Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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Daniele Vittorio PIACENTE
L’imperatore Valentiniano si rivolge al prefetto del pretorio 95 al fine
di arginare l’influenza esercitata dai palatini sull’amministrazione, soprattutto
finanziaria, delle province. Per evitare che un palatino sia invitato più
di una volta nella stessa provincia si ordina all’adiutor di indicare, in un rapporto
depositato nei pubblici registri, non solo il nome del palatino ma anche
che nessun compito gli sia stato affidato nella stessa provincia, sotto pena
pecuniaria di trenta libbre d’oro a carico di componenti dell’officium
(l’auditor, il primicerius e il secundicerius) 96 . Né viene accolta la giustificazione
secondo cui l’assegnazione di compiti nella stessa provincia può riguardare
funzioni diverse rispetto alle precedenti. Inflessibile appare anche
l’avvertimento dato ai palatini: palatini vero scient sibi cum provincialibus
nihil esse commune. Nel caso di una differenza tra l’ammontare delle tasse
esatte dai palatini e il conto redatto dai tabularii, il moderator, assistito da cinque
honorati, deve curare la cognizione e l’accelerazione della riscossione, oppure
censurare legum veterum subiacebit. Infine non è consentito ad un palatino di
controllare l’attività del susceptor né del tabularius provinciae, né di essere
addetto cuilibet comiti titulorum 97 .
Il moderator ed il rector provinciae, abbinati nelle loro funzioni,
sono spesso destinatari di generali principi di ordine morale 98 .
Infine il moderator potrebbe anche essere accusato egli stesso di crimen
maiestatis se non denunci un delitto di cui sia a conoscenza, dovunque esso
breves a tabulario postulabit, cum haec omnis sollicitudo sit iudicis. Comitibus quoque titulorum,
si quando eos ad provinciam mitti ratio necessitatis exegerit, nulla adminicula de
palatino dari iubemus officio, sed sola eis provincialis apparitio parebit, poena viginti
librarum auri comitem titulorum et officium feriente palatinum, si quis palatinorum cuilibet
comiti titulorum fuerit adiunctus. Dat. III kal. Mart. Ravenn(ae) Felice et Tauro consul.
95 Circa la competenza del prefetto del pretorio Volusiano cfr. M. Clauss, Der ‘magister
officiorum’ in der Spätantike (4.-6. Jarundert). Das Amt und sein Einfluss auf die
kaiserliche Politik, München, 1980, 192 e R. Delmaire, Largesses sacrèes et res privata.
L’aerarium impérial et son administration du IV e au VI e siècle, Roma, 1989, 87.
96 Sul punto cfr. G. Cervenca, Sull’uso del termine ‘officium’ nella legislazione
postclassico-giustinianea, in Studi in onore di G. Grosso, III, 1970, 217.
97 Cfr. Elia, cit., 159-160.
98 CTh. 9.41.1.1 (= CI. 9.48.1; 23 gennaio 426): Imp. Theod(osius) et Val(entini)anus
Caes. ad Hierium P(raefetum) P(raetori)o. Nemo sibi praesumat moderatorum provinciarumque
rectorum, sub quibuscumque infulis potestatis, quemquam patrimonii universis
privare subsidiis. Dat. X kal. Feb. Constantinop(oli) D. N. Theod(osio) A. XI et Val(entini)ano
Caes. conss.