Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...

i54
FAM
che oggid'i diciamo Iwrea ^ perchè
si usava di dividere le vesti in
lììodo, che l'ima parte rappresen-
tava un colore, e l'altra un altro.
JVella vita di s. Francesca roma-
na, che fiorì nel XV secolo, si
legge, presso il Bollando a' 9 mar-
zo y visione 3o : PiUcherrima di-
visa est color alhus , et ruheus.
Nelle annotazioni questa voce è
spiegata così: Idcst parlltio^ iteni
modus et electio, ut scribunt academici
Jlorentini. Ma niente altro
fu divisa, che livreaj e però si
diceva : vesti divisate ^ panni divisa-
ti ^ cioè di doppio colore. Ivi il
Muratori pur racconta l' ordine e
magnificenza de' magistrati romani
nel tempo che la corte e la cu-
ria del Papa stava in Avignone,
cioè nel secolo XIV , in accogliere
i principi , o pure i legati ponti-
ficii .
I famigliari finalmente fruiscono
e godono di cei*ti emolumenti
propine, regalie, e mancie. 11 medesimo
Muratori nella dissert.
XXXI li, Dell' origine ed etimolo-
gia delle voci italiane , spiega la
voce mancia , sirena o dono che
spontaneamente si fa agi' inferio-
ri per qualche cosa ben fatta . Il
Ferrari e il Menagio derivano tal
voce da manii manus _, , manitius,
manitia , mancia j ma in lom-
bardia manitius diventò manizzo o
manizza, chirotecha. Aggiungono i
mentovati etimologisti , essere in
uso dar la buona mano, ma non
per questo da mano si può lodevolmente
trarre mancia. Foise il
Muratori da amanza fa derivare
manza, come dicesi in lombardia
voltato poi dai toscani in mancia ;
che la mancia è segno di amore.
Gli antichi cristiani solevano scri-
versi scambievolmente nelle soleu-
,
FAM
nilà, augurandosi le buone feste
in segno di carità e scambievole
amore, con lettere che furono ap-
pellate festive , e sagre. Dura an-
cora cogli assenti un tal uso nella
solennità del santo Natale, dispensandosi
inoltre in questo tempo
mancie e regali , per conservare
con questi graziosi uffìzi e largi-
zioni la lodevole corrispondenza
d' un amico coli' altro, e per dare
un contrassegno di gratitudine e
di rispetto ai padroni e protettori,
e di generosità di questi cogli in-
feriori e famigliari , o con quelli
de' loro amici e padroni . Delle
strenne, sirene, o mancie degli an-
tichi, e delle mancie ad esse sur-
rogate, se n' è parlato in vari articoli
del Dizionario , come Anno,
Calende, Epifania, Befana (Fedi)
ne' quali tempi solevano aver luogo,
non che all'articolo Carnovale
(Fedì), ed altri ancora. Delle stren-
ne scrissero parecchi autori, fia'
quaU i seguenti : Hier. Bossii , lanotatius,
sive de sirena , Mediolani
1628; et in tom. II Novi Tiies.
Sallengre, p. iSgS. Phil. Horstii,
Schediasma de slrenis , votisque
Januar., Jenae i632. Jacques Spon,
De V origine des etrenes _, discours
historiquCy et moral, contenu dans
une lettre, 1678, et latine in tom.
IX Tlies. Grenovii, pag. loS. Del
medesimo abbiamo , Disserlalions
des etrenes 3 dans ses recherches cu-
rieuses d' antiquité, Lyon i683.
Joh. Frid. Sharfìi, Dissertatio de
streniis, Vittembergae 167 5; e De
novi anni votis schediasma, Vittembergae
1684. Imman. Lehman-
ni. De slrenis ronianorum Prolusio,
Annaeberg 1678. Frid. Feverlini,
Ornilo de slrenis romanoruni, Altorfii
1687. J^^>- Paschii, De romanorum
slrenis dissertatio, Kostoch
,