Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...
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FER<br />
Le ferie d'ano o pubbliche o<br />
private, annoverandosi fra le prime<br />
le ferie ^^.fc, le quali celebrando-<br />
si sempre in determinati giorni e<br />
mesi, venivano ad essere comuni<br />
a tutto il popolo; le pubbliche o<br />
stative, o concettivey o imperative.<br />
Le principali ferie stative furono<br />
le agonalij celebrate in onore del<br />
<strong>di</strong>o Giano , negli i<strong>di</strong> <strong>di</strong> gennaio ;<br />
Je carmentali si celebravano in o-<br />
nore <strong>di</strong> Carnienta, nel terzo degli<br />
i<strong>di</strong> <strong>di</strong> gennaio, e nel XVIII delle<br />
calende <strong>di</strong> febbraio; le lupercali<br />
si celebravano a* XV delle calende<br />
<strong>di</strong> marzo, in onore del Dio Pane;<br />
Je matronali si celebravano nelle ca-<br />
lende <strong>di</strong> marzo, in memoria della pace<br />
che le matrone fecero tra i romani<br />
e i sabini. Le ferie concettive erano<br />
quelle che celebravansi dai magi-<br />
strati, ovvero dai sacerdoti, essendo<br />
le prime le latine, istituite da<br />
Tarquinio il Superbo per tutti i<br />
latini in giorno indeterminato. Le<br />
paganali si celebravano ogni anno<br />
dalle tribù delle ville agli dei tute-<br />
lari; le seminative si celebravano<br />
quando si seminavano le campagne,<br />
per la raccolta; le compitali si ce-<br />
lebravano in onore degli dei Lari;<br />
le compilatizie per le strade. Queste<br />
ferie pubbliche ch'erano comuni<br />
a tutto il popolo, e in tempi<br />
determinati, si ponevano ne*pubblici<br />
annali; fra esse si noverarono<br />
pure le votive, il cui tempo veniva<br />
prefisso in ciascun anno dai magi-<br />
strati, o dai sacerdoti. Le imperative<br />
erano quelle che or<strong>di</strong>navano<br />
i consoli, i pretori, o il pontefice<br />
massimo per qualche necessità, del<br />
qual genere furono le novendalia<br />
istituite da Tulio Ostilio terzo re<br />
de* romani, in occasione che fu ri-<br />
ferito al senato <strong>di</strong> essere piovuto<br />
pietre; novendalia si <strong>di</strong>ssero pure<br />
FER 3o3<br />
Ig esequie, come si pub vedere in<br />
Pitisc, verbo Feriae, per non <strong>di</strong>-<br />
re <strong>di</strong> altre che si possono vedere<br />
in Macrobio, Satum. I, i6;<br />
in Plut, Rom. 3i, in Ovi<strong>di</strong>o, Fast.<br />
I, 669; in Livio, 111, 5.<br />
Ma oltre queste ferie ve n'erano<br />
molte altre ancora : fra le ferie pri-<br />
vate eranvi quelle particolari per<br />
ciascuna famiglia, ed erano o sta-<br />
tive, o si celebravano in occasione<br />
<strong>di</strong> natali, o in occasione che cades-<br />
sero fulmini; <strong>di</strong>modoché ogni vol-<br />
ta che si sentiva tuonare era gior-<br />
nata feriata, finché fossero placa-<br />
ti gli dei. Le ferie pubbliche si an-<br />
nunziavano al popolo dal presiden-<br />
te de'sagrifizi , e dal pretore; dal<br />
primo acciò i sagrifizi si facessero<br />
con tutta proprietà , ed acciocché<br />
si astenessero dai negozi, perchè<br />
nelle ferie non era lecito fare al-<br />
cun^opera, se non quelle che tra-<br />
lasciate potevano recar danno. Biondo<br />
da ForPi parlando delle ferie,<br />
le chiama giorni fenati o festivi,<br />
ne'quali si solevano celebrar giuochi,<br />
cose funebri, spettacoli, pom-<br />
pe ec. ; e citando Feslo Pompejo<br />
<strong>di</strong>ce, che alcune ferie erano senza<br />
festa, cioè quelle nelle quali si poteva<br />
negoziare, com'erano i mercati<br />
e le fiere , alcune delle qua-<br />
li erano le epulazioni, cioè alcuni<br />
banchetti pubblici,, per l'entrate<br />
delle biade, ó -degli armenti; ed<br />
altrove <strong>di</strong>ce che i mercati, o le<br />
fiere dagli antichi chiamate nun<strong>di</strong>ne,<br />
furono or<strong>di</strong>nate da Romolo, o<br />
da Tazio, e che Ortensio <strong>di</strong>sse che<br />
fossero ne' fasti, cioè che in quelli<br />
giorni non fosse lecito al pretore<br />
sedere a rendere ragione, perchè<br />
venendo i conta<strong>di</strong>ni in città per<br />
le loro bisogna, a vendere o a com-<br />
prare, potessero accomodare le lo-<br />
ro liti , e informarsi delle leggi, e