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• Hommage à Erri De Luca
Napòlide o napoletano?
Caterina Cotroneo
Pubblicato dalla casa editrice napoletana Dante § Descartes nel giugno del 2006 1 ,
Napòlide è costituito di venti racconti la cui tematica confluisce nel primo, eponimo, di cui si
fa l’emblema. Ancora una volta il prolifico scrittore napoletano rammenta e conferma lo
stretto rapporto che lo lega alla sua città natía, attraverso i ricordi d’infanzia, le storie di
guerra, i commenti sugli anni ‘50 e i più vicini. Sotto la penna del Nostro la città partenopea
traspare sempre più recondita e vicina, sempre più sofferta e patita, sentita quasi come una
madre matrigna leopardiana. Dal suolo partenopeo il grande poeta romantico sembra
d’altronde ispirarlo sì con soffio arcano, ma con lo stesso peso sofferente della vita. Lo
scrittore si dichiara napòlide 2 , perché “straniero”(32), “estraneo”(16)”ospite”(6) della sua città
da cui del resto si è allontanato a diciott’anni di suo grado e in cui non risiede più:
Chi nato a Napoli si stacca perde la cittadinanza, è napòlide 3 .
Perché questo neologismo? Non è stato forse lui a respingere la città? Col trascorrere del
tempo Napoli è diventata più acerba e il suo giudizio ora più severo? Cercheremo di
giustificare questo epiteto analizzando la città d’origine nelle vene, a fior di pelle, e nella voce
del suo protagonista.
Il sangue
La vita di Erri De Luca è segnata a sangue. A Napoli si sente estraneo fin da piccolo. La
città puzza gli fa ripulsa come gli abitanti. Il poco di sangue americano che ha nelle vene gli
fa desiderare a 16 anni di esser portato via dal proprio sangue, quello di San Gennaro, della
“città dei sangui”(71). Il tempo scande inesorabilmente la cesura da Napoli: 1968 è la data
dello stacco, 1980 l’anno del ritorno, uno solo. C’è di mezzo un amore napoletano, il primo e
l’ultimo. Amare la città e la ragazza sono un tutt’uno, ma solo un miraggio. Erri De Luca
diventa poeta della perdita della città d’infanzia, dell’amore negatogli, del padre cieco, e della
1 L’anno 2006 è stato molto fecondo per Erri De Luca con la pubblicazione di In nome della madre e di
Napòlide. In Francia la casa editrice Gallimard ha pubblicato in novembre tre libri di Erri De Luca: Sur la trace
de Nives, Comme une langue au palais, Au nom de la mère e inoltre Le chanteur muet des rues scritto in
collaborazione con François-Marie Banier.
2 Lo scrittore, comincia col mettere in relazione il termine apolide, senza patria, con la propria perdita della
cittadinanza napoletana, coniando poi il neologismo di napòlide che applica a se stesso.
3 Il verbo “staccarsi” è presente già in Tu, mio e in Il contrario di uno.
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