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i38 FARI jnetcnsioni dell'attiguo monastero. La congregazione Ibrinò le sue co- «liluzioni e regole per 1' esercizio ili opere caritatevoli, e di virtù cristiane e civili, che pubblicò colle stampe. Indi si elesse a protettori i ss. martiri Giovanni e Paolo già cortigiani nella corte dell* impera- tore Costantino, e di s. Costanza kua figliuola, che dappoi rifiutarono di servire V empio Giuliano apo- stata, il quale per la loro nobiltà e virtuosi costumi istantemente li voleva nella sua imperiai corte. La congregazione in poco tempo fece risplendere il divin culto nel- le chiesa di s. Lorenzo in Fonte, luogo memorabile negli atti di s. Lorenzo, e di altri santi martiri, restaurandola convenientemente, e stabilendo la celebrazione non solo della festa titolare con solennità, ma ancora quelle de' loro patroni e la festa della Esaltazione della Croce con indulgenze. Delle opere di cristiana pietà, e degli esercizi virtuosi che si proposero seguire i confrati della congregazione, ne tratta il citato Piazza, e delle costi- tuzioni del pio luogo; ed in protettore di esso venne pel primo co- stituito il cardinal Francesco Bar- berini nipote del Papa. Dappresso alla chiesa venne poscia eretto un ospizio od ospedale provvisto del bisognevole, in cui sino agli ultimi anni del secolo decorso si ricevevano i vecchi, gì' infermi, e i po- veri cortigiani aulici appartenenti alla congregazione , cioè gì* impo- tenti di sostentarsi^ ed anche quelli che somministravano pagamento, tanto per curarli, che per dargli abitazione. La congregazione sov- veniva pure i suoi confrati disim- piegati e quelli bisognosi, facendoli anche seppellire con decenti ese- , FAxM quie, e con sulfragio di messe. Di- poi gli statuti furono riformati dal cardinal Pier Luigi Caraffa protettore, e visitatore apostolico, ed approvati da Clemente XII con la costituzione Universae ec.j data ai 4 febbraio lySS. Le cose della congregazione, sebbene con maturi- tà stabilite, per le vicende de' tem- pi richiamarono nuovamente l'at- tenzione e r autorità del cardinal Guglielmo Pallotta, prefetto della congregazione del concilio, protettore, e visitatore apostolico, che ai 28 dicembre 1791 con opportuni decreti alle nuove emergenze prov- vide . Lo spedale od ospizio , le abitazioni e le sovvenzioni che la congregazione dava ai nobiU aulici, per le vicende dell'invasione fran- cese cessarono. Per tali avveni- menti la congregazione rimase si può dire disciolta, sennonché il Papa Leone XII la richiamò alle antiche pratiche con decreto della sagra visita apostolica ai 18 ago- sto 1827, ed allora venne eletto in protettore il cardinal Giovanni Francesco Falzacappa, il quale pel buon regolamento volle rinnovati gU statuti, che si pubblicarono in Roma neir ottobre i838 con questo titolo: Statuto della ven, congregazione Urbana de nobili aulici nuovamente riformata dall' emi- nentissimo ec. con ispeciale facoltà approvato dalla s. Visita apostolica, Velletri i838, ov' è riportalo il sommario delle indulgenze concedute in perpetuo da Urbano Vili con breve dei i4 giug"^» 1628, e dal regnante Gregorio XVI con rescritto de' i6 febbraio i838. Oltre il protettore avvi uu prelato presidente, ed uno della congregazione n' è vice presidente. Nove cappellani amovibili ad, nu-
FAM timi della cougregazioue , ed uno col titolo di rettore, ulliciano nei giorni festivi la chiesa , ed allora intervengono in coro come il ca- pitolo di una collegiata . Al pre- sente, secondo il nuovo statuto ^ i membri che compongono la congregazione si sono tassati d'una sponta- nea obbligazione mensile onde formare un fondo capace di poter sussi- diare i maestri di camera bisognosi, secondo Io spirito dell' istituzione, e ciò senza recare aggravio alle rendite della congregazione urbana le quali s' impiegano ad onore del divin culto nella chiesa. In quanto alla chiesa di s. Lo- renzo in Fonte, essa fu edificata, secondo una costante pia tradizio- ne, sulla casa di s. Ippohto cava- bere romano, a cui fu dato in cu- stodia l'arcidiacono san Lorenzo, il quale insieme a Lucilio lo con- verti ivi alla fede, battezzandolo coU'acqua di un fonte, fatto mira- colosamente scaturire nel carcere ov'era ristretto, col solo toccare la terra con un dito : questo fonte da cui piglia nome la chiesa esiste ancora, e vi si scende per una porta a sinistra dell'edifizio. La chiesa dopo la sua fondazione fu risto- rata prima dal cardinal Giovanni Alvarez di Toledo de'duchi d'Alba nel 1543, quindi nel seguente secolo da Urbano Vili con archi- tettura di Domenico Castelli. Nel- l'iulerno la prima cappella a diritta fu fatta fabbricare da Giovan- ni Cipolla, che pure la dotò; il quadro della seconda, rappresentante la B. Vergine con due santi, è del cav. d'Arpino; e gU affreschi e l'Angelo che si vede al di fuori sono di Giambattista Speranza, il quale pur dipinse il battesimo am- ministrato da s. Lorenzo nel qua- , FAM 139 dro dell'altare maggiore; inoltre lo Speranza è eziandio autore del quadro dell' altare che segue dal- l'opposto lato , rappresentante i ss. Gio. e Paolo, come pure sono suoi gli affreschi, e l'Angelo nella volta esteriore. F. R.i delfino Venuti, Roma moderna tom. I, pag. i32. I caudatari de' cardinali, e loro cappellani hanno il sodalizio e col- legio in borgo, sotto l'invocazione di s. Maria della Purità, del quale parlammo all'articolo Caudata- rio, facendosi risalire l'origine nel pontificato di Paolo III. Non solo i nobili aulici in Roma hanno sodalizio, ma vi sono pure quelli dei cuochi, dei palafrenieri e dei cocchieri, come andiamo a dire, e prima lo avevano anco i credenzieri. Da ciò rilevasi quanto le famiglie dei cardinali ed altri della curia romana abbiano procurato sino dai precedenti secoli, di rendeisi de- gni di servire coloro che sono intimamente addetti alla santa Sede, e che sono i consiglieri, e i mini- stri del sommo Pontefice, I credenzieri sino agli ultimi anni del secolo passato ebbero una confraternita sotto l'invocazione di s. Elena imperatrice. Il sodalizio fu istituito da un gran numero di credenzieri de' cardinali, sotto Paolo IV l'anno iSSy, nella chiesa di s. Salvatore in Lauro, ove il sodalizio per qualche tempo ebbe cura della cappella della Madonna come narra il Fanucci, Opere pie di Roma lib. IV. Quindi la confraternita passò ad occupare una chiesuola dove è oggi quella di s. Andrea della Valle, dedicata a s. Luigi re di Francia, come si accennò trattando di questa ultima chiesa. Avendo poi la compagnia nel rione di s. Eustachio ottenu-
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