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esame-commentato-2014

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aims<br />

Domande relative all’area di specializzazione in<br />

NEUROLOGIA<br />

Domanda #1 (codice domanda: n.1081):<br />

Tutti i seguenti esami diagnostici possono essere utili nella diagnosi della sindrome di<br />

Guillain-Barré TRANNE:<br />

A: risonanza magnetica nucleare<br />

B: <strong>esame</strong> del liquor<br />

C: elettromiografia<br />

D: tomografia a emissione di positroni<br />

Risposta corretta: D<br />

La sindrome di Guillain-Barrè è una polineuropatia che presenta forme varianti che si differenziano<br />

per patogenesi e manifestazioni cliniche. Già nel 1916 Guillain, Barrè e Strohl descrissero<br />

le principali caratteristiche di questa neuropatia: disturbi sensitivi, ipostenia e disfunzione<br />

autonomica. Recentemente, la WHO ha sponsorizzato lo sviluppo di nuove linee guida che<br />

considerano le caratteristiche cliniche, i risultati di laboratorio e gli studi elettrofisiologici in<br />

grado di classificare la patologia in classi di elevata o bassa certezza diagnostica (Brighton<br />

Collaboration). La patologia può svilupparsi in seguito a infezioni respiratorie (anche influenza)<br />

ed intestinali, rimane controversa l’associazione con la vaccinazione antiinfluenzale. Nella<br />

pratica clinica sono necessari criteri diagnostici accurati per instaurare un trattamento precoce<br />

in grado di prevenire complicanze che possano mettere in pericolo la vita del paziente affetto<br />

da sindrome di Guillain-Barrè. La presentazione clinica varia in base all’estensione e alla distribuzione<br />

del deficit di forza, al coinvolgimento del sistema nervoso autonomico, ai sintomi<br />

sensitivi e ai deficit dei nervi cranici, con sintomi che raggiungono il nadir entro 4 settimane<br />

nella quasi totalità dei pazienti ed entro 2 settimane in più dell’80% di essi. Si possono distinguere<br />

diverse varianti tra cui le “tipiche”, assonali (AMSAN ed AMAN) e regionali (Miller-Fisher<br />

ed altre varianti più o meno frequenti in base alle casistiche). La diagnosi è solitamente<br />

clinica ma la valutazione del paziente si avvale anche di esami di laboratorio quali l’<strong>esame</strong> del<br />

liquor (che presenta dissociazione albumino-citologica in più della metà dei pazienti) e studi<br />

elettrofisiologici (che fornisco la prova strumentale del deficit e consentono la classificazione<br />

dei casi in demielinizzanti, assonali o ineccitabili). In casi poco chiari la biopsia muscolare e la<br />

risonanza magnetica nucleare possono chiarire il quadro. Indagini di medicina nucleare, nella<br />

fattispecie la PET (tomografia a emissione di positroni), non trovano impiego nel migliorare e<br />

supportare le informazioni necessarie alla diagnosi e al trattamento di questo quadro infiammatorio-degenerativo<br />

a carico dei nervi periferici (risposta D corretta). La PET, pur avendo<br />

un ruolo chiave nell’individuazione precoce e nello studio della distribuzione della patologia<br />

tumorale e nello studio dell’attività metabolica cerebrale in base al tipo di radiofarmaco (tracer)<br />

www.accademiamedici.it pag. 255

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