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Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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104<br />

Cinzia GIULIESE<br />

pevole <strong>de</strong>l legame speciale esistente tra Roma e il sovrano e perciò forte <strong>de</strong>lla<br />

sua preminenza rispetto ai tetrarchi, volle ulteriormente rafforzare la propria<br />

posizione: così si propose come protettore di Roma, con il titolo significativo<br />

di Conservator urbis suae – che sintetizzava il dovere <strong>de</strong>ll’imperatore di<br />

garantire la protezione di Roma e <strong>de</strong>ll’intera res publica 20 – e rese l’Urbs<br />

sua auctrix imperii, fonte <strong>de</strong>lla sua legittimazione imperiale, come si evince<br />

dalle monete emesse in quel periodo 21 . In questo sfondo storico l’abitudine<br />

di Massenzio – <strong>de</strong>scritta dall’anonimo <strong>de</strong>l 313 – di vantarsi con i soldati riuniti<br />

20 La legenda Conservator urbis suae si accompagna alla raffigurazione <strong>de</strong>lla <strong>de</strong>a<br />

Roma, seduta all’interno di un tempio tetrastilo o esastilo, che è stato spesso i<strong>de</strong>ntificato<br />

con il tempio di Venus e Roma. La <strong>de</strong>a spesso regge la Vittoria o è incoronata dalla Vittoria.<br />

Su alcuni tipi, provenienti da Ticinum e Aquileia, Roma consegna a Massenzio, in abito<br />

militare, un globo. Sulla sommità di un tempio tetrastilo ci sono la lupa romana, Romolo e<br />

Remo, motivo ricorrente sulle monete di età repubblicana. Su un argenteus Mars è raffigurato<br />

con la lupa, Romolo e Remo e con la legenda Marti propagatori. Spesso si trova la<br />

legenda temporum felicitas con la lupa e i gemelli o con la variante <strong>de</strong>i Dioscuri, i tradizionali<br />

protettori di Roma, spesso i<strong>de</strong>ntificati con i Penates <strong>de</strong>lla città e associati all’i<strong>de</strong>a<br />

di novum saeculum e di renovatio. Essi erano accompagnati dalla legenda aeternitas aug,<br />

concetto che associava il benessere di Roma a quello <strong>de</strong>ll’imperatore.<br />

21 Sembrerebbe che Massenzio, dopo l’uscita di scena di suo padre Massimiano nel<br />

308, avesse affidato la sua <strong>de</strong>signazione all’impero non più a lui, ma a Roma. Tale investitura<br />

non è inusuale: in Paneg. VI, 10-11 Roma rivolgeva un accorato appello a Massimiano<br />

perché egli ripren<strong>de</strong>sse il potere. L’invito si conclu<strong>de</strong>va con una frase ad effetto<br />

(imperasti pri<strong>de</strong>m rogatus a fratre, rursus impera iussus a matre), giocata su una perfetta<br />

simmetria tra il frater Diocleziano che lo aveva chiamato al potere prima e la mater Roma,<br />

che gli ordinava di tornare a governare. In assenza di altre fonti da cui far <strong>de</strong>rivare il potere<br />

di Massimiano, l’oratore, mutuando la terminologia <strong>de</strong>l diritto privato romano, ren<strong>de</strong>va<br />

Roma auctrix <strong>de</strong>ll’auctor Massimiano. Anche le monete – particolarmente significative<br />

perché aiutano a lumeggiare un periodo non a<strong>de</strong>guatamente documentato <strong>de</strong>lla storia <strong>de</strong>l IV<br />

secolo – chiariscono l’importanza di Roma auctrix nella propaganda di Massenzio. Sul<br />

rovescio di otto aurei, provenienti dalla zecca di Roma, è raffigurata la città di Roma<br />

nell’atto di porgere un globo all’imperatore che veste abito consolare ed impugna uno<br />

scettro. La legenda Romae Aeternae Auctrici è una novità: aeterna è comunemente usato<br />

come epiteto di Roma, mentre auctrix, di uso post-classico, con il significato di originator,<br />

non si trova riferito mai prima né a Roma, né ad una <strong>de</strong>a o ad una personificazione. Attraverso<br />

questo medaglione Massenzio voleva insistere sull’importanza di Roma aeterna, che<br />

lo aveva chiamato al potere e lo proteggeva, e sull’eternità <strong>de</strong>l suo regno. È chiaro che nessuno<br />

<strong>de</strong>i tetrarchi, invece, avrebbe potuto vantare un simile legame. R. A. G. Carson, Gold<br />

medallions of the reign of Maxentius, in Congresso internazionale di numismatica, Roma<br />

11-16 settembre 1961, 2, Atti, Roma, 1965, 347-352. Per il significato di auctor nel IV secolo<br />

significativi gli studi di C. Castello, Il pensiero politico-religioso di Costantino alla<br />

luce <strong>de</strong>i panegirici, Atti I Convegno internazionale Acca<strong>de</strong>mia Romanistica Costantiniana,<br />

(Spello–Foligno–Perugia, 18-20 settembre 1973) Perugia, 1975, 49-117. Cfr. E. De<br />

Ruggiero, s.v. auctor, in Dizionario epigrafico di antichità Romane, I, Roma, 1961.

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