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FAR
Maria Farnese (Vedi) de' duchi
di I^arma, nipote del cardinal O-
doardo; e nell'anno seguente divenne
duca Ranuccio li. Questi
conoscendo di non potere pagare
»il debito enorme clve avea coi cre-
» sulla contea di Ronciglione, si ri-
I
ditori, e siccome gravitava principalmente
sul ducato di Castro e
solvette di cedere tali dominii alla
camera apostolica, che avrebbe do-
vuto soddlslare i creditori. Ma allorquando
ciò traltavasi con In-
nocenzo X , un orrendo avvenimento
esasperò gli animi. Mentre
nel marzo dell'anno 1649 ^"sto-
foro Giarda recavasi a prendere
possesso del suo vescovato di Ca-
stro, poco lungi da Monte Rosi fu
assassinato. Fra le lettere diverse
di monsignor Francesco Boccapa-
duli, esaminate dal Ricci nell'erudi-
ta Notìzia di questa famiglia, a pag.
3 1 3, apparisce se non autore prin-
cipale di sì esecrando delitto, alme-
no complice Ranuccio II, eseguito
per mandato del marchese Gaufrido
francese, che da maestro della lingua
del suo idioma era divenuto il
primo ministro favorito del duca , e
poscia terminò infelicemente i suoi
giorni su di un patibolo. Innocenzo'X
erasi dimostrato benevolo con
Ranuccio li, confermandogli la di-
gnità di gonfaloniere di s. Chiesa,
ma poscia pei successivi avvenimen-
ti ebbe luogo rottura, ed aperta
guerra. V. il Ciacconio nel tom.
IV, pag. 645>v 11 Pontefice giustamente
indignato per l'uccisione del
vescovo, e pel procedere del duca,
spedi a Castro le milizie papali, lo
iéce atterrare, soppresse il seggio
vescovile, ed il successore Alessan-
dro VII riunì formalmente ai do-
minii della Sede apostolica gli stati
di Castro e Ronciglione, cui restò per
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non aver mai i Farnesi pagati i loro
debiti, ed eseguito i patti concordati
e stipulati coli' intervento di Luigi
XIV re di Francia, ed altri sovrani.
Siccome la diocesi di Castro fu
unita a quella di Acquapendente ,
COSI Canino passò nello spirituale
a dipendere da questa. 11 dominio pe-
rò venne in progresso affittato ad ap-
paltatori, che godevano delle trat-
te di grani, o del diritto di semi-
nare i feracissimi latifondi che il
circondano; essendo stata questa
terra riguardata sempre come la
chiave e il centro de' traffichi della
marina pontifìcia. Ed a compire
il cenno riguardante Canino,
aggiungeremo che sotto Pio VII,
nel 1808, la camera apostolica lo
vendette a favore del principe Lu-
ciano Bonaparte, il quale restau-
rò il palazzo baronale, donò alla
chiesa principale un quadro di Ma-
riotto Albertinelli rappresentante la
B. Vergine, i ss. Gregorio I, Giro-
lamo, e Romualdo, indi fece sca-
vare, e di nuovo disporre all' uso
le antiche terme. Nel i8i4 lo stes-
so Pio VII innalzò la ragguarde-
vole castellania di Canino in prin-
cipato, che conferì al detto Lucia-
no, trasmissibile a' suoi eredi in li-
nea mascolina; e Leone XII con
chirografo del 1824 concesse al medesimo
la facoltà di usar del tito-
lo di principe di Canino e Musignano,
con facoltà eziandio d' im-
porre al suo primogenito Carlo il
secondo titolo, e così in perpetuo
proseguire, come meglio dicesi nel-
le Notizie (storiche della terra di
Canino del eh. cav. Pietro Ercole
Visconti , pubblicate in occasione
che a' i5 maggio i843 il cardinal
Giacomo Filippo Fransoni assunse
il protettorato della castellania di
Canino. Nel medesimo hbro si par-