Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...

FEL
dito dai soldati pontifìcii ; essendo
l'unica fortificazione superstite delia
famigerata rocca Circèa. Il }*apa
Gregorio IX nel 1289 commise
alla comune di Terraciiia d' inten-
dersela con Pietro Bubeo canonico
d'Anagni, per fare delle fortifica-
zioni a delta rocca in difesa della
città, ed a spese del tesoro pontificio.
D'allora in poi la rocca non
trovasi più rammentata, e forse fu
in queir epoca che incominciò a
fiorire la sottoposta terra di s. Fe-
lice, ove forse si trasferì la popolazione
della rocca, che abbando-
nata cadde progressivamente in ro-
vina, ed in sua vece vennero au-
mentate le fortificazioni di s. Felice.
Il più antico documento della
terra di s. Felice, che si conosca,
risale al 1*259 in cui Alessandro
IV approvò la permuta di tal ter-
ra e suo territorio, spettante allo-
ra ai cavalieri templari del convento
di s. Maria Aventino di Roma,
con un casale di Giordano
Pirunti nobile terracinese, vìcecan-
celliere e notaro di s. Chiesa, po-
sto nel distretto di Roma, coH'ob-
bligo altresì di pagare pel territorio
di s. Maria della Surresca, come
compresa nella permuta, l'annuo
canone di trenta soldi ai monaci di
Grottaferrata, come lo pagavano i
templari. Passata la terra sotto il dominio
dei Pirunti di Terracina, i suoi
abitanti furono ascritti alla citta-
dinanza di quella città, sulla quale
i Frangipani esercitavano una specie
di alta giurisdizione, il perchè nel-
r essere ammessi al godimento dei
privilegi della cittadinanza, nella
i^ede vacante del 1270, gli uomini
del castello di s. Felice giurarono
sui vangeli perpetua fedeltà alla
città di Terracina, ed ubbidienza
ai Frangipani in ogni diritto di
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curia. Tuttavolta nel declinare del
medesimo secolo XIII, gli Annibai-
deschi, potente famiglia romana emula
de' Frangipani, divennero si-
gnori in vece dei Pirunti di s. Fe-
lice. Quindi nel i3oi Riccardo
degli Annibaldeschi detto de Mili-
tiisj vendè il castello di s. Felice,
colla sua rocca, vassalli, e territo-
rio, col mero e misto impero, con
il Iago di Pàqla, e s. Maria di
Surresca a Pietro Caetani nipote
di Bonifacio Vili, signore di Ca-
serta, e comandante delle milizie
di Roma, per il prezzo di ventidue
mila fiorini d'oro; acquisto che approvò
il Pontefice nel i3o3 con
])reve in cui altresì confermava le
compere fatte dal medesimo nipo-
te dei feudi e castelli di Trevi
Filetfino , Vallepietra, Gavignano,
Scurgola, Torre, Trevignano, Pofi,
Carpineto, Salvaterra, CoUemezzo,
Carpino, Sermoneta, Bassiano, s.
Donato, Norma, Ninfa, s. Felice,
ed Astura, ed altri beni nelle pro-
vincie di Marittima e Campagna ,
colla facoltà di poterne comprare
anche degli altri.
Dal secolo XIV la nobilissima
famiglia Caetani (Fedi) seguitò ad
essere signora per più di quattro
secoli della terra di s. Felice, sebbene
varie volte la perdesse, o ne
venisse spogliata per le vicende
de' tempi ; ma sempre poi ne rien-
trava in possesso secondo la pro-
spera, o avversa fortuna. Il cardi-
nal Francesco Caetani signore di
Sermoneta, e figlio di Pietro conte
di Caserta, per rimunerare i servigi
ricevuti da Domenico Rodoysio con-
sigliere del re di Napoli Roberto,
nel 1824 S'*
^^^^ donazione del
feudo di s. Felice, toccatogli in
parte nella divisione de' beni pa-
terni fatta con Loffredo Caetani
,