Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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Giacomo DALLA PIETÀ
Aen. 12,916: cunctaturque metu letumque instare tremescit, e Silio, Pun.
1,503: trahit instanti languentia leto 8 . In questo caso Silio sembra essere più
determinante di Virgilio, non solo per la somiglianza sintattica con il passo
avitiano. Avito infatti introduce la reminiscenza in un contesto simile a quello
del suo modello. Nonostante un soldato abbia appena tentato, in un compiuto
discorso diretto, di dissuadere le schiere egizie dall’attraversare il Mar
Rosso, esse fremono per slanciarsi fra le onde e su di loro incombe la morte.
Parimenti, in Silio il romano Murro, durante l’assedio di Sagunto (219 a.C.),
nell’imminenza della morte per mano di Annibale, rivolge una preghiera ad
Alcide (Pun. 1,505-513). Il terrore degli Ebrei, tremanti di fronte alla
compattezza delle schiere egizie, è efficacemente reso dal vescovo in Spir.
Hist. 5,649: tremit artato pars altera mundo. Un parallelo immediato lo si
riscontra in Silio, Pun. 4,451-52 …cecidere iubae gyroque per orbem / artato
Garamas iaculis propioribus instat 9 , vv. in cui il poeta ricorda l’eroica
resistenza, durante la battaglia del Ticino, del console P. Cornelio Scipione,
ormai circondato dai nemici e grondante sangue per le numerose ferite ricevute.
Questi pur pochi passi offrono spunto per un’interessante riflessione.
Se l’Eneide fornisce spesso ad Avito materia per l’amplificazione dei versetti
biblici attraverso l’identificazione degli Ebrei con i Troiani 10 ; allo stesso
modo i Punica, che dell’Eneide possono considerarsi ideale continuazione,
servono al vescovo gallico in qualche caso (v. 486., v. 637) come spunto per
la contrapposizione tra Ebrei ed Egiziani, che ricalca, almeno parzialmente,
quella tra Romani e Cartaginesi tratteggiata da Silio. Inoltre (e questo costituisce
il maggior motivo di interesse) i Punica giovano ad Avito per l’ambientazione
egizia che egli deve introdurre nel quinto canto della Spiritalis historia. I
Punica infatti possono definirsi poema ‘egizio’ nella misura in cui il poeta
accenna agli alleati libici dei Cartaginesi, spesso egittizzati, o ai Cartaginesi
stessi, non immuni da influenze egizie. Riprendendo sistematicamente la
locuzione virgiliana riferita a Iarba e contenuta in Aen. 4,198 (Hic Hammone
satus, rapta Garamantide nympha), Silio cita Hammon una quindicina di
volte, sempre in unione coi Garamanti, alleati dei Cartaginesi.
8 Cfr. ibidem, 80.
9 Cfr. ibidem, 303.
10 Si veda ad esempio 5,547-51 (parole degli Ebrei assediati nel deserto). Avito
riscrive in questo caso Aen. 1,94 e seguenti.