Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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Nicola BIFFI
cioè, di un personaggio ben più famoso e vivo nell’immaginario popolare
greco e romano.
Agli esordi del secolo scorso, nel suo commento alla Cena, W. D.
Lowe 15 aveva avuto la giusta intuizione di accostare, sia pure in modo assai
cursorio, l’immagine dell’atletico quanto sciocco protagonista della storia raccontata
da Trimalchione a quella del leggendario lottatore Milone, vissuto a Crotone
ai tempi del soggiorno di Pitagora in quella città e vincitore, nella sua specialità,
di ben sei o sette tornate olimpiche. Di fatto è proprio a questo punto del
Satyricon – e non nel cap. 25, come per Burmann 16 e altri dopo di lui – che
si deve ammettere l’allusione più o meno palese ad una eccentrica performance
dell’Olimpionìco, molto simile a quella di cui è immaginato capace il
personaggio petroniano (e di cui diremo più sotto). Un po’ a sorpresa, però,
e senza diffondersi in ulteriori dettagli, lo studioso inglese era sollecitamente
tornato a collegare il passo petroniano a quello supposto come ‘imprescindibile’
della Institutio oratoria quintilianea, in cui, a chiarimento della figura retorica
detta chria, si fa menzione di un’altra impresa attribuita allo stesso Milone 17 .
Forse la sua opportuna sottolineatura non sarebbe scivolata via nella
generale indifferenza dei successivi lettori della Cena (non ve n’è traccia,
infatti, nei più rinomati commenti ad loc. 18 ), se il Lowe l’avesse suffragata
con la citazione di qualche altra fonte, magari anche più pregnante di quella
solitamente chiamata in causa per l’occasione.
Quintiliano, infatti, non è stato l’unico autore né, tanto meno, il primo a
raccontare la storiella di Milone e il toro; ma l’impresa abitudinaria – se tale
possiamo definirla −, da lui evocata per il caso in specie 19 , era evidentemente
presa a ricalco di un singolo episodio, ben più eclatante dal punto di vista
‘storico’: una volta, dopo una vittoria a Olimpia, l’erculeo atleta si era caricato
sulle spalle il toro 20 offerto al dio Zeus per ringraziarlo di averlo assistito nel
15 Cfr. W. D. L. Petronii Cena Trimalchionis. Edited with Critical and Explanatory
Notes and translated into English Prose, Cambridge, 1905, 121.
16 V. supra, n. 6.
17 Cfr. Quint. inst. 1,9,5, Milo quem vitulum assueverat ferre taurum ferebat.
18 Cfr. M. S. Smith, Petronii Arbitri Cena Trimalchionis, Oxford, 1975 (repr. 1982),
176, „the ability of the famous athlete Milo of Croton to lift up a heifer became proverbial”;
ma, come in Lowe, il rinvio è sempre e soltanto al passo di Quintiliano.
19 Sembrerebbe di capire dalle sue parole che Milone fosse solito caricarsi sulle
spalle un vitello fino a quando, senza che egli se ne rendesse conto, questo era divenuto un
bue adulto e, pertanto, ben più pesante.
20 Cfr. Lucian. Char. s. contempl. 8, M…lwn oátoj Ð k KrÒtwnoj ¢qlht»j.
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