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Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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94<br />

Mario GIRARDI<br />

più respiro al registro scritturistico (e teologico). Il divenire <strong>de</strong>l battezzato,<br />

totalmente e unitariamente altro, fino alla trasfigurazione e inalterabilità<br />

<strong>de</strong>ll’eschaton, quotidianamente perseguibile − nuova e consapevole cifra<br />

i<strong>de</strong>ntitaria − dall’universale fe<strong>de</strong> agapica, mostra che agli abusati mo<strong>de</strong>lli<br />

Basilio aggiunge vie nuove e discrete di ricerca d’i<strong>de</strong>ntità e differenziazione,<br />

maggiormente ispirate al sovrano e in qualche misura più libero<br />

dato scritturistico.<br />

Sottotono e poco più che tradizionale è il confronto col paganesimo<br />

nel segno <strong>de</strong>lla fe<strong>de</strong> nell’unico Dio vero e rivelato, contrapposta alle religioni<br />

naturali e poliadi: mutuato da Paolo (Rm 1; cf. 1Ts 1, 9-10), il tema<br />

apologetico <strong>de</strong>lla necessità di mutamento dal politeismo in conoscenza <strong>de</strong>l<br />

vero e unico Dio si accompagna alla caratterizzazione di una società pagana<br />

(e <strong>de</strong>lla locale aristocrazia terriera e militare cristiana!), tesa nel suo complesso<br />

alla competitività <strong>de</strong>l potere, all’accumulo egoistico e alla fiera rivendicazione<br />

di proprietà interessi e ambizioni. Ne vien fuori una generalizzazione<br />

(prevalentemente omiletica e popolare di condanna di ricchi e<br />

potenti) 70 , la cui ‘raffigurazione’ icastica e mordace persegue la scoperta<br />

finalità di contrappunto alla più elementare umana solidarietà, ovvero stri<strong>de</strong>nte<br />

con la fe<strong>de</strong> agapica verso i <strong>de</strong>boli (e i nemici), ancor più esecrabile se<br />

tale „virus” attacca, come si è visto, anche i capi <strong>de</strong>lle Chiese.<br />

L’i<strong>de</strong>ntità <strong>de</strong>ll’‘altro’ appare in controluce poco più che tipizzazione<br />

simbolica, incursione embrionale sul terreno (minato) psico-sociologico di<br />

valutazione morale più che culturale. Ciò può spiegarsi con la scarsa presenza<br />

e/o vitalità di comunità locali giudaiche e pagane, con cui confrontarsi<br />

concretamente 71 . Pur non mancando di testi severi verso ebrei e „giudaizzanti”<br />

in particolare 72 , Basilio non elabora mo<strong>de</strong>lli religiosi e/o sociali di<br />

70 Non solo nelle note omelie <strong>de</strong> ieiunio (I-II), in Lc 12, 18: Destruam (VI), in<br />

divites (VII), tempore famis et siccitatis (VIII), <strong>de</strong> rebus mundanis (XXI).<br />

71 Pochi, talora incerti dati presenta B. Gain, L’Église <strong>de</strong> Cappadoce au IV e siècle<br />

d'après la correspondance <strong>de</strong> Basile <strong>de</strong> Césarée (330-379), Roma, 1985, 256-265; S.<br />

Métivier, La Cappadoce (IV e -VI e siècle). Une histoire provinciale <strong>de</strong> l’Empire Romain d’Orient,<br />

Paris, 2005, 171-172.<br />

72 In Ps. 28, 3: PG 29, 288B („dopo il peccato contro Cristo, rimase <strong>de</strong>serta la loro<br />

abitazione [Sal 68, 26]”); Hex. 9, 6: GCS NF 2, 158-161 („combattono contro la verità ... e<br />

non temono di calunniare il Signore ... con la lingua esercitata alla menzogna”); ep. 263, 4;<br />

265, 2: Courtonne 3, 124-125 (<strong>de</strong>l ‘giudaizzante’ Apollinare di Laodicea „sono le argomentazioni<br />

sulla resurrezione, messe insieme a modo di favola, o meglio, secondo i giu<strong>de</strong>i<br />

[muqikwì ... ma`llon <strong>de</strong>; ∆Ioudai>kwì]. In esse dice che noi ritorneremo un’altra volta alla<br />

servitù <strong>de</strong>lla legge, e che saremo di nuovo circoncisi, e che osserveremo il sabato, e che ci<br />

asterremo da certi cibi, e che offriremo vittime a Dio, e che ci prostreremo nel tempio di

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