Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...

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bre cav. oi*a barone Camiicrlni,
in un colla principessa GÌLisi'p[>iua
Scliownlovv di Dietriclistein, in sogno
di loro divozione verso un
tanto Pontefice, gli donarono un
prezioso genuflessorio fatto a forma
di faldistorio di squisito lavoro
con cuscini di lama d'argento, con
riccliì ornamenti d'oro.
FALEKIA (Faleris, Falaris).
Città vescovile, ed una delle do-
dici principali città dell' Etruria,
all'oriente di Tarquinia, ed in vi-
cinanza ai Tevere. Di questa parlammo
all'articolo Civita Castellana
(Fedi).
FALERIA, o Faleriona, o Fa-
LERONE. Sede vescovile del Piceno,
ed ora borgo o castello della de-
legazione apostolica di Fermo nel-
lo stato Pontificio, situato sopra
uno de' colli, che fra le due valli
dei fiumi Tenna, e del Leta-morto
s'innalzano. Acquista sempre mag-
gior celebrità pei tesori archeolo-
gici che nasconde. In fatti tutto
fa credere, anzi non è più da porsi
in dubbio, che l'antica città di
Faleria Picena^ chiamata pure
Falaria^ Falerio e Falerìone^ fos-
se fiorentissima colonia romana ^ e
ch'esistesse nel territorio del mo-
derno Falerone, dalla parte di le-
vante e mezzodì di questo castello,
e non molto lungi dalla sinistra
sponda del fiume Tenna. Tanto
provano le moltiplici iscrizioni rin-
venutevi, che fanno menzione de'
duumviri, de'quatuorviri, del col-
legio degli augustalij degli auguri,
della curia, de' centonari, de' den-
drofori, degli edili, de' decurioni,
insigni magistrature ed ordini pro-
pri solo delle colonie. Gli scavi incominciarono
sotto Clemente XIV,
e si proseguirono sotto Pio VI, e
ne' tempi posteriori, come si legge
,
FAL
nelle noie erudite ad un' Ode pm-
darica, delta nell' accademia fale-
riense in onore dell'arcivescovo Car-
dinal de Angelis, e pubblicata col-
le stampe. In questo opuscolo si
noverano anco i principali oggetti
rinvenuti , e riportasi 1' iscrizione
del suo campidoglio, di cui andiamo
a far parola.
Dopo l'anno 1777 Pio VI vi
fece fare escavazioni, col prodot-
to delle quali si aumentarono i
pregi del museo vaticano , ove ,
quasi rimpetto alla porta della
biblioteca, in un'iscrizione faleren-
se si fa memoria del campidoglio
di Faleria, del foro pecuaiio, del
vico lungo , e di una via nuova
costruita a spese de'possidenti, mercantij
e sodalizi, ciocché ne dimo-
stra lo splendore. Tra le altre cose
esistenti nel museo vaticano, e trovate
in Faleria, sono a rammentarsi
una tigre con bel meandro
un lupo e un bacco, tutti in mo-
saico, ed un superbo candelabro di
marmo pario. Già il Cardinal Pie*
tro Aldobrandini nipote di Clemen-
te Vili, nel i6o4 divenne posses-
sore della celebre tavola di bronzo
scavata in Faleria nel i593, ed
ora conservata nel museo capitolino,
rimanendo nel palazzo comu-
nale di Falerone una copia fusa
in bronzo, e dal Cardinale donata.
Essa contiene il celebre rescritto
di Domiziano imperatore, emanato
dalla sua villa di Albano, sulla que-
stione òeSubsecini o Subsicivi del-
l'agro faleriense co' vicini fermani,
difesi in quella lite da Phnio il
giovane , sebbene soccombessero ;
cioè una Hte nata tra i due popoli
pei confini, facendosi ivi ricordo di
una lettera di Augusto, che portando
grande amore ai soldati del-
la quarta legione, li esortava a
,