Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

LO STILE MUSICALE DI ORAZIO
spesso di condizione sociale non libera, o a donne di non trasparente reputazione
(cortigiane) e a fanciulle di buona società, le quali conservavano comunque
un rapporto più che altro amatoriale con la musica 12 .
A ben vedere, nei carmi oraziani sono sempre giovani donne a esibirsi
musicalmente, in seguito alla richiesta del poeta, mai Orazio stesso 13 ;
quest’ultimo però conosceva tutti i tipi di strumenti musicali, gli aerofoni, i
cordofoni e le percussioni, citandoli con precisione nelle sue poesie 14 . Il
poeta, inoltre, nei suoi testi fa spesso riferimento alle dinamiche della voce,
con annotazioni di tecnica di emissione vocale che potrebbero scaturire da
una sua diretta abilità nella pratica del canto 15 . In conclusione, Orazio era
esperto di musica; questa sua competenza lo faceva soffrire di fronte
all’evidente degrado musicale che egli coglieva nella produzione musicale e
teatrale del suo tempo 16 .
In tal ottica, a questo potrebbero riferirsi alcune annotazioni polemiche
dell’Ars poetica che, se pur riferite ad annose questioni sul teatro, sembrano
contenere, per una certa partecipazione emotiva dell’autore, richiami più o
meno velati a problemi artistici inerenti alla sua Roma, in particolare quando,
nel v. 202, usa con forte accento la locuzione non ut nunc, criticando gli
eccessivi progressi tecnici della tibia, strumento che nel timbro aveva perso
la sua connotazione latina, provocando una corruzione della stessa musica
teatrale. Un tempo la tibia era tenuis simplexque foramine pauco / adspirare
et adesse choris (vv. 203-204); è questo un giudizio che potremmo definire
di ordine tecnico-strumentale: le tibiae antiche avevano un suono sicuramente
più sottile 17 , un volume timbrico leggero, a causa del ridotto diametro dei fori
12 Vedi, a tal riguardo, Sall. Cat. 25, 1-2 a proposito di Sempronia, psallere et
saltare elegantius quam necesse est probae. Vedi anche Ov. rem. 333-336.
13 Hor. carm. 3, 28, 11-12: tu curva recines lyra / Latonam; 4, 11: condisce
modos, amanda / voce quod reddas / minuentur atrae carmine curae.
14 Per il cornu vedi carm. 2, 1, 17 minaci murmure cornuum; del lituus il poeta
descrive la voce energica in carm. 2, 1, 18 e come strumento di guerra, insieme alla tuba, in
carm. 1, 1, 23-24. La tibia è lo strumento più citato: ars 202-215, carm. 3, 7, 30 (querula),
carm. 1, 12, 1-2 (acris), carm. 3, 19, 18-19 e 4, 1, 22-23. Per i cordofoni in ep. 1, 2, 31
dove si parla di strepitus citharae, mentre nel carm. 3, 28, 11 si descrive la forma curva
della lira e in carm. 2, 11, 22 il materiale ornamentale (eburna) di cui è costituita. Le
percussioni indicate sono i cimbali (aera acuta) in carm. 1, 16, 7-8 e i saeva…timpana in
carm. 1, 18, 13-14.
15 Hor. carm. 3, 4, 3 seu voce nunc mavis acuta; sat. 1. 3, 7-8 „io Bacche!” modo
summa voce; carm. 4, 13, 5 cantu tremulo pota Cupidinem, riferito all’incertezza della voce.
16 C. O. Brink, Horace on poetry, Cambridge, 1971, 263.
17 Verg. ecl. 1, 2 silvestrem tenui musam meditaris auena.
205