Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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Mario GIRARDI
ama a parole, benefica i persecutori 14 ; ma quanto pochi sono i „santi” che
hanno realizzato il precetto, nuovo e antico, dell’amore di Dio „con tutto il
cuore, tutta l’anima, tutta la mente” (Dt 6, 5 = Mc 12, 30) da meritarne
l’”amicizia” (come Mosè cf. Es 33, 11, e l’apostolo Giovanni Gv 3, 29) 15 e
l’intimità fino alla „conoscenza e visione” dello splendore divino, „anticipo
della gloriosa parusia” (cf. Mt 17, 1-9) 16 . Il Signore „ha posto nel perfetto
amore il carattere distintivo dei discepoli (cf. Gv 13, 35)” 17 , superiore all’amicizia
perché radicato in „comunione di fede (cf. Filem 6) tende all’unione
spirituale (pneumatikh; sunavfeia)” 18 . L’oltre totale cristiano
scaturisce dalla libertà con cui distacco da cupidigia di accumulo e donazione
emancipata da limiti e divieti evidenziano l’eccellenza della fede agapica
nel Risorto su paganesimo e giudaismo. La quale punta, in continuità con
l’ebraismo biblico per un superamento del giudaismo contemporaneo, al recupero
della totalità indivisa e interiorizzata del culto del vero e unico Dio,
già nel precetto deuteronomico, e all’appropriazione del suo mediatore e
testimone, Mosè.
In collegamento con Col 3, 11 (fede e universale redenzione di Cristo
superano barriere etniche culturali sociali sessiste) 19 Gal 5, 6 ribadirà superiorità
(e indifferenza) della „fede operante mediante l’amore” a legalismi
giudaici e pagani (circoncisione e non) 20 ; concluderà il prol. VII de iudicio
Dei: „Ho ritenuto opportuno e necessario esporre prima (provteron) la sana
fede e la retta dottrina trinitaria (prol. VIII de fide) e solo in seguito aggiungere
le regole morali” 21 . Basilio lega gnosi ed etica 22 , e ammonisce: „Né lo
14 In Ps. 7, 6: PG 29, 241C.
15 In Ps. 44, 2: PG 29, 392A-C.
16 In Ps. 44, 5: PG 29, 400CD.
17 Ep. 60: Courtonne 1, 150.
18 Ep. 154: Courtonne 2, 78-79, con riferimento a Gv 13, 35; cf. ep. 191: 2, 145. Il
tema è fra i più determinanti della spiritualità biblica di Basilio: cf. M. Girardi, «L’amore
carattere proprio del cristiano»: le origini della spiritualità identitaria di s. Basilio, in
Cl&Chr, 1, 2006, 127-144.
19 Sull’utilizzo basiliano di Col 3, 11, in combinazione con altri testi scritturistici
perlopiù paolini, cf. M. Girardi, Gli «sciti» fra mito e storia nei Cappadoci, in Cl&Chr, 1,
2006, 111-126 (= VetChr, 42, 2005, 275-288), qui 112-115.
20 Bapt. 1, 2, 24: SC 357, 176.
21 Iud. Dei 8: PG 31, 676C. Esso accompagnava (e motivava) l’ultima redazione
delle regulae morales. Pertinente l’osservazione di G. G. Stroumsa: „Poiché i criteri ebraici
tradizionali, come l’etnicità, la lingua e la halakhah, non erano più a disposizione, solo il
dogma poteva fornire la definizione della nuova identità sociale ... per la prima volta (nel
cristianesimo antico) l’identità collettiva viene definita in termini direttamente radicati nell’interiorizzazione,
nella fede. La fede vera, o ortodossia, era essa stessa definita dalla sua