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26o FEL Felice prete della Chiesa romana. Sotto il regno di Diocleziajio solFei- se per la fede crudeli torture, e fu condannato alla morie. Allorché veniva condotto al supplizio, uno straniero che lo incontrò, mos- so dal desiderio di dare anch' egli la vita per la religione, si dichia- rò seguace di Gesù Cristo j e furono decapitati ambedue circa l'anno 3o3. Lo sconosciuto fu cliiamalo Adaiito , perchè martirizzato insieme con Felice. Questi due sart- li sono ricordati nel Sagramenta- rio di s. Gregorio I Magno ed in parecchi antichi calendari il giorno 3o d'agosto; e parte delle loro reliquie si venera nella cattedrale di s. Stefano in Vienna. FELICE, FORTUNATO ed A- CHILLEO (ss.). Discepoli di s. Ireneo di Lione, andarono per di lui ordine a diffondere il vangelo a Valenza nel Delfinato, ove colla divina pa- rola accompagnata dal dono dei prodigi, convertirono gran numero di pagani, e coronarono la loro missione col martirio circa T anno 2 12. Nel luogo ove furono sepolti edificossi una chiesa. Le reliquie di questi santi furono iti parte dis- perse dai calvinisti, e alcune se ne venerano ad Arles ed a Valenza. A Valenza si celebra la loro festa ai 28 di aprile, giorno in cui sono ricordati ne' più antichi martirologi latini, e ad Arles a'24 dello stesso. FELICE e NABORE (ss.), mar- tiri. F. Nabore (s.). FELICE Romano, Cardinale. F. Felice II (s.), Papa. FELICE DA Benevento, Cardi- nale. V. Felice IV (s.). Papa. FELICE Romano, Cardinale. Fe- lice romano della famiglia Anicia, fu cardinale prete del titolo de' ss. Nereo ed Achilleo. Prima di abbracciare lo FEL stato ecclesiastico ebbe un figlio dello stesso suo nome, che alcuni vogliono insignito della medesima digni- tà cardinalizia, e coli' istesso titolo mentovato. Questo figlio nell'anno 483 divenne sommo Pontefice, ed è s. Felice II detto III. FELICE, Cardinale del titolo di s. Sabina nel monte Aventino. Vivea al tempo di s. Gregorio I del 590. Ci mancano di lui ulteriori notizie. FELICE (s.) o s. FELICITA. Castello della legazione apostolica di Velletri, della diocesi di Terracina nello slato pontifìcio, situato sulle sponde del mare Tirreno, e sulla falda orientale del promontorio Circeo, parte sul piano, e parte sul colle. Prende il nome dalla chiesa della terra, in cui si venera il corpo di s. Felice martire. F. il Contatore, nella Storia di Terracina De castro s. Fclicis , seu Felicita- tis j dalla quale città s. Felice è distante circa dodici miglia. Il prin- cipale edificio è il palazzo della camera apostolica, grandioso nell' a- spetto a guisa di fortezza, con va- sto cortile : in un angolo di esso si vede un'antica torre quadrata di solidissima costruzione , nelle cui finestre e porte si riconosce lo sti- le di architettura saracena. Questo luogo fu celebrato nella mitologia, qual sede della famosa maga Circe, figlia del sole, che vi ebbe tempio e sagrifizi , e perciò chiamato il Monte Circeo. O sull'area stessa dell'odierno paese, o nella sommità del monte fu la città volsca di Circello, per antichità, e pe'suoi fasti molto celebre; e perchè Ulisse approdò in questo promontorio, tutto il luogo fu decantato dai poeti. A poca distanza dalia torre del Fico, girando le falde del mon- y
FKL te Circeo, che s' innalza a picco come una gran penisola, tra la pianura ed il mare ( il quale anticamente sì crede Io circondasse da ogni parte, e ne formasse un'isola JSoea), si trova un'immensa grotta, che penetra molto tcliiamata nell'interno del monte, e dove l'an- tichità favolosa narra, che facesse i suoi incantesimi la maga Circe. Era peiciò chiamata la grotta della maga, ma ora dal volgo viene delta grotta delle capre, essendone l'accesso difficilissimo, ed anche pe- ricoloso in qualche punto per gli eiti scogli che la circondano , e sotto ai quali l' occhio viene spa- ventato dalle onde del mare spu- mante, il cui livello si è abbas- sato di molto , conoscendosi an- cora nelle interne pareli della grotta l'altezza dove anticamente giun- geva l'acqua. La sua estensione, larghezza ed altezza è tale, che un intero bastimento con vele spiega- te potrebbe comodamente starvi al coperto. Da vari punti della volta filtra continuamente uno stillicidio d'acqua, che giunta in terra forma una deposizione simile all'alabastro. Anche in altre parti del monte si trova dell' alabastro , e l' intiera montagna che ha circa tredici o quattordici mila metri di giro è un enoime masso, i di cui elementi sono la roccia calcaria, il marmo, e l'alabastro; il quale fu adope- rato anche per la sagrestia vaticana, come nota il Cancellieri, De Secreta riis. L'importante sua posizione in- dusse Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma , a stabilirvi una colonia romana , detta dal sito Circèa, la quale assegnò al suo figlio Arunte. Il valoroso Marzio Coriolano, al tempo della FEL 261 sua inimicizia con Roma, la ricu- però ai volsci che prima l'abitava- no, dopo la rovina di Circeilo. Dessi ne furono poi scacciati nel- l'anno di Roma 267 ; ma nelle guerre latine sostennero con corag- gio la propria libertà, indi nella seconda guerra punica ricusarono i sussidi, e dovettero poi pagarne la pena collo smembramento del territorio, e con multe gravose. Au- gusto vi fece alzare una fortezza, ne divise le terre a* veterani, e li pose in guarnigione in quell' antemurale di Roma. Il tempio della dea Feronia celebre per la ricchezza del suo tesoro, e per la mano- missione de' servi, era nel suo territorio non lungi dalla via Appia, ed una delle tante torri, onde il promontorio era cinto, serbava il nome corrotto di Ferrona, e fu sotto Pio VI demolita. Nel lato meridionale del promontorio vi sono cave di alabastro, che si rinvennero nel pontificato di Pio IV, e poscia si riattivarono in quello di detto Papa Pio VI, delle qtiali, come delle torri armate erette per guardia della spiaggia nei pontifi- cati di Pio IV, di s. Pio V, di Gregorio XIII, lo accennammo al voi. VI, pag. 217 del Dizionario, oltre quanto siamo per dire. L' emiciclo che il mare assai profondo forma lungo la spiaggia, ove trovasi il pescoso lago di Paola, con- corre a conferma dell' opinione che ivi fosse il porto di Circeilo, ed il luogo adattato a sì utilissimo scopo. Lungo la spiaggia di Terradna (Fedi)j sino alla punta di A stura sono a varia distanza le torri di Badino, Olevola, Viltoria, del Fi- co, della Cerva i Moresca, Paola, di Fogliano , e di Foceverde, la maggior parte edificate a guardia
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