Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 23.pdf - Bibliotheca ...

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primiero slato. Altri raccontano che
essendone abbate cerio Mauro, Sìgualdo
ollennc dall' imperatore Lo-
tiìt-ìo ì, di cui era medico, che es-
pulsi i monaci , si ponesse questo
territorio, e le chiese edificate, sot-
to la sua giurisdizione: ma penti-
tosi dopo breve tempo, vicino a
morire , ordinò la restituzione del
monistero ai benedettini. L'impera-
tore Ottone III nel decimo secolo
fu benefico verso l'abbazia, e la
riparò dai tanti danni che aveva
ricevuti. Abbiamo dal Baronio che
Innocenzo II essendo nell'abbazia
di Ferentino, scrisse due energiche
lettere al re cristianissimo su affari
di religione. Nei primi anni elei se-
colo XIII il dominio di Ferenlillo,
dell'abbazia, e de' luoghi da essa
dipendenti continuava a godersi
pacificamente dall'abbate e dai mo-
naci, ed abbiamo che essi nell'ot-
tobre del i23i prestarono giuramento
di fedeltà al Pontefice Gre-
gorio IX, pei molti beni e castel-
li che possedevano, e pei loro vas-
salli , ed abitanti di s. Pietro di
Ferenlillo. Di poi nei primi del se-
colo XIV, il Papa Bonifacio VIII,
con lettere apostoliche date in Anagni
a' 5 agosto i3o2, unì al ca-
pitolo lateranense l'abbazia di Fe-
renlillo con tutte le sue castella, e
altre ragioni, colla giurisdizione spi-
rituale e temporale, e col mero e mi-
sto impero della baronia o contea
di Ferenlillo.
Va qui notato che in progresso
di tempo l'abbazia divenne asilo
fiorentissimo di cenobiti, e perciò
ne derivarono le fondazioni di tan-
ti circonvicini paesi, su cui l'abba-
te estendeva la sua giurisdizione
temporale e spirituale . Quindi
vuoisi che a* tempi di Bonifacio
Vili, essendo ne* monaci venuta
FER
meno l'antira osservanza, ed i morte
gravi questioni Ira i medesimi
monaci, e gli abitanti di IVientillo,
quel Pontefice tolse loro ambedue
le gimisdizioni, e le princi-
pali possessioni del monistero, at-
tribuendo tutto al capitolo latera-
nense; quindi i monaci terminarono,
restando il solo abbate commendatario,
in oggi di giuspatro-
nato della nobile famiglia de' baro-
ni Ancaiani, con annessa cura delle
anime, che esercita col mezzo
d'un vice-parroco, e per questa
sola ragione , al pari delle altre
chiese esenti, soggiace all' abbate di
Ferenlillo, siccome della Sede apo-
stolica. Ma ecco come procedette
la cosa.
Avendo il capitolo lateranense
rinunziato alla sua giurisdizione
su tal chiesa e monistero di s. Pie-
tro, il Papa Sisto IV nel dicem-
bre t47t, ne concesse la proprie-
tà al suo nipote Bartolomeo dalla
Rovere, previa l' investitura della
camera apostolica; ed essendo al-
lora abbate del monistero Ancaiano
degli Ancaiani nobile di Spo-
leto, stabilì il Papa, che dopo la
sua morte il monistero divenisse
proprietà del nipote. Ma Giulio II
restituì ai canonici l'abbazia , con
questo però che alla famiglia Ancaiani
concesse il diritto di nomi-
nar l'abbate, ciò che sempre in se-
guito fu praticato, essendo il ca-
pitolo lateranense proprietario dei
fondi. A Sisto IV essendo succes-
so Innocenzo Vili Cibo, questi die-
de a suo figlio Franceschetto Fe-
renlillo con titolo di contea, cui
Leone X unì la giurisdizione baronale,
concedendola al medesimo
Francesco o Franceschetto Cibo
duca di Massa e Carrara, eh' era-
gli nipote, e dal quale il capitolo
I