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esame-commentato-2014

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aims<br />

mico del 70% causata da placca fibro-calcifica ulcerata. Il corretto atteggiamento terapeutico<br />

è:<br />

A: indicazione all’intervento chirurgico tradizionale/endovascolare<br />

B: indicazione alla terapia anticoagulante orale<br />

C: terapia medica con eparina per via endovenosa<br />

D: terapia medica con eparina per via endovenosa<br />

Riposta corretta: A<br />

Le indicazioni al trattamento chirurgico per le stenosi carotidee risiedono nell’importanza della<br />

stenosi (emodinamicamente significativa per l’accelerazione emodinamica del flusso e per<br />

la percentuale di stenosi maggiore o uguale al 70%), nella sintomaticità della malattia, nella<br />

morfologia della placca (le placche ulcerate sono le più pericolose), e infine, ma discussa,<br />

l’indicazione per situazioni di stenosi di media entità ma con carotidi controlaterali chiuse da<br />

lungo tempo.<br />

In questo caso è chiara però l’indicazione al trattamento chirurgico in quanto il nostro paziente<br />

ha una placca del 70%, ulcerata, che ha dato peraltro già segno della sua presenza e che<br />

potrebbe quindi riproporsi. Il trattamento può essere chirurgico e consiste nella TEA (tromboendoarterectomia,<br />

per eversione o diretta, con o senza patch), o endovascolare e consiste<br />

nello stenting.<br />

Risultano quindi errate le altre tre opzioni che si riferiscono a terapia medica profilattica e<br />

trombolitica (ricordiamo che la trombolisi non ha ragione di essere instaurata per quadri clinici<br />

regrediti già spontaneamente).<br />

Scenario 2: Paziente di 57 anni iperteso, obeso, dislipidemico con familiarità positiva<br />

per malattie cardiovascolari, esegue un <strong>esame</strong> ecocolordoppler dell’aorta addominale<br />

di screening che rileva la presenza di un aneurisma dell’aorta addominale con diametro<br />

trasverso massimo di 5 cm.<br />

Domanda #6 (codice domanda: n.574) - (riferita allo scenario 2):<br />

Per “aneurisma” si intende:<br />

A: dilatazione diffusa di un’arteria, permanente, a prescindere dall’entità dell’incremento<br />

di diametro rispetto a quello dell’arteria normale o del segmento prossimale alla<br />

dilatazione<br />

B: dilatazione permanente e irreversibile di un’arteria con perdita del parallelismo delle<br />

pareti e diametro trasverso che superi di almeno il 50% quello dell’arteria normale<br />

C: dilatazione formatasi da una comunicazione diretta con il lume del vaso, le cui pareti<br />

non presentano i normali costituenti elastici e muscolari di una parete arteriosa<br />

D: dilatazione permanente e irreversibile di un’arteria con perdita del parallelismo delle<br />

pareti e diametro trasverso che superi di almeno l’80% quello del restante decorso<br />

pag. 364<br />

www.accademiamedici.it

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