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Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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68<br />

Maria Stella De TRIZIO<br />

Massimiano in Occi<strong>de</strong>nte, e cioè le vittorie contro Bagaudi 16 , Burgundioni,<br />

Alamanni, Caiboni ed Eruli 17 e la spedizione in Germania 18 , si chiarisce la<br />

natura di questo rapporto, che va oltre un legame di consaguineità, essendo<br />

Diocleziano e Massimiano „fratelli nelle virtù” 19 ; viene infine ribadito come<br />

l’armonia, la concordia che vigono nell’impero, siano frutto <strong>de</strong>lla loro<br />

capacità di regnare con „un animo solo” e, per così dire, „mano nella<br />

mano” 20 , pur non potendosi essi confrontare direttamente poiché impegnati<br />

in zone diverse <strong>de</strong>ll’impero. Con l’intento di mettere in rilievo come una<br />

simile concordia non si sia mai verificata in prece<strong>de</strong>nza tra fratelli al sommo<br />

potere, attingendo alla tradizione mitologica greco-romana, si ricordano,<br />

facendo ricorso all’espediente retorico <strong>de</strong>lla súgkrisij, simili esperienze di<br />

governo collegiale miseramente fallite 21 : in primo luogo fa riferimento ai<br />

gemelli Euristene e Procle 22 , divenuti, alla morte <strong>de</strong>l padre, entrambi re di<br />

Sparta 23 poiché la madre Argia, volendo che regnassero entrambi, aveva<br />

finto di ignorare chi fosse nato per primo 24 . Mamertino sottolinea come essi<br />

16<br />

Paneg. 2,4.<br />

17<br />

Paneg. 2,5.<br />

18<br />

Paneg. 2,7.<br />

19<br />

Paneg. 2,9,3 ambo nunc estis largissimi, ambo fortissimi atque hac ipsa vestri<br />

similitudine magis magisque concor<strong>de</strong>s et, quod omni consanguinitate certius est, virtutibus<br />

fratres.<br />

20<br />

Paneg. 2,11,1 vestra hoc concordia facit, invictissimi principes, ut vobis tanta<br />

aequalitate successuum etiam fortuna respon<strong>de</strong>at. Rem publicam enim una mente regitis,<br />

neque vobis tanta locorum diversitas obest quominus etiam veluti iunctis <strong>de</strong>xteris<br />

gubernetis.<br />

21<br />

Com’è noto, nel panegirico <strong>de</strong>l 289 Mamertino si attiene, quasi pedissequamente,<br />

allo schema <strong>de</strong>l basilikòj lógoj teorizzato da Menandro di Laodicea. In questo<br />

caso però, pur seguendo Menandro (376,31-32 – 377,1-9), laddove questi consiglia di fare<br />

<strong>de</strong>lle comparazioni con i governi prece<strong>de</strong>nti a quello <strong>de</strong>i soggetti elogiati, non tiene conto<br />

<strong>de</strong>l suggerimento di non disprezzare o sminuire tali governi, in quanto risulterebbe „grossolano”<br />

(åtecnon). Cfr. Cfr. D. A. Russell, N. G. Wilson, Menan<strong>de</strong>r Rhetor, Oxford, 1981,<br />

92 ss. Per l’a<strong>de</strong>renza di questo panegirico alle prescrizioni menandree cfr. C. E. V. Nixon,<br />

B. Saylor Rodgers, In praise of Later Roman Emperors cit., 10-14 e F. Del Chicca, La<br />

struttura retorica <strong>de</strong>l panegirico latino tardoimperiale in prosa: teoria e prassi, in AFLC,<br />

6, 1985, 79-113.<br />

22<br />

Cfr. Apollod. 2,8,4; Hdt. 8,131.<br />

23<br />

Hdt. 4,147.<br />

24<br />

I Lace<strong>de</strong>moni, osservando che la madre curava per primo sempre lo stesso bambino,<br />

e <strong>de</strong>ducendone che fosse il primogenito, chiamatolo Euristene, lo allevarono nel palazzo<br />

pubblico; die<strong>de</strong>ro all’altro il nome di Procle. Secondo una versione <strong>de</strong>l mito, pare che<br />

i due gemelli, da adulti, fossero stati sempre in disaccordo tra loro (Hdt. 6,52) e i loro inten-

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