Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...

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d'Italia dopo quello di Nonantola.
Godeva il monistero ed abbazia
farfense con tutti i suoi beni tem-
porali della immediata protezione
dell'imperatore, ne ciò dee recar
meraviglia, come avverte il Borgia
nella Breve istoria del domi-
nio temporale della santa Sade nel-
le Sicilie^ lib. Ili, § ^4, che il par-
ticolar suo governo e delle cose che
lo risguardavano, nulla offendere
potesse il dominio e la sovranità
che tutto all'intorno dovevasi alla
santa Sede . Il medesimo scrittore
narra il placito tenuto dall'impe-
ratore Enrico I nella basilica va-
ticana alla presenza di Benedetto
VIII, investendo prò virgam l'ab-
bate Ugone, coir approvazione del
Pontefice, cioè del castello di Boc-
chignano, che resta più d'un mi-
glio distante da Farfa. Longino figlio
di Azzone nel io38 gli donò
un'estensione non tenue di fondi
rustici ed urbani, che gli vennero
confermati dagli imperatori Enri-
co III, IV e V, insieme alla det-
ta esenzione dell'abbazia. Questa
esenzione però non potè non por-
tare ben presto grave scandalo, come
rileva il Muratori, nella dis-
sert. 6g, pag. io, delle Antichità
italiane. Quindi ebbe molte volte
vertenze, tanto con private persone
che coi vescovi di Sabina; ciò
non pertanto il monistero ed ab-
bazia farfense in più modi recò
splendore alla provincia di Sabina.
Abbiamo dal codice vaticano, come
narra il Baronio all'anno 1 1 4^,
che di là uscì per sedere sulla cattedra
apostolica il mentovato Pon-
tefice Eugenio III, il quale appel-
lato innanzi Pietro Bernardo, pro-
fessò il monachismo in Chiaravalle
a persuasione di s. Bernardo;
fu abbate di s. Zenone in Pisa,
FAR
poi di s. Anastasio alle Acque Sal-
vie, monistero de* cistcrciensi pres-
so la basilica ostiense. Vuoisi per-
tanto che s. Bernardo, da cui dipendevano,
come capo disU' ordine
cistcrciense, i due cenobi , abbia
mandato all'abbate di Farfa Ade-
nolfo alcuni monaci di s. Anasta-
sio, con Pietro Bernardo, che sen-
za essere fregialo della dignità cardinalizia,
fu assunto al papato. Aggiungiamo
che eletto egli a'26 feb-
braio 1 145>, passati tre giorni, e temendo
l'impertinenze degli arnaldi-
sti, i quali avevano congiurato per
deporlo, se non avesse voluto confermar
loro l'usurpato senato, fug-
gì di notte da Roma co' cardinali
al monistero di Farfa, venticinque
miglia distante da tal città, passando
per Monticelli, e vi fu consa-
grato a' 4 naai'zo ; quindi passò a
Città di Castello, dov' era a' 9 aprile,
ritornando poscia in Roma,
ove fu ricevuto con grande tripudio
e pompa, che descrive il Can-
cellieri, n^ Possessi de'Papi a p. i4-
Dell' origine dell' abbazia di s.
Salvatore maggiore ne tratta il p.
Mabillon nel tomo II, pag. 1 1 o de'
citati Annali benedettini^ all'anno
di Cristo 740, ove dice che Luce-
rio insigne abbate dell'ordine di
san Benedetto, poco prima di san
Bonifacio fondatore della celebre
abbazia di Fulda, ex'esse col titolo e
chiesa di s. Salvatore, distante otto
miglia dalla terra di questo nome,
nella Sabina l'abbazia suddetta, ove
si vede e venera la maestosa immagine
dipinta del Salvatore. All'abbazia
di Farfa fu perpetuamen-
te unita nello spirituale questa
abbazia di s. Salvatore, già de'mo-
naci detti berrettanti dell' ordine di
s. Benedetto , dallo stesso Papa
Urbano VII! , dal qual monistero