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Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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LA PROSOPOPEA DI ROMA NEI PANEGYRICI DEL 313 E DEL 321<br />

nel resoconto <strong>de</strong>gli avvenimenti nel discorso <strong>de</strong>l 321 Costantino, costretto 16<br />

dall’appello di gran<strong>de</strong> autorità rivoltogli dalla patria e allo stesso tempo mosso<br />

dalla volontà di onorarla, interviene restituendo la libertà agli sventurati e<br />

incalzando gli scellerati. La sua azione è tanto più encomiabile perché, con<br />

questa guerra Roma „è stata così ristabilita e rifondata in eterno” e distrutti<br />

„con tutta la loro razza quelli che avrebbero potuto minare la sua stabilità” 17 .<br />

Con questa affermazione il panegirista ribadisce l’indissolubilità <strong>de</strong>l legame<br />

tra Roma e l’imperatore in ossequio al dogma diffuso nella propaganda<br />

imperiale <strong>de</strong>l IV secolo, secondo cui l’imperatore con la sua azione era al<br />

servizio <strong>de</strong>ll’eternità di Roma e <strong>de</strong>lla sua indivisibilità 18 . Il significato di tale<br />

unione, però, risalta ancor più se confrontato con le scelte di Massenzio che,<br />

in concomitanza con la discesa di Costantino in Italia, sembra abbia fatto<br />

emettere <strong>de</strong>i folles con il motivo <strong>de</strong>ll’Aeternitas Augusti per stornare con i<br />

mezzi <strong>de</strong>lla propaganda le difficoltà <strong>de</strong>l suo regno 19 .<br />

Gli accorati appelli di Roma non sono solo un espediente retorico per<br />

ren<strong>de</strong>re bellum iustum la guerra civile e per conferire a Costantino una<br />

posizione di legittimità nello scontro, ma dimostrano anche la centralità di<br />

Roma nella politica e nella propaganda di Massenzio. Questi, difatti, consa-<br />

Claudio, asceso al potere per volontà <strong>de</strong>i pretoriani, divenne vin<strong>de</strong>x libertatis. Tornando ai<br />

Panegirici, l’impiego <strong>de</strong>l verbo vindicare esprime una <strong>de</strong>lle funzioni principali <strong>de</strong>ll’imperatore<br />

<strong>de</strong>l IV secolo. Come suggerisce Bur<strong>de</strong>au, l’imperatore non è un dominatore, ma<br />

concretizzando le aspirazioni <strong>de</strong>lla res publica, è il difensore, il vendicatore, il custo<strong>de</strong>, in<br />

conclusione ha il compito di servire lo stato in ogni momento e in ogni situazione. Tale<br />

ruolo si evince da vari luoghi <strong>de</strong>i Panegirici nei quali vi è l’uso di termini afferenti a questa<br />

sfera semantica: Paneg. IV, 1, 4 (Sed cum et me illo vetere curriculo aut adyta palatii vestri<br />

alia quaedam sermonis arcani ratio <strong>de</strong>moverit aut post indultam a pietate vestra quietem<br />

studium ruris abduxerit, et vos interim nullum ulciscendae augendaeque rei publicae<br />

vacuum tempus amiseritis…). Paneg. IV, 9, 5 (Quid faciam, Caesar ? Ignosce si<br />

moror, ignosce si propero; multa enim illius temporis, quo transitus in Britanniam<br />

parabatur, admirabilia virtutum tuarum facta praetereo, dum festino cupidus ad<br />

singularem illam victoriam, qua universa res publica tan<strong>de</strong>m est vindicata). Paneg. VII,<br />

10, 1 (Imperatoris igitur filius et tanti imperatoris, et ipse tam feliciter a<strong>de</strong>ptus imperium,<br />

quomodo rem publicam vindicare coepisti?). Per il significato politico <strong>de</strong>l verbo vindicari<br />

si veda F. De Martino, Storia <strong>de</strong>lla Costituzione Romana, Napoli, 1974, 248-254.<br />

16<br />

Vedi nota 9.<br />

17<br />

Paneg. X, 6, 6.<br />

18<br />

F. Bur<strong>de</strong>au, L’empereur… cit., 42-60.<br />

19<br />

Oltre alla legenda aeternitas Augusti vi è l’immagine di Fi<strong>de</strong>s che reca uno<br />

stendardo in mano – raffigurazione generalmente associata alla scritta Fi<strong>de</strong>s militum – per<br />

esaltare la fe<strong>de</strong>ltà <strong>de</strong>lle sue truppe e insistere sull’eternità <strong>de</strong>l suo regno. A. Arnaldi, Il<br />

motivo <strong>de</strong>ll’aeternitas Augusti nella monetazione di Massenzio, in NAC, 6, 1977, 271-280.<br />

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