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Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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UNA BREVE DIVAGAZIONE A PROPOSITO DI PETRON. 63,5 47<br />

corso <strong>de</strong>lla competizione, ed era andato a divorarselo senza l’aiuto di altri<br />

commensali (un indice, questo, <strong>de</strong>lla sua voracità, altrettanto proverbiale che<br />

la sua forza).<br />

Il suo gesto riaffiora anche alla memoria di Cicerone quando, nell’ambito<br />

di una polemica tirata filosofica, esalta le vires <strong>de</strong>lla mente di contro a quelle<br />

<strong>de</strong>l corpo 21 . Ma l’aneddotica relativa agli exploits di Milone rimane ai tempi<br />

di Petronio ancora così vasta, che non si avverte la necessità di affannarsi a<br />

scovare un autore nascosto che gli abbia ispirato un riferimento intertestuale<br />

facile da i<strong>de</strong>ntificarsi; né va dimenticato che una buona parte (quanto meno<br />

in rapporto alle condizioni in cui ci è pervenuto) <strong>de</strong>l romanzo è ambientato a<br />

Crotone e, se non è il caso di avallare una, comunque possibile, conoscenza<br />

autoptica <strong>de</strong>lla città da parte <strong>de</strong>ll’autore, è lecito supporre che egli abbia<br />

voluto in qualche misura documentarsi sulla sua storia e sulle sue tradizioni.<br />

In <strong>de</strong>finitiva, la rapida caratterizzazione psicofisica <strong>de</strong>l Cappadoce,<br />

alto, coraggioso e forte, non è affatto inverosimile o mal riuscita sul piano<br />

artistico; ma non dovrebbe essere interpretata come un prodotto <strong>de</strong>l tutto<br />

spontaneo <strong>de</strong>ll’estro creativo di Petronio. Giacché questo è sorretto con molta<br />

probabilità da un mo<strong>de</strong>llo, seppur non unicamente di matrice letteraria,<br />

rintracciabile nel celeberrimo lottatore magnogreco, la cui fama doveva essere<br />

ancora vasta mentre lo scrittore atten<strong>de</strong>va alla stesura <strong>de</strong>l romanzo. Ma tanto<br />

più bisogna sospettare l’esistenza di questo mo<strong>de</strong>llo, se lo stesso Milone, per<br />

quanto attiene al quoziente di intelligenza che la tradizione era disposta a<br />

riconoscergli, aveva talora incarnato anche la figura <strong>de</strong>l baro; <strong>de</strong>l gigante, cioè,<br />

dalla vitalità prorompente, ma per sua sfortuna anche un po’ tonto 22 . La<br />

dimostrazione era persino nel modo in cui sarebbe morto. Si narrava, infatti,<br />

che un giorno, mentre passeggiava in un bosco alla periferia <strong>de</strong>lla sua città,<br />

era stato attratto da un tronco d’albero tagliato in parte nel senso <strong>de</strong>lla lunghezza,<br />

nelle cui fessure i boscaioli avevano lasciato <strong>de</strong>i cunei, evi<strong>de</strong>ntemente con<br />

l’intento di completare l’opera più tardi. Milone aveva cercato di spaccare<br />

<strong>de</strong>l tutto il legno con la sola forza <strong>de</strong>lle mani, ma era riuscito solo a far venire<br />

mšsou; Galen. Protrept., I, p. 34 s. Kühne, ¢ll¦ n¾ D…a tîn ƒerourghmšnwn ›na taÚrwn<br />

¢naqšmenoj to‹j êmoij Ð M…lwn ke‹noj Ð Krotwni£thj diekÒmisš pote tÕ st£dion.<br />

21 Cfr. Cat. M. 33, Olympiae per stadium ingressus esse Milo dicitur, cum umeris<br />

sustineret bovem. Utrum igitur has corporis an Pythagorae tibi malis vires ingenii dari?<br />

22 Cfr. Galen. loc. cit., ð tÁj ØperballoÚshj ¢no…aj, æj mhd toàto gignèskein<br />

Óti prÕ bracšoj tÕ barÚtaton toàto sîma toà taÚrou zîntoj b£stazen ¹ yuc¾<br />

toà zóou, kaˆ pollù g' ¢kopèteron À Ð M…lwn, e‡ ge kaˆ qe‹n ºdÚnato bast£zousa:<br />

¢ll' Ómwj oÙ<strong>de</strong>nÕj Ãn ¢x…a, paraplhs…wj tÍ M…lwnoj.

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