Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...
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i48<br />
FAM<br />
da alcuni chiamali non solo i do-<br />
mestici ed I confidenti <strong>di</strong> un prelato<br />
o personaggio qualunque, ma<br />
tutte le persone del suo seguito, o<br />
che sono alle <strong>di</strong> lui spese, come<br />
osserva il Gomez, in Regni impet.<br />
benef. vac. per obit. fani. Car<strong>di</strong>nal.<br />
q. i3. Molti famigliari del Pon-<br />
tefice, de' car<strong>di</strong>nali, de' prelati ec.<br />
sono ecclesiastici, come si è detto<br />
agli articoli Famiglia pontificia , e<br />
Famiglia de car<strong>di</strong>nali e prelati<br />
(P^e<strong>di</strong>)y ed al primo rammentammo<br />
che molti prelati, i conclavisti,<br />
i dapiferi ed altri, o per la parte<br />
che ricevevano dal palazzo aposto-<br />
lico, o per privilegi concessi, venivano<br />
e sono <strong>di</strong>chiarati commensa-<br />
li e famigliari del Papa. J^. Sin-<br />
cELLo e Cubiculario. Le regole del-<br />
la romana cancelleria che riguardano<br />
i famigliari sono la 4} ^^<br />
32, e la 33. La regola quarta <strong>di</strong><br />
cancelleria riserva e <strong>di</strong>chiara affet-<br />
ti alla santa Sede tutti i benefizi<br />
che si ritenevano e godevano dai<br />
famigliari del Pontefice o dei car-<br />
<strong>di</strong>nali, durante familiaritate, e que-<br />
sta riserva ha luogo ancorché nel<br />
momento in cui vaca il benefizio<br />
fosse già predefunto il Pontefice o<br />
il car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> cui godevano la fa-<br />
miliarità. La regola Irentadue <strong>di</strong>spone,<br />
che nella provvista <strong>di</strong> un<br />
beneficio già posseduto da un fa-<br />
migliare <strong>di</strong> car<strong>di</strong>nale che sia tut-<br />
tora vivente, e sia presente in curia,<br />
o almeno non lontano più <strong>di</strong> due<br />
<strong>di</strong>ete, si debba domandare il <strong>di</strong> lui<br />
consenso a favore del nuovo benefi-<br />
ciato, escludendo da questa regola<br />
i benefizi vacanti apud sedem, ov-<br />
vero affetti per qualunque altro<br />
titolo, giacché in tal caso il Pon-<br />
tefice li conferisce senza abbisogna-<br />
re del consenso del car<strong>di</strong>nale. Se<br />
il defunto fu familiare <strong>di</strong> due car-<br />
FAM<br />
<strong>di</strong>nali tuttora viventi si deve chie-<br />
dere il consenso <strong>di</strong> quel car<strong>di</strong>na-<br />
le nella <strong>di</strong> cui familiarità il de-<br />
funto otteneva il beneficio. La re-<br />
gola trentatre <strong>di</strong>chiara meglio la<br />
precedente regola. Si <strong>di</strong>spone che<br />
qualora per morte <strong>di</strong> un familia-<br />
re <strong>di</strong> un car<strong>di</strong>nale vacasse un benefizio<br />
la cui provvista spetti ad<br />
altro car<strong>di</strong>nale, in questo caso il<br />
secondo car<strong>di</strong>nale, non é obbligato<br />
a domandare il consenso del primo,<br />
ed in genere si stabilisce la<br />
massima, che il car<strong>di</strong>nale or<strong>di</strong>na-<br />
rio collatore debba essere preferi-<br />
to al car<strong>di</strong>nal patrono. I famigliari<br />
del Papa che sieno continui com-<br />
mensali hanno il privilegio <strong>di</strong> spe-<br />
<strong>di</strong>re le bolle dei benefizi de'qua-<br />
li sono provveduti durante familia-<br />
ritate, per via segreta. I conclavisti<br />
e dapiferi dei car<strong>di</strong>nali hanno<br />
lo stesso privilegio per una volta<br />
soltanto, ma se furono più volte<br />
dapiferi e conclavisti godono nuovamente<br />
dello stesso privilegio.<br />
Biondo da Forlì, nella sua Roma<br />
trionfantCy a pag. i63, parlando<br />
de'servi, <strong>di</strong>ce che furono così det-<br />
ti, perchè volendo i capitani che<br />
si dovessero vendere i cattivi, cioè<br />
i prigioni fatti nella guerra, sole-<br />
vano far andare un bando, nel<br />
quale pubblicavano, che fossero<br />
servati e non uccisi; così da quello<br />
essere servati furono chiamati ser-<br />
vi. Scrive Gellio, che quando i<br />
servi si vendevano pileati, cioè coi<br />
capelli in testa, non era il ven<strong>di</strong>-<br />
tore tenuto al compratore in nien-<br />
te. Abbiamo da Festo che negli<br />
i<strong>di</strong> <strong>di</strong> agosto, ch'erano a' i3 <strong>di</strong><br />
quel mese, cadeva la festa dei ser-<br />
vi e delle serve, in memoria che<br />
in quel <strong>di</strong> Servio Tullio, figliuolo<br />
d'una serva e re de'romani, avesse<br />
de<strong>di</strong>cato il tempio a Diana, oppu-