Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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Daniele Vittorio PIACENTE
pedanei 55 . Per le liti minori, quali, ad esempio, il mancato pagamento di un
debito certo, la restituzione di uno schiavo fuggito o di un’imposta indebitamente
pagata, l’istituzione del defensor civitatis, forse già in vita sotto Costantino
in Oriente e sotto Valentiniano in Occidente, permise di trattare i
casi d’appello, fino ad allora di esclusiva competenza dell’imperatore, davanti
a giudici locali. Il defensor ebbe una giurisdizione penale nei processi
di piccola entità, nonché il potere di procedere all’istruttoria per reati maggiori
fino a spingersi all’arresto di una persona fortemente indiziata, la
quale, comunque, poteva appellarsi al governatore 56 . Per ciò che concerne la
competenza del valore, notiamo come il Codice Teodosiano non ne faccia
menzione, mentre quello Giustinianeo 57 ne stabilisce un limite in 50 solidi,
più tardi elevato a 300.
La ricostruzione delle funzioni giudiziarie del moderator provinciae
non è facile. E’ certo, comunque, che esse non sono sovrapponibili a quelle
esercitate dai governatori provinciali, competenti per lo più come giudici
d’appello, ma è indubbio che il moderator provinciae rivesta un ruolo giudiziario
superiore a quello dei iudices pedanei. Parimenti sembra altrettanto
certo che egli sia un giudice ordinario, anche perché il suo ruolo appare
troppo generico per essere compreso nelle giurisdizioni speciali. Si può
allora azzardare l’ipotesi di una similarità di funzioni con quelle del defensor
civitatis, naturalmente sempre in ambito provinciale 58 : egli potrebbe
costituire la naturale prosecuzione del suo corrispondente greco œκδικος, avvocato
e difensore degli interessi cittadini. La sua elezione prevede vari momenti,
passando da quella diretta da parte del prefetto del pretorio a quella
per suffragio popolare da parte delle città, alla nomina aristocratica (409) da
parte del vescovo, del clero, di ex magistrati.
Per comprendere le funzioni giudiziarie del rector provinciae, in
contrapposizione a quelle del moderator provinciae, invece, è utile l’analisi
55 Diocleziano limitò fortemente la facoltà dei governatori di delegare giudici pedanei
costringendo così le corti provinciali ad un più intenso lavoro.
56 Sulla figura e i poteri del defensor civitatis cfr. Mannino, Ricerche sul defensor
civitatis cit.; R. M. Frakes, Contra potentium iniurias: The Defensor Civitatis and Late
Roman Justice, München, 2001.
57 Cfr. CI. 1.55.1
58 Cfr. F. De Martino, Storia della costituzione romana, V², Napoli, 1975, 151 ss.