassi invariati in considerazione del perdurare di una debole crescita economica.<br />

I mercati sono stati travolti da un'ulteriore ondata di incertezza quando un devastante terremoto, di magnitudine 9.0, ha colpito il Giappone l'11 marzo. Le<br />

preoccupazioni per le ripercussioni del terremoto, in particolare sulle linee di produzione e le catene di approvvigionamento dell'industria manifatturiera<br />

hanno determinato perdite su tutti i mercati mondiali.<br />

La volatilità del mercato è continuata con il riemergere della crisi del debito sovrano dei paesi di Eurolandia, verso la fine del periodo in esame. Un<br />

tempestivo pacchetto di salvataggio da parte dell'UE e del FMI per il Portogallo ha rassicurato gli investitori, tuttavia a maggio le preoccupazioni si sono<br />

appuntate sulla Grecia, nel cui caso il default sul debito pubblico ha cominciato a diventare un'eventualità sempre più probabile.<br />

Il parlamento greco ha alleviato le preoccupazioni degli investitori verso la fine di giugno approvando un nuovo piano quinquennale di ulteriori tagli della<br />

spesa pubblica, aumenti delle tasse e vendita di beni patrimoniali dello stato, gettando le basi per il rilascio da parte dell'UE e dell'IMF della successiva<br />

tranche di finanziamenti previsti dal piano di salvataggio. Tuttavia, i mercati sono rimasti volatili in attesa che i politici europei trovino una soluzione<br />

definitiva della crisi.<br />

Nel frattempo, l'impatto dei maggiori prezzi del petrolio, del terremoto in giappone e della politica monetaria restrittiva ha cominciato a farsi sentire nei dati<br />

economici. in Cina, gli investitori hanno cominciato a preoccuparsi di un tonfo dell'economia per il peggioramento dei dati industriali. Nel frattempo, i dati<br />

economici degli USA hanno indicato un rallentamento caratterizzato da una flessione dell'attività manifatturiera ad aprile e maggio, aumento della<br />

disoccupazione e continue difficoltà per il mercato immobiliare. Il periodo si è concluso con la rassicurazione da parte dei funzionari della Fed che l'uscita dal<br />

QE2, a partire dal 30 giugno sarebbe stata progressiva e flessibile.<br />

Prospettiva<br />

La recente debolezza dei dati economici globali ha seminato negli investitori il dubbio se stiamo semplicemente attraversando un periodo di leggera<br />

flessione economica o se si tratta dell'inizio di una nuova recessione. Appare molto più probabile che stiamo assistendo a una leggera flessione di metà ciclo<br />

e che la crescita riprenderà verso la fine dell'anno e nel 2012, considerato che la Grecia riceverà un'altra tranche dei finanziamenti del piano di salvataggio<br />

dell'UE e del FMI, i prezzi del petrolio dovrebbero stabilizzarsi e i problemi di approvvigionamento in Giappone dovrebbero risolversi.<br />

Negli USA, si prevede che la Fed mantenga la politica dei tassi di interesse invariata per tutto il 2011 e probabilmente anche il 2012, al fine di sostenere la<br />

crescita economica. Le condizioni monetarie rimangono generalmente favorevoli anche nei paesi di Eurolandia e in Giappone e nel Regno Unito i tassi di<br />

interesse sembrano destinati a rimanere più bassi ancora più a lungo poiché è probabile che la Banca d'Inghilterra preferirà ritardare un ritocco verso l'alto<br />

dei tassi considerato che l'economia sta appena adesso iniziando ad avvertire il pieno effetto delle misure di austerità fiscale varate dal governo.<br />

Sui mercati azionari mondiali, il sentimento rimarrà, probabilmente, cauto per il perdurare delle incertezze sull'andamento dell'economia mondiale e in<br />

particolare delle prospettive per USA e Cina. Anche le preoccupazioni relative alla situazione in Medio Oriente e al debito pubblico di Eurolandia<br />

continueranno a mettere alla prova la fiducia dei mercati. Detto questo, sul piano mondiale le valutazioni non sembrano azzardate, considerate le<br />

aspettative di una robusta crescita degli utili aziendali nel 2011.<br />

I Gestori degli Investimenti<br />

4 ottobre 2011<br />

Le informazioni contenute nella presente relazione hanno carattere storico e non necessariamente indicative di prestazioni future.<br />

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