Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...
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i44 FAM<br />
luogo con pontificii brevi da Clemente<br />
XI nel 1708, e da Beue-<br />
delto XIII nel 1727. Da (jULsla<br />
concessione ne risentì vantaf^gio la<br />
pubblica incolumità, non vedendosi<br />
più abbandonati ne' pubblici luo><br />
ghì i cadaveri dei nominali ani-<br />
mali, per cui approvarono tal privativa<br />
anche i Ponlefici Clemente<br />
XII, e Clemente XIll. A tal uopo<br />
nel 1744 '^ confraternita acquistò<br />
dall'ospedale <strong>di</strong> s. Giovanni de' Fio-<br />
rentini il locale che teneva in af-<br />
fitto presso porta Leone, e contiguo<br />
alia ripa del Tevere. In<strong>di</strong> il<br />
sodalizio godette pacificamente, il<br />
<strong>di</strong>ritto privativo <strong>di</strong> escoriazione, u-<br />
nito all' altro <strong>di</strong> tenere la concia<br />
delle pelli, che poi fu affittato in<br />
perpetuo all'università de' vaccinari<br />
fino all'epoca repubblicana che chiu-<br />
se il secolo XVIII, contratto che<br />
in un alla privativa dello scortico<br />
fu approvato e confermato nel 1777<br />
da Pio VI. Ma in sì fatale epoca<br />
le ren<strong>di</strong>te del sodalizio furono ap-<br />
plicate allo spedale <strong>di</strong> s. Gallicano,<br />
al quale poscia per re<strong>di</strong>mere i suoi<br />
<strong>di</strong>ritti dovette obbligarsi al pagamento<br />
<strong>di</strong> annui scu<strong>di</strong> 365. Dipoi<br />
Pio VII liberò da tale peso la con-<br />
fraternita, ma gli lasciò l' altro <strong>di</strong><br />
pagare annui scu<strong>di</strong> duecento per<br />
provvisione del professore <strong>di</strong> vete-<br />
rinaria neir università romana .<br />
Ha in prottetore un car<strong>di</strong>nale, e<br />
prima era il car<strong>di</strong>nal camerlengo<br />
<strong>di</strong> s. Chiesa prò tempore. Da ultimo<br />
il regnante Pontefice Gregorio<br />
XVI , col breve Pioriun hominum<br />
societates, dato agli 1 1 settembre<br />
i832, ha confermato alla confra-<br />
ternita le sue indulgenze, privilegi,<br />
statuti ec. Ezian<strong>di</strong>o <strong>di</strong> recente la<br />
chiesa è stata restaurata ed ab-<br />
bellita mentre n'era protettore il<br />
car<strong>di</strong>nal Carlo Odescalchi, come si<br />
FAM<br />
legge nella lapida collocata in della<br />
chiesa.<br />
Pompeo Sarnelli vescovo <strong>di</strong> I5i-<br />
seglia, nelle sue Memorie crono/o-<br />
girile, a pag. 175, là osservare che<br />
dai costumi del padrone si argomenta<br />
quello de'famigliari : e ch'è<br />
piìi <strong>di</strong>llieile a governar bene la<br />
propria casa che una provincia.<br />
^elle sue dotte Lettere ecclesiastiche<br />
parla in più luoghi dei famigliari<br />
de' vescovi , cioè nel toni. I, lelt.<br />
Vili, Che i preti virtuosi e dotti<br />
debbono essere tenuti in pregio dai<br />
loro prelati^ <strong>di</strong>cendo come il car-<br />
<strong>di</strong>nal s. Carlo Borromeo , arcive-<br />
scovo <strong>di</strong> Milano amava e rispet-<br />
tava la sua famiglia, composta or-<br />
<strong>di</strong>nariamente da circa cento per-<br />
sone <strong>di</strong> varie nazioni; e quali debbano<br />
essere i famigliari dei vesco-<br />
vi, ed altri prelati. Bella è altresì<br />
la lettera XI del tom. Il, Come<br />
debbono i prelati trattare la loro<br />
famiglia. Egli fa la <strong>di</strong>stinzione da-<br />
gli antichi servi, e servitori quasi<br />
schiavi , e i posteriori liberi; <strong>di</strong><br />
quelli de' gentili da quelli dei cri-<br />
stiani, <strong>di</strong> quelli dei laici in con-<br />
fronto <strong>di</strong> coloro che servono ecclesiastici,<br />
che debbono essere modello<br />
ed esempio <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong> mo-<br />
derazione, compatire la materiali-<br />
tà e r ignoranza dei loro famigli<br />
inferiori, ed aver sempre presente<br />
che Dio datore <strong>di</strong> tutto, poteva<br />
far nascere loro servi; e che tante<br />
voTte fra questi sono vi persone <strong>di</strong><br />
esemplari costumi, e dotati d'ingegno<br />
che non potè sviluppare a ca-<br />
gione dell'educazione; e chi sa quan-<br />
ti abbietti famigliari sarebbero sta-<br />
ti celebri, se avessero avuto occa-<br />
sioni <strong>di</strong> porre ad effetto i doni <strong>di</strong><br />
cui fu loro larga natura, e <strong>di</strong>mo-<br />
strare l'animo glande, e la felice<br />
mente che racchiudeva il loro cor-