Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

QUALCHE ECO SILIANA IN AVITO DI VIENNE
evitare che cadesse in mano al nemico: Bruttius… / non aequum ostentans
confosso corpore Martem. Avito sembra aver qui contaminato i due costrutti.
Pochi vv. più avanti, il poeta gallico descrive l’inseguimento degli
Ebrei da parte dei giovani soldati egizi: 523 Concutitur pulsata rotis et
pondere tellus. Si confronti in Silio, Pun. 4,199, la descrizione della morte
del guerriero gallo Teutalo 6 , alleato dei Cartaginesi, per mano del romano
Quirinio durante la battaglia del Ticino: Teutalus et vasto quatitur sub
pondere tellus. Silio si configura in questo caso più determinante di Virgilio,
Aen. 9,752: Fit sonus, ingenti concussa est pondere tellus, per la presenza
dello stesso tempo verbale (concutitur… quatitur).
Avito tratteggia quindi l’impazienza del Faraone, desideroso di affrontare
gli Ebrei (Spir. Hist. 5,534-5): Distulit in lucem vallatus bella tyrannus / et fors
ardentes nondum compesceret iras. Entrambi i vv. sono debitori di Silio,
Pun. 7,330: iras compesce atque in lucem proelia differ. Qui Magone
ammonisce il fratello Annibale a non cadere in preda all’ira e ad approfittare
delle tenebre per sfuggire all’accerchiamento operato dal dittatore Q. Fabio
Massimo.
Poco oltre (vv. 562-63), Avito fa rimproverare aspramente da
Aronne e Mosè gli Ebrei, terrorizzati dall’approssimarsi dell’esercito egizio:
i due ricordano loro come il Signore avesse prostrato l’orgoglio dei loro
nemici colpendoli con innumerevoli flagelli. Il sintagma usato è Aegyptus…
subcumbens. Qui il riferimento è a Lucano, Phars. 6,274: succubuit si qua
tellus. In questo passo però il contesto è concreto, giacché si accenna alla
rottura di un argine. In Silio Italico, Pun. 5,502 si dice di un albero: pulsa
gemit crebris succumbens ictibus arbos.
L’espressione avitiana (Spir. Hist. 5,626): In superos inferna levent,
posta sulla bocca di un soldato egizio turbato dal sovvertimento divino dell’ordine
naturale in favore degli Ebrei fuggiaschi, trova il suo antecedente in
Silio, Pun. 2,611: quassat et inferna superos caligine condit 7 . Soggetto, in
questo caso, è l’Erynis Tisiphone che, durante l’assedio di Sagunto, dopo aver
spronato gli abitanti a commettere un suicidio di massa e ardere in una
gigantesca pira i loro beni per non lasciar nulla da predare ai Cartaginesi,
agita la propria torcia in segno di esultanza, impedendo agli dei celesti di
assistere a questo spettacolo di disperato eroismo. Il v. 637 di Avito:
Instantisque latens urget sententia leti, invece, presenta analogie con Virgilio,
6
Cfr. il comm. ad locum di Spaltenstein, Commentaire des Punica de Silius Italicus
(livres 1 à 8) cit., 281.
7
Cfr. ibidem, 167-168.
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