Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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Giovanni NIGRO
nelle epistole paoline (1 Cor 14,26; Eph 5,18-19; Col 3,16-17) per motivare
la cristianizzazione degli aspetti della vita quotidiana. Le esortazioni, rivolte
soprattutto ai capifamiglia, a introdurre il canto cristiano in ogni momento
dell’esistenza (al lavoro, durante i pasti, alla sera) e ad ogni livello (individuale,
familiare, liturgico-comunitario) obbediscono pertanto a più scopi:
moralizzare la vita del cristiano, evitando che cada in tentazione ascoltando
o ripetendo i canti osceni del teatro; contrastare l’influenza giudaica ancora
forte su una buona parte della popolazione cristiana di Antiochia; stabilire
un proprio repertorio di canti cristiani in lode di Dio e di Cristo, sia interpretando
in chiave allegorico-messianica i salmi ebraici sia pervenendo
all’elaborazione di un proprio „corpus” di melodie (se l’attribuzione al Crisostomo
della liturgia che da lui prende il nome è attendibile). Resta il fatto che,
nonostante i facili entusiasmi dei fedeli pronti, dopo averne applaudito
l’abilità retorica, a ricadere altrettanto rapidamente nei loro vizi, e la
mancanza di una trattazione organica sul tema della musica e del canto in
Giovanni, nelle sue opere sono presenti numerosi spunti che ci lasciano
intravedere come, dietro l’apparente desultorietà e frammentarietà (legate
peraltro al carattere stesso del genere omiletico) si delineasse un proposito
di cristianizzazione della vita quotidiana e degli spazi di vita comunitaria in
Antiochia.