Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...

FAR
dello due fiere che in essa si fanno
due volte all' anno con molto
concorso. Mentre n' era abbate il
medesimo cardinale, s. Pio V l'anno
1567 unì alla congregazione benedet-
tina cassinese il monistero farfen-
se , che alcuni chiamarono archi-ce-
nobio. Perla morte di questo abbate
il Pontefice Sisto V tolse agli abbati
commendatari prO' tempore di Far-
fa e di s. Salvatore ma"£!Ìore la
giurisdÌ7Ìone temporale , e la unì
peipetuamente alla camera aposto-
lica, da esercitarsi dalla congrega-
zione della sagra consulta. Qui va
notato che il primo abbate cassi-
nese fu d. Teofilo da Firenze, cui
successe s. Filippo della Cava, e
quegli allri abbati che registrano
gli storici di questo insigne moni-
stero.
Alessandro Damasceni Peretti dì
Montalto, nipote di Sisto V e da
lui creato cardinale, e nel 1590
abbate commendatario perpetuo di
Farfa. In tempo di questo abbate,
Gregorio XIV restituì agli abbati
commendatari di Farfa la giurisdi-
zione temporale, ed il Papa Inno-
cenzo IX di lui successore, inerendo
alle disposizioni su di ciò prese
da Sisto V nuovamente la ritolse.
Operò questo cardinale molte cose
in favore dell' abbazia e del suo
vantaggio spirituale, e ne' moniste-
ri della Marca introdusse la congregazione
cassinense, i cui monaci
sono pur quelli di Farfa . Gli
abbati avevano da gran tempo
perduto la temporale giurisdizione
del presidato farfense, che i retto-
ri pontificii della Marca si erano
giustamente arrogala, ed è quella
che restituì Gregorio XIV, e tolse
Innocenzo IX. 11 lodato Marini a
pag. 27 parla d' un sigillo rinve-
nuto presso Cancelli colle immagi-
F A TI 187
ni de' ss. Pietro e Paolo, ed ana-
loghe insegne ; essendovi suU' eser-
go una chiesa con uscio aperto
suo campanile, con l'epigrafe in gi-
ro : SIGILLUM PRESmATUS ABBATI AB
FARFENSis. Dalle immagini e dalle
chiavi vuoisi dedurre, che di que-
sto sigillo si servissero i rettori
pontificii della Marca, quando il
presidato farfense appartenne alla
santa Sede : altro sigillo ritrovato
non lungi da Foligno , in tutto é
simile al descritto. Il Borgia nel
tomo II delle sue Memorie storiche^
a pag. 253, descrive il presidato
farfense , e quali luoghi abbrac-
ciasse. Dice pertanto che anticamen-
te la provincia della Marca civilmente
dividevasi in tre presidati_,
uno de'quali si chiamava presidato
farfense, il quale comprendeva una
porzione della Marca, e precisamente
la Marca Fermana, contandovisi le
città di Fermo ed Ascoli, la terra
di s. Vittoria, ed altre fino al numero
di cinquanta luoghi. Di que-
sto triplice dipartimento, che d'or-
dinario dipendeva dal rettore del-
l'intera provincia della Marca, si
hanno nell' archivio vaticano cer-
te memorie del secolo XIV; ed in
un monumento scritto fra gli anni
i355 e i365, nel quale sono no-
minati i suddetti tre presidati, il ter-
zo farfense ha questo titolo : » Ci-
« vitates, terra e, et castra quae sunt
» et semper fuerunt antiquitus sub
« presidatu abbatiae Farfensis cum
** eorum comunitatibus , et distri-
>i ctibus: civitas Firmana, civitas
» Asculana, s. Victoria etc. " Tu
quanto alla terra di s. Vittoria, castello
della delegazione di Fermo
è a sapersi che prima si chiamò
Monte Matellano, o Monte Nano.
Si piantò questo paese verso il nono
secolo, allorché i monaci di
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