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FEL
centomila nel 1720. Qui noteremo
che nel 1727 Benedetto XIII es-
sendosi portato su di una feluca
pontificia da Porto d'Anzo, per
torre Paola a Terracina, scampò
il grave pericolo di essere preso da
due corsari barbareschi, che avendo
ciò penetrato, arditamente avevano
sbarcato a s Felice per fare
un colpo di mano. Deve qui no-
tarsi eziandio, che monsig. Collicola
tesoriere di quel Papa, a mezzo principalmente
di alcuni schiavi mao-
mettani , avea fatto restaurare il
canale che dal lago di Paola comunica
col mare; quindi avendo gli
schiavi compito il lavoro, ed essendo
ritornati nella Barberia, per
avidità di bottino osarono farvi ritorno
armati. Sapendo poi che da
quelle parti vi era il Papa Bene-
detto XIII, concepirono il disegno
di predarlo. Ciò non riuscendogli,
siccome capaci del luogo, di nottetempo
sfogarono sugli abitanti di
s. Felice la loro rabbia, li deruba-
rono, e ne fecero schiavi circa ventiquattro,
che poi riscattò il nomi-
nato monsignor Collicola, restituendo
così al paese la calma. Del re-
sto , divenuta la camera apostolica
padrona di questo luogo amenissimo,
ne ritenne il godimento sino
all' epoca dell' ultima invasione che
fecero gì' imperiali francesi dello
stato pontificio, in cui trovandosi
obbligata di supplire alle spese del
mantenimento di quell'armata, ven-
dette nel febbraio 1808 al principe
Stanislao Poniatowsky polacco^ do-
micihalo in Roma , la terra di s.
Felice, col lago Circeo, il monte
Circeo, la castellania di Capo di
Monte, Marta , e Bisenzo, la castel-
lania di Piansano, ed Arlena, e le
tenute di Falleri e di Pratafosse
nel territorio di Fabbrica, per la
FEL
somma di scudi 86,153, mediante
chirografo di Pio VII, riservando-
si questi però l' alto dominio sul
feudo di s. Felice, e sul suo litorale
e torri. Se non che nel medesimo
pontificato , a mezzo del
prelato tesoriere Belisario Cristaldi,
nel 1822 la camera apostolica ricomprò
dal principe Poniatowsky
questa terra, nella quale egli avea
fatto molli miglioramenti, come an-
che nel palazzi no di Paola, e perciò
fu da lui sborsata la somma
di settantotto mila scudi , senza
comprendervi le altre terre vendu-
te la prima volta.
L' interessante ed amena posizione
di questa terra mosse monsignor
Mario Mattei, al presente am-
plissimo cardinale, ed allora teso-
riere generale, allorché nell* ottobre
i83i vi soggiornava, a supplica-
re il regnante Pontefice Gregorio
XVI, quando trova vasi in Vellelri
ospite del cardinal Pacca decano
del sagro collegio, a voler consola-
re di sua presenza la popolazione
di s. Felice, ed onorare insieme il
tanto celebrato luogo. Il Pontefice
di suo venerato pugno scrisse nel-
la lettera responsiva al prelato, che
in altra più propizia circostanza
avrebbe ciò effettuato; laonde mon-
signor Mattei consegnò tale lettera
ai magistrati civici del luogo, per-
chè a memoria la custodissero nel-
Tarchivio comunale, come benigna
promessa che forse un giorno si sa-
rebbe realizzata, col rendere doppiamente
felice il luogo stesso. In
fatto nell'aprile 1889 essendosi de-
terminato il Pontefice di visitare
il castello, a' 24 di detto mese partì
da Terracina per recarvisi, venendo
incontrato presso la torre Vittoria
dal cardinal Antonio Tosti pro-te-
soriere generale , che precedente-