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Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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LA PROPAGANDA DELLA CONCORDIA AUGUSTORUM<br />

non avrebbero mai regnato insieme, se non costretti da un inganno (2,9,5<br />

illos mater astu coegit); rapportando inoltre le ridotte dimensioni <strong>de</strong>lla<br />

Laconia, percorribile da un buon viaggiatore in una giornata (12,10,1-2), all’immensa<br />

estensione <strong>de</strong>ll’impero, evi<strong>de</strong>nzia la capacità di Massimiano e<br />

Diocleziano di governare in armonia e condivi<strong>de</strong>ndo, in modo equilibrato,<br />

vis e potestas 25 , elementi fondanti la stabilità <strong>de</strong>l sistema diarchico. In 2,13,1-2<br />

un’altra súgkrisij mette in evi<strong>de</strong>nza come il rapporto che lega i Diarchi<br />

risulti nettamente superiore a quello tra Romolo e Remo, quest’ultimo addirittura<br />

ucciso dal fratello 26 . Anche il rapido resoconto sull’abboccamento<br />

tra gli imperatori nell’estate <strong>de</strong>l 288 27 è mirato a dare una dimostrazione di<br />

concordia:<br />

Ingressus est nuper illam quae Retiae est obiecta Germaniam similique<br />

virtute Romanum limitem victoria protulit: a<strong>de</strong>o numini illius simpliciter amanterque,<br />

quidquid pro hisce terris feceras, rettulisti cum ex diversa orbis parte<br />

ti totalmente divergenti (Paus. 3,1,7-8); Procle visse un anno in meno di Euristene, e fu superiore<br />

al fratello per le imprese compiute (Cic. div. 2,90).<br />

25 Potestas (Galletier traduce „pouvoir”, cfr. Panégyriques Latins, cit., 33) <strong>de</strong>signa<br />

il „potere” conferito per legge ed esercitato in base al diritto (cfr. TLL s.v. potestas X 2,<br />

302); vis va inteso in questo caso come sinonimo di „potenza” (Galletier traduce<br />

„puissance”, Panégyriques Latins, cit., 33) e indica la capacità di controllo e di influenza<br />

esercitata in ambito politico (cfr. OLD, s.v. vis, 2075).<br />

26 L’oratore fa riferimento alla nota contesa tra i due che, incerti su chi dovesse<br />

dare il nome alla città (Cfr. Enn. ann. 82 V.), si posero, per trarre gli auspici, l’uno sul<br />

Palatino, l’altro sull’Aventino: poiché Remo vi<strong>de</strong> sei corvi, Romolo dodici, quest’ultimo<br />

iniziò a <strong>de</strong>limitare i confini <strong>de</strong>lla sua città, consistente in un fossato scavato da un aratro<br />

tirato da due buoi. Avendo Remo canzonato questo confine facilmente superabile, penetrando<br />

con un salto nel perimetro appena consacrato, Romolo estrasse la spada e uccise il<br />

fratello (per l’episodio, cfr. Cic. div. 1,48,107 ss.).<br />

27 Dell’incontro, cui si fa cenno in paneg. 2,9,1-2, sono in realtà ignote la data<br />

esatta e la se<strong>de</strong>; forse finalizzato a fare il punto sulla situazione ai confini <strong>de</strong>ll’impero e a<br />

<strong>de</strong>finire le strategie da adottare contro Carausio, potrebbe aver avuto luogo a Magonza,<br />

come dimostrerebbe un medaglione di epoca tetrarchica raffigurante, sull’unico verso leggibile,<br />

due imperatori attorniati da soldati e una folla di barbari con l’iscrizione Saeculi<br />

felicitas e, in basso, tre personaggi con un bambino che attraversano un ponte su cui si<br />

legge fl(umen) Renus (sic) che lasciano alle proprie spalle una città <strong>de</strong>signata come (Castel)lum<br />

e si dirigono verso sinistra a Mogontiacum. I<strong>de</strong>ntificando i due imperatori come<br />

Diocleziano e Massimiano, esso potrebbe essere stato coniato per celebrare l’incontro <strong>de</strong>i<br />

due Augusti a Magonza, mentre i personaggi ritratti nella parte inferiore <strong>de</strong>l medaglione<br />

potrebbero rappresentare prigionieri transrenani utilizzati per difen<strong>de</strong>re le zone di frontiera<br />

più sguarnite <strong>de</strong>lla Gallia. Cfr. A. Pasqualini, Massimiano Herculius. Per un’interpretazione<br />

<strong>de</strong>lla figura e <strong>de</strong>ll’opera, Roma, 1979, 39-41.<br />

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