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i4o FAM la la oliiesa parroccliialc semicadenh: di k. Nicolò de' IMoliiii, Moléndinornm^ o de'Cavalieri (perchè alligna al palazzo Cavalieri), Cu- valieroriim (come ai ha da Fiora- vanle Marlinclli, Roma ex elhnica sacra^ pag. 383), la riedificarono come oggi si vede, dedicandola a s. JEIcna, venendo divisa la giuris- dizione parrocchiale tra le confi- nanti parrocchie. Ridolfino Venuti, Roma moderna, tonti, li, pag. 636, dice che l'antica chiesa parrocchiale era dedicata a s. Maria in Molim's, che l'architetto Francesco Fer- rari la rifece, che il quadro della santa titolare nell'altare maggiore è della scuola del Pomaranci, che quello di s. Caterina il dipinse il cav. di Arpino, e quello dell'As- sunta il Borgiani, il quale però non esiste piìi, ed invece vi si ve- nera una divota statua di Gesti Nazareno. In fondo alla chiesa poi, entro una credenza avvi un dipin- to a fresco di qualche merito, rappresentante la sagra Famiglia. La confraternita de'credenzieri si eser- citava in varie opere di pietà, vi- sitando gl'infermi, i carcerati, suf- fragava i defunti confrati, soccor- reva i credenzieri disimpiegati, e quelli che porta vansi in Roma. Formarono i confrati regole e sta- tuti, confermati con autorità pon- tificia, per cui ebbero la conces- sione di alcune grazie ed indul- genze, ed oltre la festa di s. Ele- na, celebravano quella della Beata Vergine assunta in cielo. F. il Piazza, Opere pie pag. 640, Di s. Elena dei credenzieri. Nel 1817 il Papa Pio VII, ad istanza del cardinal Giulio Maria della So- daglia, come protettore della con- fialernita di Gesù Nazareno, sta- Jjilita nella chiesa di s. Maria del- FAM le fornaci con fcuo sacco ed inse- gne, concesse a questo sodalizio la chiesa di s. Elcna, detta anche a'Cesarini, perche eia abbandona- la, essendosi dispersa la confraternita de'credenzieri per le note vi- cende politiche de'tempi. La confraternita di Gesù Nazareno vi ce- lebra la festa del Redentore, nella domenica dopo il 2 3 ottobre, e quella di s. Giuseppe a* 19 marzo. 1 cuochi e i pasticceri nel 1 5 1 3 nella chiesa dell'ospedale di s. Lui- gi de'Francesi eressero una confraternita, sotto l'invocazione della ss. Annunziata, in una cappella della medesima. Ma di poi a cagione della riedificazione della chiesa di s. Luigi della nazione francese, coll'autorità di Paolo III, e per opera del parroco della chiesa de' ss. Vincenzo ed Anastasio nel rione Regola, in Arenula^ fu in questa chiesa trasferito il sodalizio. Il Pan- ciroli, Tesori nascosti, pag. 80 1 dice che la chiesa l'ottenne per la confraternita certo Giovanni di Val- les francese, da Paolo HI, di cui era cuoco segreto, e tanto si leg- ge nella bolla DilectisJiliis ahbatis, data XII kalenda maji iSSy, in cui Paolo III die alla confraternita in giuspatronato la chiesa parrocchiale de'ss. Vincenzo ed Ana- stasio, col patto di dare ogni anno alia basilica di s. Lorenzo in Damaso, nella festa di s. Lorenzo, ed in ricognizione di superiorità, tre libbre di cera bianca. Va no- talo che i cuochi del Papa, dei cardinali , de' principi, de' prelati, degli ambasciatori e di altri, ed i pasticceri, massime bottegai, fanno parte del sodahzio. Il Marti- nelli citato, Roma ex eihnica ec. pag. i55, aggiunge che la chiesa fu anche detta in Piscinulay e che ,
FAM in mezzo alla medesima fu posto il seguente ipitalfio. D, o. M. Fiùmiis in vita ìicroes, in funere vermes Pascinius, et merito pahs perii ipsa suo. Aty qui divinis inhiahat spiritus aulis j Has habet, et voto non perii ille Aliud suo. CI . CVRIALES . F . F . MDXLVIII JOANNI DE VALLE Nalione gallo y Pan li III P. M. secretiori coquo , societatis coquorum priori kujus ecclesiae ultimo rectori, eadem societas benenieren- li pof. Vixil ann. 55, obiit 1 1 aprilis MDXLIL Gio. Battista Bovio, nel parlare di questa chiesa, come figliale della basilica di s. Lorenzo in Dama- so , nell'opera intitolata La pitici trionfante, a pag. 148, dice che è antichissima, che il parroco la ri- nunciò nel i53o al sodalizio, il quale la restaurò, ed ebbe la nomina del parroco; ma nel 1824 la parrocchia fu soppressa da Leone XII, col disposto della bolla Super universa. Ridolfino Venuti, nel tomo II della sua Roma moderna, pag. 536, aggiunge, che i cuochi e pasticceri con frati, restau- rarono la chiesa, che ha quattro altari, ed opportunamente la prov- videro del bisognevole, e di altre cose al dire del Piazza, Opere pie pag. 607, De' ss. Vincenzo ed Ana- stasio de' cuochi. Inoltre raccon- FAM i4r In, che per lo più la confraternita
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