Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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Daniele Vittorio PIACENTE
essere restituita. Inoltre, in tal caso, il moderator provinciae si dovrà attivare
per scoprire coloro che hanno agito contra fas. E’ l’unica costituzione che
attesta la figura del moderator provinciae in età dioclezianea 11 ; essa, però,
non chiarisce bene i suoi poteri che appaiono inferiori rispetto a quelli del
praeses provinciae, funzionario con mansioni giudicanti nel caso in esame,
ma che si avvale dell’ausilio del moderator per risalire a coloro che utilizzano
il fructum calliditatis.
Conviene partire da tale escerto per tentare un’analisi ragionata della
figura e delle funzioni del moderator provinciae, che, però, trova una notevole
limitazione nella circostanza che non ci è giunto il nome di nessun personaggio
con questa carica, come invece è avvenuto per il defensor civitatis.
Si tratta di due figure autonome, tra di loro indipendenti o parallele? E inoltre,
sono sovrapponibili nelle loro funzioni? Sulla base del titolo 1.16 del
Codex Theodosianus e del corrispondente 1.40 del Codex Iustinianus 12 ci si
chiede anche se il rector provinciae possa corrispondere al moderator provinciae.
Ma è pur vero che rector provinciae non è praeses provinciae, per
cui la differente terminologia usata per indicare i due personaggi potrebbe
confermare l’ipotesi che ognuno di essi avesse delle sue particolari caratteristiche.
2. La funzione di controllo
Per il moderator provinciae emerge dalle fonti una funzione di controllo
nei più vari settori della pubblica amministrazione, anche se non è
facile stabilire quali siano i limiti attribuiti a questo suo potere. Le fonti disponibili
si restringono ad un complesso di dodici costituzioni: fra queste una
sola è del terzo secolo (CI. 5.17.3.2), una del quarto (CI. 10.31.25), mentre
le dieci che restano si collocano tutte in un arco di tempo ristretto di 64 anni,
dal 408 al 472. Della costituzione più antica si è già detto sopra.
11 La costituzione segue di appena sei anni l’ascesa al potere di Diocleziano (284
d.C.) il quale, deciso a rafforzare il potere imperiale, fortemente indebolito durante il periodo
della cosiddetta anarchia militare, chiama ben presto al suo fianco come collega un fedele
generale, Massimiano, affidandogli il governo delle province occidentali dell’Impero,
mentre egli stesso conserva l’amministrazione di quelle centrali. Cfr. W. Seston, Dioclétien
et la tétrarchie, vol. I, Guerres et réformes, Paris, 1946.
12 Intitolati De officiis rectoris provinciae.